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Logistica, il lavoro senza diritti
16 Giugno 2014
In questa epoca di crisi dove il capitale sta cercando di distruggere ogni conquista ottenuta dai lavoratori, c'è un settore che è già andato oltre, l'orologio della storia è rimasto fermo all'ottocento e che gode di un silenzio spaventoso: La logistica!
Da molti anni ci parlano di "flessibilità", di "competitività", di "costo del lavoro", in sintesi i diritti e la sicurezza dei lavoratori costano troppo e non si riesce a produrre superprofitto. Abbiamo parlato di articolo 18, di lavori atipici e contratti a termine. Ma poco si è detto su un settore che da anni sfrutta in modo scandaloso la forza lavoro: La logistica. La rete consente oggi di acquistare a prezzi convenienti merce di vario genere e di conseguenza aumenta il lavoro per i corrieri espressi, lavoro che non gode di nessun risalto mediatico e di nessun interesse da parte dei sindacati confederali. Abbiamo ad esempio il corriere "BRT", ex Bartolini, che imperversa in ogni città italiana..cosa c'è dietro ad ogni furgone che vediamo passare sulle nostre strade? Ci sono aziende e cooperative che assumono lavoratori con contratti di vario tipo, dal Part time al "socio-lavoratore", viene dato il mezzo per lavorare e stop...Bartolini poi fa il resto, dirige i lavoratori "esterni" come fossero propri dipendenti, impone ritmi che vanno dalle 80-90 consegne giornaliere con orari di conseguenza massacranti passati alla guida, mettendo a rischio anche la sicurezza stradale. E poi la cultura del ricatto...nonostante esistano contratti che disciplinano il lavoro, in Bartolini vige la regola "si lavora si guadagna, non si lavora non si guadagna"..anche il più giustificato motivo di assenza non viene retribuito, se ci si oppone a qualche direttiva, anche la più assurda, si rischia di non essere chiamati più a lavorare. Praticamente il diritto del lavoro non è mai entrato dentro gli uffici della BRT!
Inquietante è il silenzio dei sindacati confederali, che pur sapendo tacciono. Se consideriamo poi che BRT ha come clienti marchi rinomatissimi (Whurt, Lavazza, Nespresso, Berner, Amazon) che riesce ad acquisire grazie a prezzi stracciati per poi scaricare la perdita di profitto sui lavoratori, si capisce come veramente il capitalismo sia una vera e propria "catena di fame". A sostegno di questo comportamento vergognoso c'è poi la disinformazione dei lavoratori...molti infatti non sanno di quali diritti godono, alcuni credono perfino di non poter percepire le indennità di malattia, di non godere di ferie e permessi. Oggi per fortuna qualcosa si sta muovendo grazie ai Cobas, a Pisa infatti è in atto una mobilitazione per rendere noti questi fatti e contrastarli. Teniamo presente che la logica Bartolini è quella che sta prendendo forza tra i capitalisti, ricordiamoci il caso Electrolux, la logica del lavoro senza diritti, senza tutele e del salario flessibile. Occuparsi di BRT come di tutto il settore logistico e protestare contro questi sfruttamenti è secondo me un atto doveroso, di classe, di giustizia sociale.