Prima pagina
PRC E CODA DI PAGLIA
6 Giugno 2014
Della serie.. “Coda di paglia”.
Il testo “ PRC partito allo sbando” che abbiamo pubblicato ieri sul sito , denuncia la ricorrente subordinazione del PRC al gioco bipolare.
Invece di rispondere sulla sostanza politica della critica alcuni coraggiosi scudieri del PRC si aggrappano con foga ad una inesattezza marginale. Abbiamo scritto che il PRC è parte della giunta Orsoni a Venezia “con un assessore”. Confessiamo l'imprecisione e correggiamo: il PRC ha partecipato nel 2010 alla coalizione che ha eletto l'onorato Sindaco Orsoni; sostiene da 4 anni il Sindaco Orsoni col proprio consigliere (eletto grazie all'accordo di coalizione); è parte da 4 anni della maggioranza di giunta Orsoni, a braccetto del PD e persino della... UDC ( sin dall'inizio componente organica della coalizione). Ma il PRC non ha ottenuto l'assessore. E' vero. Ha ottenuto solamente da parte del Sindaco “la delega al lavoro” . Cioè la classica concessione che si fa all'utile portatore d'acqua che non conta nulla, in cambio della sua rinuncia all'opposizione, che è l'unica cosa che conta. Magari scaricando sul portatore d'acqua un po' di scomode incombenze di sottobosco amministrativo. Del resto: se Orsoni doveva occuparsi della faticosa raccolta di mazzette nella gestione degli affari correnti, a braccetto dei poteri forti e con la benedizione della Curia, doveva pur “delegare” a qualcuno.. il rapporto coi lavoratori.
Domanda: gli implacabili fustigatori della nostra inesattezza si rendono conto della sostanza del problema ? Hanno il coraggio di guardare all'enormità politica delle scelte del proprio partito? O preferiscono parlare d'altro? In mezza Italia il PRC è parte di coalizioni di governo che sono veri e propri comitati d'affari dei poteri forti del territorio e sono per questo travolti dagli scandali. La responsabilità del PRC non è di partecipare alle ruberie o di beneficiarne. Non l'abbiamo mai detto. La responsabilità del PRC, tutta POLITICA, è di sostenere giunte e maggioranze di centrosinistra più o meno allargate che gestiscono ordinariamente quel malaffare che si chiama capitalismo. La responsabilità, ancor più grave, del PRC è di fare questo nel nome del “comunismo”.
Venezia non è l'eccezione. Nel solo campione parziale delle ultime amministrative del 25 Maggio, il PRC è stato parte organica delle coalizioni di centrosinistra in centinaia di comuni anche importanti sull'intero territorio nazionale ( Cremona, Cesena, Perugia, Pesaro,Potenza, Prato, Verbania...). Come è stato parte organica della coalizione Pisapia a Milano o della coalizione Doria a Genova, partecipando ogni volta all'annuncio dell'immancabile “giunta di svolta e di progresso”, e trovandosi poi di fronte, ogni volta, alla grigia realtà degli affari dell'Expo, della precarizzazione del lavoro, delle privatizzazioni dei trasporti, dei tagli sociali, della chiusura dei centri sociali ( v. il Buridda a Genova); e magari, come a Milano, della legittimazione dei fascisti.
A Venezia, come a Milano, come a Genova, come ovunque ci è stato possibile, il PCL si è battuto contro le mistificazione e gli inganni di centrosinistra, presentando liste autonome, opponendosi alle giunte del capitale, difendendo le ragioni del lavoro ; ogni volta accusato per questo dal PRC (e da SEL) di essere “settario”, di avere “pregiudizi”, di “ignorare l'unità della sinistra”, di “fare il gioco della reazione”. Del resto è la stessa identica accusa che ci veniva rivolta... dal ministro Ferrero quando ci opponevamo al governo Prodi, ai suoi F35, ai suoi tagli sociali, alle sua detassazione dei profitti, al suo varo...del Mose ( perchè per la cronaca fu proprio Prodi che diede una spinta decisiva al grande affare veneziano..). Ci abbiamo fatto il callo.
A queste accuse non abbiamo bisogno di rispondere. Per noi hanno parlato i fatti.
Ogni giorno, la realtà del capitalismo e gli inganni del “riformismo”, ad ogni livello, pongono la straordinaria attualità di una sinistra rivoluzionaria. Di una sinistra che non sia in vendita proprio perchè coerentemente anticapitalista.