Dalle sezioni del PCL
ACCORDO ELECTROLUX
PIU’ SFRUTTAMENTO E MENO DIRITTI PER I LAVORATORI!
27 Maggio 2014
volantino distribuito dalla sezione Brianza del PCL
Sono ormai noti i contenuti dell’accordo (compresi gli allegati che ne fanno parte integrante) fra la multinazionale Electrolux ed i sindacati Fiom-Fim-Uilm, con la benedizione entusiastica del governo Renzi.
Come P.C.L. esprimiamo un giudizio fortemente negativo di tale accordo, frutto della politica sindacale del “meno peggio”, che non corrisponde minimamente ai mesi di lotte e di scioperi dei lavoratori. Non condividiamo in nulla il giudizio trionfalistico del segretario nazionale della Fiom Landini: “L’accordo Elettrolux può costituire un modello per gestire le crisi aziendali”.
Analizziamo nel merito i punti più negativi per i lavoratori:
1) Il governo Renzi regala all’Electrolux un fiume di risorse finanziarie (defiscalizzazione oneri sociali, fondi per i contratti di solidarietà) che, nella sostanza sono ben superiori ai 150 milioni d’incentivi promessi dalla multinazionale entro il 2017. In pratica un altro copioso finanziamento di stato al capitale privato.
2) Sono previsti 300 licenziamenti mascherati sotto forma di incentivi alle dimissioni con tanto di tabella con i miserevoli importi decrescenti per i lavoratori che si licenziano. Il messaggio del padrone ai lavoratori è chiaro: sbrigati a licenziarti “volontariamente” altrimenti avrai un incentivo minore! Domanda: vi è qualcuno che può dubitare dei ricatti e delle pressioni che l’azienda farà nei confronti dei lavoratori “indesiderabili” (anziani, malati, lavoratori in prima fila nelle lotte) affinché si licenzino volontariamente?
3) Un pesantissimo aumento dello sfruttamento capitalistico con un forte aumento dei ritmi produttivi. I pezzi precedentemente lavorati in otto ore di lavoro dovranno essere prodotti in sei ore. Il tutto in una fabbrica in cui, già oggi, quasi un terzo dei lavoratori soffre di malattie muscolo-scheletriche dovute all’ambiente ed ai ritmi produttivi insostenibili.
4) La diminuzione del 60% dei permessi sindacali col venir meno, nei fatti, di ogni spazio di democrazia operaia e l’impossibilità per quei lavoratori, forze sindacali che non condividono tale pessimo accordo di organizzarsi, lottare e scioperare (con tanto di accordo Cgil, Cisl e Uil con Confindustria del gennaio 2014). Oltre a tutto ciò è contemplato un sensibile peggioramento nella fruizione di un diritto fondamentale quale quello del godimento delle ferie ed un taglio delle pause lavorative.
Nella sostanza, con questo accordo, le fabbriche Electrolux diverranno, ancor più di prima, delle caserme per i lavoratori con maggiore sfruttamento quotidiano e minori diritti!
Per il futuro Electrolux mette le mani avanti e viene ventilata la possibilità che, se l’andamento del mercato non sarà positivo, saranno possibili, dopo il 2017, altri 800 esuberi (questo è il vocabolo che i padroni usano per dire licenziamenti).
Continua quindi la strategia dell’attacco padronale ai lavoratori. Invece di conseguire l’obiettivo in un sol colpo Electrolux lo persegue dilazionandolo nel tempo!
La cruda realtà è che il capitalismo non ha più nulla da offrire ai lavoratori. Proprio per questo va rilanciata una lotta generalizzata e prolungata per la nazionalizzazione di Electrolux (così come di ogni fabbrica che licenzia) senza indennizzo per la proprietà e sotto il controllo dei lavoratori!