Dalle sezioni del PCL

La battaglia di Slavyansk

3 Maggio 2014

"Anche il solo fatto che la lotta nel sud-est dell'ucraina, e in particolare nel Donetsk sottrae, per ora, questo territorio al controllo militare di Kiev, ha per i rivoluzionari e per il proletariato un'importanza strategica fondamentale! Perché significa che lo sottrae al terrore diretto delle bande fasciste. Il che consente ai rivoluzionari e al proletariato ucraino di organizzare la propria resistenza al fascismo e prepararsi per la controffensiva contro tutti i propri nemici nelle condizioni più favorevoli, rispetto a Kiev e all'Ucraina settentrionale dove il fascismo può godere di maggiore coperture ed appoggio se non di un vero e proprio campo libero. Quest’ importanza strategica è poi resa ancora più forte dal fatto che questa è una regione proletaria! La principale regione proletaria dell'Ucraina! Quali migliori condizioni oggettive quindi per l'agitazione rivoluzionaria” Così il compagno Gianmarco Satta ha ben sintetizzato l’approccio che i rivoluzionari e le rivoluzionarie devono assumere sulla guerra civile in Ucraina. Nel suo libro sulla rivoluzione francese del 1848, Marx sintetizzò i risultati di quella rivoluzione per la formazione della coscienza rivoluzionaria: “il progresso rivoluzionario non si fece strada con le sue tragicomiche conquiste immediate, ma, al contrario, facendo sorgere una controrivoluzione serrata, potente, facendo sorgere un avversario, combattendo il quale soltanto il partito dell'insurrezione raggiunse la maturità di un vero partito rivoluzionario”. Ma allora eravamo agli inizi dello sviluppo cosciente della lotta di classe. Oggi abbiamo un patrimonio teorico, di analisi e di mezzi affinchè l’insurrezione del Donetsk superi l’attuale confusione politico-programmatica e proceda verso la chiarezza strategica. Non possiamo permettere che la coscienza di classe progredisca al prezzo di una sconfitta epocale. Come ha scritto il compagno Jorge Altamira del Partido Obrero, il partito argentino fratello del PCL,“è necessaria una campagna contro la conquista dell’Ucraina daparte dell’UE e della Nato, da un lato, e contro le pretese di dominio dell’oligarchia capitalista di Putin. Dobbiamo impegnarci ad unire le tendenze rivoluzionarie dell’est e dell’ovest” . Nella campagna contro Putin non dobbiamo dimenticare che è la Russia ad essere aggredita, che la direttiva di marcia dell’imperialismo è quella di smembrare progressivamente la Federazione Russa. Ciò significa che quanto più l’imperialismo occidentale avanza, tanto più dobbiamo attaccare Putin perché è incapace di difendere il popolo russo dall’avanzata dell’imperialismo. Se non si tiene conto di questo non si riuscirà a comprendere le forme della coscienza delle masse russe e di quelle del Donetsk con cui, per il momento, interpretano la guerra civile in Ucraina e le minacce imperialiste alla Federazione Russa. A Donetsk dopo aver assaltato gli uffici del pubblico ministero la folla cantava per le vie della città . “gli inni della Grande Guerra Patriottica. Il favorito era ‘Marcia Russia Marcia’; i colori del Donetsk sventolavano accanto a quelli della Federazione russa e alla falce e martello dell'URSS; tra gli striscioni uno rappresentava Stalin come Rambo; i canti erano ‘Donbass, Crimea, la Russia’, ‘Putin stare da noi’, ‘fascisti non devono passare’”(Kim Segupta The Indipendent 2 maggio). A Slavyansk dove tutta la popolazione, tranne le donne incinte, partecipano alla difesa contro le bande armate di Kiev e, dopo, aver buttato giù un elicottero respingendo l’ennesima “operazione antiterrorismo”, un rappresentante degli insorti ha annunciato, nel comizio del Primo Maggio, che il mercato centrale sarà proprietà pubblica e tutti gli introiti resteranno al comune. Un primo embrione di espropriazione dei capitalisti . Quanto più si estende e si approfondisce la lotta contro il governo di Kiev nel sud-est, anche perché, settori consistenti della polizia e dell’esercito passano con gli insorti, tanto più nella parte oppressa dai fascisti prosegue l’inquadramento di tutto il movimento armato banderista in “divisioni, reggimenti e battaglioni”. L’imperialismo USA e UE sa che sul piano militare l’esercito squadrista sarà sconfitto dagli insorti. Per riparare a questa debolezza il governo di Kiev ne ha commesso un’altra, ha decretato il ritorno alla coscrizione militare obbligatoria. Con questa misura il governo di Kiev si creerà dei nemici nei settori della popolazione dell’ovest che finora sono rimasti passivi. Nella parte oppressa dal governo liberal-fascista dal primo maggio sono effettive le misure economiche stabilite dal FMI. Questo ha fatto sapere in un comunicato che se non verrà repressa completamente l’insurrezione nel sud-est ci sarà una “sensibile revisione” del “piano di aiuti” di 17 miliardi. Putin a Varsavia ha posto il prezzo di attuazione degli accordi di Ginevra, per quanto lo riguarda. Gli aiuti sono divisi in due anni, immediatamente al governo di Kiev saranno consegnati 3,2 miliardi di dollari, questa somma si avvicina a quanto pretende Gazprom. Il commissario UE all’energia, Guenther Oettinger, alla fine dell’incontro di Varsavia con Russia e Ucraina ha dichiarato che non ci saranno interruzioni delle forniture da parte russa. Ciò che non ha per niente chiaro Putin è che l’obiettivo finale dei paesi imperialisti dominanti è proprio lui. Non ha imparato nulla dalla fine di Saddam, di Gheddafi e di Assad. Le forze sociali che sostengono Putin mancano di tutto ciò che è necessario per condurre una guerra di difesa nazionale e lanciare un appello a tutta la classe operaia internazionale per rovesciare l’imperialismo nel proprio paese. La restaurazione capitalista si realizza nell’unico modo possibile, quello che Trotsky aveva previsto alla fine degli anni venti: l’integrazione nel capitalismo dei paesi che avevano conosciuto l’espropriazione dei capitalisti e dei proprietari terrieri sarebbe avvenuta come colonizzazione sotto regimi fascisti e semifascisti. La storia di questi ultimi cento anni è ritornata nella nazione dove è nata il 25 ottobre del 1917. A noi comunisti dell’UE spetta il compito, adesso, di esporre al movimento operaio dell’UE l’urgenza di una mobilitazione generale contro il governo fascista di Kiev, il sostegno all’insurrezione del Donestk e la cacciata di tutti gli agenti di Putin e dello sciovinismo grande russo dal movimento insurrezionale. L’evoluzione nella direzione della rivoluzione socialista del movimento contro il governo banderista ha fra i suoi motori l’iniziativa dei comunisti nell’Unione Europea. In tutti i documenti del CRQI sulla crisi inarrestabile è stato affermato che questa si sarebbe manifestata in crisi politiche sempre più convulse. In Ucraina la serie di queste crisi, iniziate in Grecia nel 2008, è sfociata in una guerra civile di classe caratterizzata dalla crisi della direzione legata a Putin. L’unica memoria di lotta insurrezionale che ha il proletariato dell’ex URSS è quella del 1917, l’unica memoria che ha di una guerra di difesa nazionale è quella contro le armate di Hitler. Non siamo attendisti, conquistiamo l’avanguardia proletaria al programma delle Dichiarazioni della II Conferenza di Atene.

Gian Franco Camboni sez.prov. di sassari del PCL 2 maggio 2014

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