Dalle sezioni del PCL

Inizia la guerra civile di classe in Ucraina

13 Aprile 2014

Boris Kagarlitsky, militante e intellettuale marxista russo e direttore dell’Istituto della globalizzazione e dei movimenti sociali, in un articolo, Proteste AntiMaydan e futuro pubblicato sul sito del Partito comunista della Russia (presente alla II Conferenza di Atene) commentando gli eventi del 7 aprile a Kharkov, prima città del Donetsk, scriveva che “ non c’è niente che dica sul carattere di classe dello lotta in Ucraina, quanto le due folle riunite il 7 aprile a Kharkov.

Ad una estremità della piazza, sotto la bandiera giallo-blu individui ben vestiti, ben curati della prospera classe media, intellettuali e studenti. Di fronte a loro con le bandiere rosse, il tricolore di San Giorgio i poveri e le persone malvestite-i lavoratori ed i giovani delle periferie… Non avevano idee politiche e non sono interessate a loro…Ma hanno capito che di più non può più essere tollerato. Sono seriamente arrabbiati. Sono venuti in piazza. Fanno il loro primo passo per la difesa collettiva dei loro interessi. Questa è la lotta di classe, disadorna di storie romantiche per adolescenti, ma vera, concreta. Per la prima volta dopo molti anni nell’ex URSS inizia ad agire la classe operaia. Parlare di coscienza di classe, ovviamente, non è necessario. Il suo livello è inversamente proporzionale alla quantità dei tricolori russi nelle mani dei manifestanti. Ma nel breve testo della dichiarazione della repubblica popolare del Donetsk apparvero le parole proprietà collettiva, uguaglianza e interesse pubblico. Così è stato e così sarà: La coscienza di classe non è dato a nessuno di averla in forma compiuta. Si forma nella lotta, si sviluppa, progetta l’azione politica. E se di Coscienza di classe è troppo presto per parlarne, lo scontro di classe è diventato una realtà”. Sul sito rabkor.ru pochi giorni dopo Kagarlitsky scriveva: “a differenza delle proteste a Kiev, a Maidan, nel sud e nell’est venivano arivendicate istanze economiche e sociali. “Kharkov, senza nazisti ed oligarchia” era scritto su alcuni striscioni portati dai manifestanti nella seconda città dell’Ucraina”. La crisi inarrestabile del capitalismo nell’exUrss avanza a ritmi straordinariamente veloci. Il 12 aprile a Donetsk sono arrivati i minatori, gli stessi che nell’89 misero in serio pericolo il potere della casta burocratica ma in assenza del partito della rivoluzione antiburocratica furono usati da Eltsin. Il giornale inglese The Guardian (13 aprile) riportava l’entusiasmo e l’ardore del popolo di Donetsk : “Gloria ai minatori!" la folla ha cominciato a cantare. "Gloria a Donbass!" gridavano, tanto quanto i manifestanti durante le manifestazioni Euromaidan di Kiev avevano gridato "Gloria per l'Ucraina!". I minatori sono arrivati a Kharkov, perché l’11 Yatsenuk il capo del governo golpista di Kiev era a Donetsk e si è incontrato con Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco dell’Ucraina e proprietario delle miniere più importanti. Yatsenuk, oltre al magnate, ha incontrato i governatori orientali e i sindaci imposti dal nuovo regime. Secondo la versione ufficiale doveva incontrare i manifestanti, in realtà era lì per preparare l’attacco del 13 contro le masse che resistono al governo golpista ed alle scorribande dei sicari di Svoboda e di Pravij Sektor. Oggi, 13 aprile, si combatte a Donetsk, Luhanska, Slavjansk, Kramatorsk, Krasnyj Liman, Krasnoarmejsk.
L’attuazione del piano economico del governo golpista, concordato con il Fondo monetario internazionale, è la causa dell’insurrezione non gli uomini di Putin. Sempre Kagarlitsky sul sito rabkor. Ru ha scritto “L’élite russa ha una paura mortale di irritare seriamente l’occidente, ma in occidente si sono resi conto che senza l’aiuto della Russia i loro progetti per l’Ucraina non avranno successo”


Dalla Bosnia-Erzegovina all’Ucraina è iniziata la lotta di classe contro la restaurazione imperialista, la strada è tortuosa ma la rivoluzione procede in questo modo. Sono necessarie analisi concrete e differenziate e polemiche contro coloro che scambiano i modelli teorici con i processi reali. I modelli teorici sono gli strumenti con cui apprendere la realtà, non la realtà.
13 aprile 2014

Gian Franco Camboni sezione sassarese del PCL

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