Dalle sezioni del PCL
Sulla Dichiarzione della II Conferenza operaia euro mediterranea – Atene 29/30 marzo 2014
7 Aprile 2014
Due sono i punti che caratterizzano la Dichiarazione:
1)la lotta contro il fronte imperialista per la colonizzazione dell’ Ucraina e contro i loro servi ucraini;
2) la lotta politica contro riformisti e centristi che “si sono allineati acriticamente alla Euro-Maidan e che sono totalmente incapaci di distinguere una rivoluzione da una controrivoluzione”.
Le concezioni dei riformisti e dei centristi si caratterizzano, quando fa loro comodo, per trascurare o per rimuovere dall’analisi socio-economica e politica la strategia militare e le iniziative militari delle classe dominante. La restaurazione capitalistica nell’ex URSS, cioè la sua colonizzazione, avviene attraverso una costante pressione e avanzata militare.
I torbidi movimenti di Euro-Maidan sono stai preceduti, da diversi anni, dalle esercitazioni militari Usa in Ucraina, denominate Rapid Trident, insieme a truppe austriache, azere, danesi, bulgare, canadesi, tedesche, georgiane, macedoni, moldave, norvegesi, polacche, rumene, serbe e svedesi. Le esercitazioni militari Rapid Trident sono state precedute da esercitazioni denominate Peace Shield dal 1998 al 2002. Rapid Trident dello scorso anno ha impiegato 1300 soldati. Il comando di Rapid force si trova presso US Army Europe (USAREUR), che recentemente ha addestrato le forze in Afghanistan e sostenuto le operazioni militari in Libia. Il Pentagono ha confermato, dopo aver sospeso esercitazioni, incontri bilaterali, visite e conferenze di pianificazioni con la Russia, invece, l’esercitazione Rapid Trident del luglio 2014 che si svolgerà lungo il confine con la Polonia e ha annullato l’esercitazione Atlas Vision che avrebbe dovuto svolgersi nella città di Cheljabinsk nella Russia orientale. Il parlamento ucraino qualche giorno fa ha approvato altre esercitazioni in terra ucraina: ‘Public Order 2014′ con la polizia militare polacca, ‘Safe Sky 2014′ con l’aeronautica militare polacca, ‘Sea Breeze 2014′ con i militari di Washington, ‘Light Avalanche 2014′ e ‘Carpazi 2014′ con truppe di diversi Paesi, e infine ‘Sud 2014′ con le fanterie di montagna dell’esercito rumeno e moldavo.
Ma c’è stata un’altra esercitazione militare che avrebbe dovuto far riflettere riformisti e centristi, ed è quella condotta dalle forze Nato dal 2 al 9 novembre del 2013 in Polonia e nei Paesi Baltici. Gli analisti militari l’hanno valutata come la più grande esercitazione militare della Nato nell’est europea: 6 mila militari, 350 veicoli blindati, 13 navi e oltre 50 aerei ed elicotteri. L’esercitazione simulava l’invasione di un paese chiamato Botnia che avrebbe invaso l’Estonia. Non c’è bisogno di essere laureati alla Sorbona per capire che la Botnia è la Federazione russa. Gli stalinisti è tutti coloro che s’infiammano per Putin dovrebbero riflettere che il governo russo non ha aperto bocca su quell’esercitazione. La burocrazia, prima e dopo il dicembre del 1991, offuscata dal desiderio di coesistere con l’imperialismo e dalla sopravalutazione di se stessa, è stata sempre raggirata dai vertici politici e militari dell’imperialismo. Trotsky pronosticò che la vittoria del fascismo in Germania avrebbe necessariamente portato all’aggressione dell’URSS, mentre Stalin e i suoi fecero l’alleanza nel ’39 con Hitler e sguarnirono le frontiere occidentali di ogni difesa. Stalin e la burocrazia oltre ad essere dei traditori erano pure dei coglioni. Putin prosegue la tradizione.
A riformisti e centristi è sfuggito un dato politico della massima importanza per comprendere cosa succedeva in Euro-Maidan. Dal 2012 la Romania e la Bulgaria ci sono possenti movimenti di massa contro le misure imposte dall’UE e ai primi di quest’anno si è rivoltato il proletariato bosniaco con lo slogan “non ci dividerete più”. L’iniziativa dell’imperialismo Usa e tedesco in Ucraina va vista, anche, come tentativo per ostacolare la lotta anticapitalista in Romania e Bulgaria. Le ‘masse’ anti-Yanukovitch hanno innegiato all’Unione Europea mentre in Bosnia, in Romania ed in Bulgaria le masse lottano contro il Direttorio di Bruxelles. Tutto ciò non ha aperto gli occhi a riformisti e centristi?