Dalle sezioni del PCL

Alex Callinicos, una copertura a sinistra dell’imperialismo

24 Marzo 2014

Alex Callinicos dirigente e teorico dello SWP (UK) e di Internacional Socialist Tendency,nell’articolo del 3 marzo sul settimanale Socialist Worker, Putin alza la posta in gioco della crisi imperialista in Crimea(Putin raises the stakes in imperialist Crimea crisis), coerentemente con la teoria dell’URSS quale capitalismo di stato burocratico, teoria fondativa del revisionismo di questa corrente politica, nasconde la reale direzione di marcia dell’imperialismo, così come la sua organizzazione internazionale fece ai tempi della guerra in Corea.
Questa teoria non rende conto della storia della lotta di classe mondiale dal 1917: per l’imperialismo, da allora, la direttrice di marcia è stata quella della riconquista di ciò che aveva perso con la vittoria del proletariato rivoluzionario dell’ex impero zarista. Se la condizione di questo prima della Rivoluzione d’Ottobre era quella di una semicolonia, la restaurazione dell’imperialismo nei paesi che avevano liquidato il capitalismo avrebbe riportato questi paesi nella condizione di semicolonie. La burocrazia usurpatrice, dai tempi di Stalin, e quella restaurazionista di Gorbaciov, Eltsin e Putin sono accomunate dall’illusione di poter “coesistere” con l’imperialismo. Per la prima il prezzo da pagare è stato quello di affossare la rivoluzione mondiale ogni volta che questa si manifestasse in singole crisi rivoluzionarie, per la seconda il prezzo da pagare per i dollari e gli euro prestati, al di là dell’esibizioni di potenza militare come nella crisi georgiana, è quello di ritirarsi progressivamente e far avanzare l’imperialismo degli USA e dell’UE in quelli che erano i territori dell’ex URSS.
Callinicos accusa i marxisti, che hanno definito quanto è successo in Ucraina il 21 di febbraio un colpo di stato fascista, di essere dei papagalli di Putin. Callinicos ha pubblicato il suo articolo circa due settimane dopo la formazione del governo golpista. In questo governo sono quattro i ministeri dati ad esponenti di Svoboda, l’ex partito social-nazionale dell’Ucraina. Fra questi ministeri c’è quello della difesa affidato all’ammiraglio Ihor Tenyuk. Anche il segretario del consiglio nazionale della sicurezza e la difesa, Andriy Paruby è membro e cofondatore di Svoboda. Il vice di Paruby è Dmitry Yarosh, capo del partito Praviy Sector (Settore Destro) che nei giorni che hanno preceduto il golpe ha esibito le sue strutture armate. Al governo dell’Ucraina ci sono gli sgherri al servizio dell’imperialismo tedesco e statunitense.
Secondo il teorico di Internacional Socialist Tendency l’Ucraina conta molto di più per la Federazione russa che per gli Usa o l’UE e per gli USA è più importante concentrarsi nell’Asia orientale. Per avvalorare la sua tesi della secondaria importanza dell’Ucraina per l’imperialismo, Callinicos riporta l’intenzione manifestata da Hagel, il segretario della difesa Usa di voler ridurre l’esercito da 566mila unità a 440-450 mila soldati. L’ipocrisia di Callinicos tocca l’apice. Un economista borghese, Mitchell A. Orenstein commentando l’iniziativa dell’imperialismo in Ucraina ha scritto che: “un decisore politico che cerca di farsi rieleggere in un’economia stagnante deve stimolare la crescita. Questo è uno dei principi fondamentali della politica moderna. E tuttavia, l’Occidente, che vuole aiutare i suoi alleati nel governo di transizione dell’Ucraina a vincere le elezioni generali del 25 maggi, sembra averlo dimenticato. Al contrario, dei piani sono in corso per imporre all’Ucraina una serie di “riforme” economiche che l’Europa dell’est non ha mai visto” (Project&Syndacate, 11 marzo). Le “riforme” riguardano il taglio drastico delle pensioni, la svalutazione della moneta ed il taglio alle sovvenzioni per il riscaldamento. Il taglio delle sovvenzioni per il riscaldamento in Ucraina significa far morire di freddo le famiglie della classe lavoratrice. Il FMI vuole che queste misure siano varate prima delle elezioni ed il capo del governo Yatsenyuk ha detto : “Non abbiamo altre opzioni”. Ecco a cosa serve il governo fascista ucraino con le sue bande di sicari a schiacciare nel sangue la rivolta che ci sarà quando queste misure saranno attuate.
Callinicos fa del sarcasmo su quei settori della sinistra che ritengono che “dietro la crisi ucraina ci siano i neoconservatori che premono per la guerra alla Russia è questo è un non senso allo stato puro” Disquisire se questa tensione porterà ad un conflitto mondiale, non è un non senso. Ma per andare avanti nella restaurazione del dominio imperialista nella Federazione russa non è necessario un nuovo conflitto mondiale, anche perché i primi a non volerlo sono gli oligarchi restaurazionisti russi ed il loro governo. L’avanzata dell’imperialismo dal dicembre del 1991 ha fatto notevoli passi in avanti. L’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la polonia, la repubblica Ceca, la Slovacchia, la Slovenia, l’Ungheria, la Romania e la Bulgaria sono paesi della Nato. L’avanzata in Ucraina ha dietro di sé le forze Nato e USA in questi paesi. Nel 2010 sono state completate le basi militari in Romania ed in Bulgaria. Nel 2010 Obama annunciava l’installazione di un nuovo sistema di missili intercettori da completare entro il 2020. Il primo passo è stato è stato quello di collocare i sistemi d’arma esistenti sulle cacciartopediniere e incrociatori della classe Aegis. Nel dicembre del 2009 Obama firmò col governo polacco un accordo per collocare in Polonia i missili Patriot. Il 23 Ottobre del 2013 al vertice dei Ministri della Difesa NATO di Bruxelles, fu ribadito che “il sistema di difesa antimissilistico è necessario per rafforzare e dare compattezza alle strutture difensive dei Paesi dell’Occidente, in particolare di quelli dell’Unione Europea, in cui la crisi ha imposto tagli consistenti alle forniture per le forze armate”. Le forze armate della Federazione russa non costituiscono, come quelle cinesi, un pericolo mortale per l’imperialismo.
Callinicos ricorda che “i socialisti in occidente devono opporsi a qualsiasi intervento militare da parte degli USA o della Nato in Ucraina. Ma la crisi ci ricorda che l’imperialismo non può essere ridotto a dominio americano. Si tratta di un sistema di concorrenza economica e geopolitica tra le principali potenze capitalistiche”. Dovremo allora considerare la Federazione russa una potenza imperialistica? Vediamo alcuni dati: il prodotto interno lordo russo 2015 migliaia di miliardi di dollari, insomma una dimensione tra Olanda e Italia, il Pil tedesco è di 3,4 migliaia di miliardi di dollari, quello brasiliano di 2253 migliaia miliardi di dollari; l'export della Ue verso la Russia ammonta a circa l'11 per cento del totale, mentre l'export russo verso la Ue è sul 50 per cento del totale, per fare un raffronto la Polonia vende in Germania il 26% delle sue esportazioni; il debito estero russo dal 10,5 per cento del pil nel 2012 è più che raddoppiato al 22 per cento attuale; fino al settembre del 2013 le banche estere hanno prestato 242 miliardi di dollari al settore pubblico ed a quello privato; le banche europee vantano un credito di 184 miliardi di dollari, pari al 76% complessivo dell’esposizione del sistema finanziario nei confronti della Russia; le banche americane hanno crediti per 36,7 miliardi di dollari, quelle giapponesi 16,3 miliardi di dollari; le più grandi banche di investimento del mondo sono presenti sul mercato russo, dove competono con gli istituti locali in numerose attività finanziarie. L’imperialismo russo esiste solo nella testa di Callinicos. La situazione della Russia conferma le previsioni del movimento trotskista: la restaurazione capitalista l’ha ridotta di nuovo a semicolonia.
L’imperialismo ha sempre plasmato la sua tattica restaurazionista sull’illusione della burocrazia di poter “coesistere” con l’imperialismo e sulla sua ottusità politica. Le trappole politico-militari messe alla burocrazia usurpatrice e a quella restaurazionista hanno spinto queste ad esibire i muscoli e ad avventure militari che l’hanno screditata, alimentando le isterie nazionaliste interne ed esterne. Questa è la base su cui poggiano le ideologie dell’imperialismo democratico, la cui ultima manifestazione è Lettera aperta sul futuro dell’Ucraina di un nutrito numero di intellettuali filo imperialisti, tra i quali quel buffone di Slavoj Zizek e l’italiota Paolo Flores d?Arcais. Nella Lettera, pubblicata nei primi del febbraio scorso, non c’è un solo accenno alle bande dei fascisti e degli antisemiti ucraini. I firmatari si scaldano contro “l’espansionismo russo”. Il punto della questione ucraina non è quello della questione nazionale ma quello di mobilitare la sinistra europea contro il governo reazionario di Yatsenyuk. Quando le masse ucraine e russofone insorgeranno contro questo governo, gli oligarchi moscoviti si faranno in quattro per dare una mano all’imperialismo, affinchè non si estenda il contagio in Russia. L’unico modo per far comprendere alle masse russofone dell’Ucraina e della Crimea che non è la bandiera di Putin a difenderle, è l’iniziativa politica in Europa contro il governo reazionario dell’Ucraina ed il sostegno alle forze della sinistra ucraina.
Gian Franco Camboni sezione sassarese del PCL

gian franco Camboni

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