Dalle sezioni del PCL
Appello per un comitato dei lavoratori bellunesi per la salvaguardia dei territori montani e periferici
13 Marzo 2014
Lo sappiamo tutti e non si può metterlo in discussione, vivere nel bellunese (e soprattutto in alcune sue aree) comporta non poche problematicità. Non sono lacrime di coccodrillo di chi, ben agiato, vuole ancor più la pancia piena (questi certo ci sono), ma è una problematicità che riguarda la classe lavoratrice e gli strati popolari bellunesi, riguarda le loro condizioni di vita, per ragioni elementari: la posizione e la conformazione geografica, inseriti nel dualismo centro-periferia sviluppato da secoli dal sistema economico di produzione capitalistico. Esiste quindi una specificità del territorio bellunese, come per gli altri territori montani e periferici.
Problematicità che riguardano il lavoro, lo spopolamento, i servizi (sanità, istruzione, sociale, ma non solo), il trasporto, spese maggiori su diversi fronti, la rappresentatività, l'ambiente schiavizzato al turismo predatore di massa..
E dalla notte dei tempi la politica è sollecitata da queste spinte, soprattutto qui in questo territorio incuneato tra due regioni autonome a statuto speciale che hanno quindi relativamente più risorse. Ad ogni ciclo sorgono movimenti, che si fanno baluardo degli interessi dei bellunesi. In realtà proprio tutti questi movimenti, o cadono nell'impostazione politica di fondo (sostegno all'apparato politico integrato a questo meccanismo di dominio-sfruttamento) o si caratterizzano come movimenti per gli interessi di settori della popolazione che non hanno nulla a che fare con la classe lavoratrice, con la maggioranza dei bellunesi. Nel passato la sinistra tradizionale è andata a ruota di questi movimenti, oggi è incapace di dare una risposta autonoma.
Seguire la strada della questione delle tasse (lo sgancio dal contesto nazionale, mezzi furbeschi per favorire fette di imprenditori), di maggior profitti privati, o magari la stessa rivendicazione dell'autonomia (attraverso la formula di regione dolomitica con Trentino e Bolzano), il tutto condito da una coltivazione di una identità nazional-bellunese, è un errore strategico oltre che un crimine politico e sociale.
La questione non si risolve con le piccole patrie, i lavoratori e le masse popolari hanno anzi l'interesse ad esser il più unite possibile, su scala nazionale ed internazionale, dati gli interessi comuni. Il punto non è se comanda Roma, o Venezia, o Belluno, bensì chi comanda in questi centri di potere, se il capitale o il lavoro.
A questo punto, in questa fase, l'attacco del governo si fa ancora più profondo: eliminazione delle provincie, accorpamento dei comuni, taglio dei servizi essenziali (già scheletrici).
E' urgente quindi dare una risposta, e non lasciare questo campo a BARD o Lega Nord, forze populiste e reazionarie al servizio del capitale.
La sezione di Belluno del Partito Comunista dei Lavoratori fa appello per la formazione di un comitato dei lavoratori bellunesi per la salvaguardia dei territori montani e periferici. Un comitato democratico e rappresentativo che elabori una piattaforma comune.
Ci rivolgiamo così ai movimenti sociali, alle organizzazioni sindacali, ai partiti della sinistra, alle varie associazioni presenti nel bellunese, ai singoli individui, per questo importante compito.
Un comitato che organizzi una lotta reale contro gli attacchi antidemocratici e di macelleria sociale che provengono dal governo, contro quindi l'abolizione delle provincie e per una loro rappresentatività, per la rivendicazione di migliori condizioni di vita, partendo dal lavoro, dai servizi, sanità, istruzione, settore sociale, trasporti, per la salvaguardia dell'ambiente, tutti elementi da porre secondo noi sotto un controllo ed una gestione dei lavoratori. Per l'unità di lotta e di intenti con i lavoratori e le masse popolari degli altri territori montani e periferici, e con i lavoratori e le masse popolari di tutta Italia, per una gestione pubblica ed equa dell'intero territorio.
Per info e sostegno: pcl.belluno@gmail.com