Dalle sezioni del PCL

PIAGGIO AERO : BOLLETTINO GENNAIO 2014

" Lotta di classe " , Bollettino Gen. 2014

29 Gennaio 2014

“ L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi!! “ (K.Marx)

EDITORIALE :

IL JOB ACT DI RENZI : UNA FREGATURA PER I LAVORATORI, UNA MANNA PER I PADRONI

La proposta Renzi sul lavoro registra il plauso del “Commissario europeo per l'occupazione”, l'incoraggiamento di Confindustria, l'entusiasmo di Bonanni. Non ci stupiamo. Infatti la sua direzione di marcia è in continuità con le politiche di attacco ai lavoratori degli ultimi 30 anni, in Italia e in Europa.

Si rivendica la liberazione delle imprese dall' ”eccesso di regole”. Per questo si annuncia di fatto una
“deregolamentazione” delle tutele, spacciata come lotta alla burocrazia. Significa più ricattabilità dei lavoratori, a beneficio del profitto e dell'evasione fiscale e contributiva.
Si rivendica la riduzione della “pressione fiscale” sulle imprese, già beneficiate da 20 anni di detassazione dei profitti. Per questo si annuncia una riduzione del 10% dei costi sull'energia per le imprese (oltre 1 miliardo) e la riduzione del 10% dell'Irap (tra i 2 e i 3 miliardi circa), presentate al solito come “spinta alla crescita e all'occupazione”. Ma l'esperienza dice che le regalie ai capitalisti non creano lavoro, semmai lo distruggono; che a pagare i regali saranno i tagli sociali ( meno sanità, meno asili nido,...) ; che l'unica “crescita” assicurata è quella dei portafogli padronali.

Si rivendica “un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti”, una “riduzione delle varie forme contrattuali”, “un sussidio universale” per chi perde il lavoro.

Significa che le vecchie leggi di precarizzazione resteranno, salvo quelle meno usate dai padroni e dunque inutili; e che a queste si aggiungerà l'eliminazione dell'art.18 per i nuovi assunti, che per tre anni (secondo la versione più favorevole) potranno essere licenziati senza giusta causa (altro che...”tempo indeterminato”); che la cassa integrazione sparirà assieme al posto di lavoro, in cambio del “sussidio universale”: un piccolo assegno per di più sottoposto a condizioni ricattatorie (per es. l' obbligo ad accettare anche lavori più degradanti).

Chi può meravigliarsi dell'accoglimento favorevole da parte dei capitalisti dell' offerta di tanta manna?
Del resto non è un caso che Renzi accompagni la propria proposta sul lavoro all'esaltazione del Made in Italy e all'annuncio di un sostegno privilegiato ai settori che “competono e vincono sul mercato internazionale” (agroalimentare, design, alta moda...).

Sono i capitalisti rampanti della Leopolda, quelli che costruiscono i propri successi su salari da 8 euro lordi l'ora e che sono il più diretto supporto del renzismo.

Per questo colpisce l'apertura a Renzi da parte di CGIL e Landini, impegnati addirittura a scavalcarsi reciprocamente nel ruolo di primo attore della negoziazione con Renzi. La loro logica non è sindacale, è politica. Non scelgono la difesa incondizionata del lavoro contro un populista confindustriale e i suoi programmi.

Si contendono attenzioni e relazioni dell'uomo vincente del campo avverso, per ritagliarsi un proprio spazio di apparato. Col risultato di fornirgli legittimazione e copertura a sinistra, nel momento stesso in cui il renzismo cancella definitivamente dentro il PD liberale ogni residua traccia simbolica della sinistra italiana.

Lo stesso Vendola, che un anno fa definiva Matteo Renzi un nuovo Berlusconi, oggi ne esalta “lo stile vitale”, la “capacità di interpellare la vita”, la “volontà di rompere la separatezza del Palazzo dai cittadini”, fino a proporgli “un progetto comune“.

Cosa c’è dietro a questi voltafaccia? Semplice: Renzi ha conquistato non solo la guida di un partito in cerca d’autore (PD) ma il cuore di larga parte della borghesia italiana, dai suoi salotti tradizionali ai settori rampanti dell'alta moda e dell'agroalimentare ( inclusi quelli che pagano gli operai 8 euro lordi l'ora). Quindi una sinistra che cerca ministeri a fianco del PD, o che vuole buone relazioni con un suo futuro possibile governo, deve prenotare l'accordo con Renzi. E deve farlo al più presto per evitare che altri gli soffino il posto.

E' la riprova clamorosa, una volta di più, della necessità di costruire nelle lotte un'altra direzione politica e sindacale del movimento operaio italiano: autonoma dai padroni e dai loro partiti e necessariamente anticapitalista e rivoluzionaria.
ECHI :

NON C’ E’ PIU’ TEMPO DA PERDERE
Dopo l’ annunciato piano che prevede il taglio di 540 posti di lavoro complessivi, tra esuberi ed esternalizzazioni, la Direzione di Piaggio ha recentemente annunciato che entro Aprile intende iniziare il trasferimento delle attività produttive dai siti di Sestri e Finale al nuovo sito di Villanova d’ Albenga, per essere operativo tra fine 2014 e inizio 2015. Ciò significa che l’ Azienda inizierà a breve ad attuare i licenziamenti e le esternalizzazioni annunciate, e poco importa se ci saranno nuovi assetti societari ai vertici, ora quello che conta è impedire la realizzazione di questo piano. Quindi per i lavoratori non c’è più tempo da perdere, o si decidono a lottare con decisone o niente potrà impedire l’attuazione del piano di tagli annunciati.

L’ ACCORDO DI PROGRAMMA DEL 2008 E’ CARTA STRACCIA
Con il nuovo piano industriale, l’ Azienda fa carta straccia dell’ Accordo di Programma del 2008 (che prevedeva 2 siti produttivi in Liguria e 1300 addetti), Come avevamo previsto e denunciato in più occasioni, a Genova e a Finale, si è trattato di un accordo farlocco che è servito solo all’ Azienda per svincolare le aree industriali di Finale Ligure, ricavandoci oggi un profitto di ben 57 milioni di euro. Facendosi beffa degli impegni presi con i lavoratori.

MOBILITARSI FIN DA ORA IN VISTA DEL 30 GENNAIO
Per il prossimo 30 Gennaio è previsto un’ incontro tra Azienda e Sindacati a Roma c/o il Ministero dello Sviluppo Economico, per discutere del nuovo piano aziendale, come richiesto da sindacati e parlamentari regionali del PD. Il ruolo di mediatore che il governo intende assumere sulla vicenda non deve trarre in inganno i lavoratori di Piaggio: infatti si tratta di un governo schierato dalla parte dei capitalisti e non dei lavoratori; un governo che in più occasioni ha espresso la volontà di privatizzare grandi aziende di Stato come Fincantieri e Finmeccanica, il che la dice lunga sui reali intenti di questo governo. Perciò se i lavoratori di Piaggio intendono evitare il rischio che tale incontro rappresenti l’ ennesimo teatrino perditempo messo in atto dalla politica, occorre che si mobilitino fin da ora con scioperi e cortei in vista dell’ incontro, e che a Roma ci vadano in tanti per manifestare sotto i palazzi romani. Ai lavoratori diciamo: puntate a conquistarvi una visibilità mediatica a livello nazionale, perché ciò potrà solo aiutarvi nella vostra lotta.

PRETENDERE CHIARIMENTI DALL’ AZIENDA E DALLA POLITICA
Il giorno 23 Dicembre 2013 il Consiglio comunale, all’ unanimità, aveva votato un ordine del giorno che impegna il sindaco Doria e la sua giunta a confermare che tutte le aree utilizzate attualmente da Piaggio Aero a Sestri mantengano l’attuale destinazione industriale, per impedirne un loro cambio d’ utilizzo. Bene, ma ad oggi non si conoscono ancora quali saranno le destinazioni d’uso di queste aree; se l’ azienda intende mantenere solo l’ attività di manutenzione, ci saranno delle aree inutilizzate, siamo sicuri che non ci saranno cambiamenti per queste aree?. E’ bene che al più presto si faccia chiarezza, mediante una conferenza di servizi per la destinazione d’uso delle aree interessate. Inoltre, serve chiarezza sulla mission produttiva di Piaggio, perché pensare che basti produrre l’ aereo senza pilota per garantirsi prosperità sui mercati, è pura illusione. Qualunque cosa ne dica l’on. Pinotti in proposito, è un dato di fatto che non si tratta di un modello unico in Europa, perché già altri Paesi come Francia, Gran Bretagna, Olanda e Germania lo producono e commercializzano, e pertanto Piaggio Aero dovrà fare i conti con la concorrenza di questi paesi….

RESPINGERE IL PIANO PADRONALE CON UNA LOTTA RADICALE
Il piano Piaggio va respinto, non può essere negoziato. Il ritiro del piano può essere raggiunto solo con un’ azione di lotta radicale, che metta al centro l’occupazione degli stabilimenti liguri ad oltranza, sino alla revoca del piano. Con l’ attivazione di una cassa di resistenza, a sostegno di tale occupazione. Se le direzioni sindacali non intendono attivarsi in tal senso, preferendo la solita linea concertativa moderata, un’ assemblea dei lavoratori può eleggere al suo interno un comitato di sciopero, che autorganizzi la lotta.


Se questo bollettino ti è piaciuto, fallo circolare !

PCL - GENOVA

CONDIVIDI

FONTE