Rassegna stampa

«Né col centrodestra, né col centrosinistra»

Potrebbe essere lo slogan di Nazzarena Desideri dei Comunisti lavoratori, la quarta candidata a sindaco di Rieti (firme permettendo)

15 Aprile 2007

articolo tratto da "www.vocidipiazza.it"
Quotidiano d'informazione della provincia di Rieti

«Per una politica amministrativa trasparente, che tenga conto dei bisogni reali dei cittadini (abolizione dell'Ici per chi possiede una sola casa, censimento delle case sfitte, ripristino dell'Ici per gli istituti religiosi, lavoro, rivalutazione ed efficienza dell'ufficio di collocamento, città a misura di bambino, percorsi facilitati con marciapiedi e scivoli accessibili), chiediamo la vostra firma per presentare la lista del Pcl. Potete firmare tutti i giorni feriali, compreso il sabato, dalle 9 alle 13, presso l'Ufficio relazioni con il pubblico, sotto i portici di piazza Vittorio Emanuele II».

Ha ancora poco più di una decina di giorni Nazzarena Desideri per convincere chi ancora convinto non è, a sottoscrivere la sua candidatura a sindaco. Certo è che gli argomenti usati sono di quelli che fanno presa. «Cari elettori ci rivolgiamo a voi, in particolare ai cittadini che pensavano, con le ultime elezioni politiche, che il nuovo governo di centro sinistra cambiasse qualcosa. Le prossime elezioni comunali di Rieti si configurano, ancora una volta, come competizione tra ceti politici. Dietro il possibile risultato elettorale, gli apparati dei partiti, di destra e di sinistra, si mobilitano per spartirsi la torta». E’ il messaggio per nulla cifrato che la Desideri fa circolare in questi giorni per le strade della città, sotto forma di volantino.

Sono aspirazioni ambiziose quelle della Desideri che, insieme al suo partito, dice di voler fare: «una proposta antifascista, che riproponga per intero la nostra Costituzione nata dalla Resistenza; una proposta che liberi i lavoratori dalla subalternità ai poteri forti (banchieri e padroni) dove la sinistra riformista, da Ds a Prc li ha costretti; una proposta che ponga fine alla privatizzazione dei servizi e valorizzi la "cosa pubblica"». Poi un lungo rosario di colpe da addossare a Prodi e al suo governo, per aver «aumentato le spese militari; ha ritirato le truppe dall'Iraq, secondo i piani previsti dal governo precedente; ha tagliato i finanziamenti alla scuola pubblica, mentre i soldi per le scuole private si sono trovati; ha aumentato i ticket per le visite specialistiche e per il pronto soccorso; ha anticipato di un anno il "furto" del trattamento di fine rapporto che, sicuramente, farà guadagnare le banche; Comuni e Regioni aumenteranno le imposte, dopo aver subito la riduzione dei finanziamenti».

Insomma, un disastro. Senza contare la sudditanza agli Usa dell’attuale governo che «ha dato via libera al raddoppio della base militare di Vicenza». Così mentre l'Italia mantiene impegnato all’estero il più alto numero di soldati dalla fine della seconda guerra mondiale «continuano – aggiunge la Desideri - ad esistere la "legge 30" e il "pacchetto Treu", che condannano al precariato perpetuo milioni di lavoratori giovani e vecchi». «Siamo usciti da Rifondazione comunista – conclude Nazzarena Desideri - perché la deriva governista di Bertinotti ha determinato la situazione attuale, dove non è vero che la "sinistra radicale" tiene in ostaggio la maggioranza del governo, ma, se mai, è vero il contrario e cioè che Prodi può permettersi certe decisioni impopolari proprio perché la sinistra radicale glielo consente, al solo scopo di salvare le poltrone. Il nostro partito, vuole ridare dignità a tutti i lavoratori e non scenderà a patti né col centrodestra né con il centrosinistra».

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