Dalle sezioni del PCL
GENOVA: BOLLETTINO AMT DICEMBRE 2013
" Lotta di classe ", bollettino AMT, Dicembre 2013
9 Dicembre 2013
EDITORIALE:
CONTRO L' IPOCRISIA SULLA TRAGEDIA DI PRATO, PER L' UNITA' DI TUTTI I LAVORATORI
L'ipocrisia sui 7 operai cinesi morti a Prato è rivoltante.
Operai che lavoravano in condizioni di semi-schiavitù in aziende dove lo sfruttamento è prassi comune, dove non esistono sindacati, dove non esiste nessuna tutela per migliaia di lavoratori in una città, Prato, famosa nel mondo per la sua industria tessile.
Eppure le condizioni di schiavitù di decine di migliaia di operai cinesi, non solo a Prato, non sono affatto lo “scandalo”di cui parla con finta aria meravigliata la grande stampa. Non sono il prodotto dei misteri imperscrutabili della “comunità cinese”, come recita la vulgata mediatica. Non sono l'effetto dell' insufficiente controllo delle autorità locali o di una violazione della “normale” concorrenza del mercato e delle sue leggi.
Sono esattamente il prodotto delle leggi di mercato, e della loro “normalità”. Quelle che permettono alle grandi aziende del Made in Italy dell'abbigliamento e della moda di servirsi normalmente di laboratori tessili, dove si applicano super-sfruttamento e condizioni di schiavitù , allo scopo di abbattere i costi di produzione e massimizzare i profitti.
Gli operai cinesi non sono solo vittime di caporali o padroncini cinesi. Sono vittime innanzitutto di quei capitalisti italiani, tanto stimati e fiore all'occhiello di grandi sfilate e delle esportazioni tricolori: i Prada, i Fendi, i Dolce - Gabbana,...
Lo Stato borghese non è affatto“inadempiente”. Al contrario è perfettamente... adempiente alla propria funzione di
classe.
Le autorità locali fanno ispezioni solo per mettere multe e far cassa per conto dei comuni: una sorta di pizzo legale per lucrare sulla schiavitù operaia e chiudere un occhio.
I vari governi nazionali hanno già provveduto con le leggi sull'immigrazione: che condannano migliaia di operai alla “clandestinità”, quindi al silenzio e all'impotenza di fronte ai propri sfruttatori, stranieri o italiani che siano.
I 7 operai cinesi di Prato, morti nel rogo del proprio carcere, sono da tutti i punti di vista, vittime della “legge” del capitale. Non della sua violazione.
Le prediche “democratiche” sul “prevenire casi come questo”, “aumentare i controlli istituzionali” ecc ..., sono solo il patetico paravento umanitario dei complici di un crimine: che vogliono che tutto resti com'è ,salvo pulirsi la coscienza con qualche lacrima di coccodrillo.
I comizianti xenofobi alla Grillo, difensori del reato di clandestinità, sono anche peggio: cercano di lucrare voti sulla pelle dei lavoratori , mettendo gli uni contro gli altri, italiani contro migranti.
La verità è che solo misure anticapitaliste possono recidere alla radice le cause del crimine di Prato: espropriare le aziende criminali committenti dell'alta moda e delle grandi griffe; introdurre il reato di sfruttamento del lavoro nero; dare lavoro diritti e libertà alle vittime di schiavitù e super sfruttamento; abolire le leggi criminogene sull'immigrazione, dando permesso di soggiorno e dignità a tutti i lavoratori indipendentemente dalla loro etnia.
E' necessario un partito di classe che difenda i lavoratori, al di là di ogni frontiera e bandiera. E' necessario battersi in ogni lotta per la prospettiva rivoluzionaria di un governo dei lavoratori: l'unico che possa varare quelle misure anticapitaliste . L'unico che possa fare giustizia dell'omicidio di Prato e costruire un'altra società.
ECHI:
MULTE DEL PREFETTO: LA VENDETTA DELLO STATO CONTRO I TRANVIERI
Dopo il danno la beffa. Prima un accordo che umilia 5 giorni di lotta scaricando sul taglio delle linee collinari i costi di risanamento, con un colpo annunciato agli organici e al servizio ( a proposito degli “interessi dell'utenza”). Poi la punizione per aver lottato: che smentisce una volta di più le “garanzie” ipocrite fornite dai dirigenti sindacali in assemblea dei lavoratori. Prefettura e “Autorità” hanno atteso che le burocrazie sindacali liquidassero una grande lotta sfuggita loro di mano, per esercitare la propria vendetta sui lavoratori. Sino a che lo sciopero compatto era in piedi le “autorità” non potevano che balbettare, perchè i rapporti di forza non consentivano altro. Ora che lo sciopero è stato spezzato da chi doveva guidarlo, scoprono la severità della “legge”. Dimostrano solo una cosa: che la vera legge è quella dei rapporti di forza. E rivelano una grande paura: quella del possibile contagio della ribellione dei tranvieri ad altre aziende e categorie. Questa e non altra è la vera ragione di fondo delle multe del Prefetto. Pertanto appellarsi al TAR è solo una perdita di tempo. Solo con la lotta i lavoratori di AMT potranno respingere le multe. Il PCL - l'unico partito intervenuto nell' assemblea della Sala Chiamata del porto a sostegno della continuità della lotta - si batterà, con una ragione in più, perchè venga bocciato il recente accordo nel prossimo referendum, e la lotta riprenda in condizioni nuove sotto la direzione democratica dei lavoratori stessi.
FIRENZE : LA BELLA LOTTA DEI LAVORATORI DI ATAF
La grande e partecipata manifestazione di giovedì 4 dicembre, con quasi mille lavoratori di ATAF in corteo (e delegazioni di tranvieri di Genova e Roma), e il blocco totale del trasporto pubblico, ha dato il via alla lotta radicale dei tranvieri di ATAF, durata ben 3 giorni, contro gli effetti della sciagurata privatizzazione dell' Azienda: licenziamenti, tagli di stipendio e al servizio, e la recente ipotesi di spacchettamento...É stata una ribellione di massa contro “un sindaco bugiardo”, come recitavano gli striscioni della lotta: contro una privatizzazione che colpisce organico e servizio del trasporto cittadino, ridicolizzando la propaganda nazionale del sindaco sui propri “successi” di amministratore. Per ora , la lotta è terminata il 7 c.m., poiché ATAF ha deciso di sospendere il progetto di spacchettamento dell’Azienda, e di taglio al servizio. Ma è evidente ai più che si tratta di una tregua momentanea. Renzi è solamente un populista confindustriale che si mette al servizio dei poteri forti, a Firenze come in Italia. La ribellione dei tranvieri contro Renzi è l'anticipazione dell'opposizione sociale che potrebbe incontrare domani sul piano nazionale, da segretario del PD e/o eventuale presidente del Consiglio. Come già a Genova, la lotta radicale dei tranvieri indica la via ai lavoratori di tutta Italia. Per questo è rimasta a lungo nel silenzio mediatico. Solo una ribellione di massa dei lavoratori può strappare risultati significativi e duraturi, e segnare una svolta vera dello scenario politico. Il PCL, presente nella lotta di Firenze come di Genova, si batte e si batterà per tale obiettivo.
LA LOTTA DEI TRANVIERI DI ATAC - ROMA
Nei primi giorni di Novembre è esplosa la protesta dei tranvieri di ATAC, contro la malagestione, gli straordinari obbligatori, i bassi stipendi, il taglio delle ferie, il mancato pagamento del premio di produzione (300 euro) da 4 anni, lo stato fatiscente dei mezzi, e la legge antisciopero. L' azienda versa in condizioni pessime sia a causa dei tagli nazionali al TPL e sia per un indebitamento strutturale di 1,6 miliardi di euro – frutto di una malagestione decennale e delle ruberie continue dei vari amministratori – ultima in ordine di tempo quella relativa ai biglietti falsi (almeno 70mln di euro sottratti alle casse aziendali). Contro il parere delle principali dirigenze sindacali, i lavoratori hanno intrapreso tre giornate di scioperi e mobilitazioni senza preavviso. Purtroppo, però, la mancanza di una direzione alternativa della lotta, ha consentito alla fine ai Sindacati confederali di poter firmare con l' Azienda un accordo deludente: che prevede la sospensione fino a dicembre (!) della ristrutturazione aziendale su condizioni di lavoro e numero delle corse, un generico riequilibrio di organico tra n. di autisti e n. di amministrativi, e il rinnovo fino al 2019 dell' attuale contratto di servizio. Ma resta aperta la possibilità della privatizzazione e/o del suo smembramento mediante l' ipotesi della creazione di un' Agenzia Regionale di TPL, tanto cara alla giunta Marino.
PER UNA LOTTA GENERALE DEL SETTORE
La situazione delle Aziende di Genova, Roma, Firenze è identica a quella di tante altre aziende di trasporto pubblico locale. Su 1140 Aziende del settore, pubbliche e private, il “43-44 % è tecnicamente fallito“ ha spiegato di recente il sottosegretario ai Trasporti Erasmo De Angelis. Pesano i tagli dei finanziamenti statali al settore: il Fondo Unico Nazionale è di soli 4,9 miliardi di euro a fronte di un fabbisogno di 6,4 miliardi. La logica del pareggio di bilancio dei vari governi nazionali, in linea coi vari diktat della Troika (UE-BCE-FMI), se non verrà respinta con la lotta unitaria dei lavoratori del settore, porterà in breve tempo al tracollo dei servizi stessi, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.
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