Dalle sezioni del PCL

Contro il finanziamento alle “missioni” di guerra. “Né un uomo, né un soldo…”

Volantino del Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori - Torino

29 Giugno 2006

Così il socialista A. Costa nel 1885, parafrasando Bebel, denuncia al parlamento la prima avventura coloniale italiana in Eritrea. Da allora centinaia di guerre imperialiste si sono succedute, da allora un filo rosso lega i rivoluzionari di ieri a quelli di oggi che lottano contro il capitalismo e per una società senza guerre e senza sfruttamento.

Nella finanziaria del 2005 ai 22 miliardi di € di spesa militare si sono aggiunti altri 1,2 miliardi extra per altre missioni ( Irak, Afghanistan … ) Considerando che a pagare sono i lavoratori , il costo del tutto è di oltre 1000 € a testa (fonti Sipri e Min. difesa).
Il voto per il finanziamento delle “missioni” (Balcani, Afghanistan, Irak, Libano, Egitto… ) da parte della attuale “sinistra di governo” (futura “Sinistra Europea”) confermerà da che parte questa sinistra si colloca negli schieramenti delle guerre del domani.
Per gli interessi dei pochi si alimentano guerre sanguinose.
L’eventuale ritiro dall’Irak non significa una “politica di pace”. Il governo di centro sinistra vuole con questo aprirsi uno spazio di trattativa con l’Iran, di cui l’Italia è il primo partner commerciale, mentre va a potenziare il contingente militare in Afghanistan. Se prende le distanze dagli Stati Uniti è per riavvicinarsi a Germania e Francia, in particolare per rafforzare la forza armata europea e l’influenza europea in Africa, tutti pronti a impegnarsi in altre guerre. Non è un caso che Franco Giordano neo segretario del PRC suggerisce l’invio di truppe in Sudan e Congo, dove la Germania invierà metà dei 1.500 di una spedizione Europea. Questa sinistra che ha avuto il consenso elettorale di “tanti”, votando i crediti alle imprese militari rappresenta concretamente gli interessi dell'imperialismo italiano e delle lobby industrial-militari.
E’ questa la democrazia borghese: raccogliere il consenso dei tanti per gli interessi dei pochi.
A chi interessa finanziare le “missioni di pace”?
Alle imprese industriali, commerciali e di servizio che si accaparrano appalti, quote di mercato e lucrosi profitti, alle banche e ai gruppi finanziari per trarre interesse e rendite, alle industrie belliche (quelle italiane sono tra le prime nel mondo), agli apparati militari alimentati da assurde spese parassitarie, allo stato e ai suoi governi che rappresentano questi interessi che contano realmente.
E’ questo il Capitalismo!
L’opposizione alle guerre è l’interesse di tutta l’Umanità
Occorre che i lavoratori più coscienti si organizzino e lottino affinché gli interessi della specie umana diventino realtà.
Le guerre devono restare nel ricordo della preistoria capitalistica dell’Umanità!
Oggi diciamo ancora con più forza:
Né un uomo, né un soldo alle missioni di guerra!

Comitato di Lotta Internazionalista
Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori
Torino

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