Dalle sezioni del PCL
LE PRIORITA’ VERE DI MARCHIONNE NON SONO I LAVORATORI
18 Novembre 2013
Marchione ha promesso un’altra volta di riassumere tutti i 5mila dipendenti di Mirafiori... ma non subito, eh! Li lascierà in cassa integrazione almeno fino all’inizio del 2015. Già perché i soldi degli investimenti promessi, arriveranno proprio nel 2015: un miliardo per produrre un Suv (Maserati).
Per PD, PDL, Sindacati servi e giornali di famiglia, Mirafiori è salva. Per noi non è così! Come si può pensare che uno stabilimento con così tanti operai possa vivere producendo un modello solo e per di più di così lusso? La realtà è sempre la stessa: non rientreranno tutti al lavoro! Per farlo serve almeno un altro modello. Almeno.
La realtà è che Marchionne punta (come sempre ha detto) ad arrivare a mettere le mani sul controllo azionario diretto di Chrysler. Il 41,5% delle azioni che a Fiat mancano per controllare interamente l’azienda americana, sono in mano al fondo sanitario del sindacato (Veba). Per acquistarle Marchionne dovrebbe sborsare i 5 miliardi di dollari richiesti. Ovviamente, non vuole pagare tutti quei quattrini, ma vorrebbe non più di 4. Alla fine, Marchionne, scaricherà tutto il peso dell’operazione sull’altra metà dei dipendenti di Mirafiori.
Così, mentre Marchionne continua a ricattare i lavoratori di entrambe le sponde dell’Atlantico, Fiat ha chiuso il secondo trimestre, con un utile tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro: +9%.
La realtà è che Marchionne non ha bisogno di un polo del lusso per Mirafiori, perché è già riuscito a creare l’unico che conti: il suo.
Se questo è il quadro che si profila all’orizzonte, Mirafiori non è affatto salva, anzi!
Toccherebbe alla FIOM raddrizzare le sorti dei lavoratori? Può anche essere, ma è essenziale cambiare la linea: non si può insistere con il pretendere un “vero piano industriale” da Marchionne e convocare un tavolo di discussione con le Istituzioni perché, “a conti fatti”, un Suv non basta e soprattutto non ci sarà mai un vero piano industriale. Tanto più se ad attuarlo dovessero essere i rappresentanti politici o sindacali del padrone.
L’OCCUPAZIONE DEGLI STABILIMENTI E LA NAZIONALIZZAZIONE DELLA FIAT, senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori, dev’essere l’unica linea di azione. L’unica via credibile.
Su questa prospettiva, ancora una volta, il PCL è a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della FIAT e del suo indotto. Convinti della necessità di un'alternativa!