Dalle sezioni del PCL

COMUNICATO SULLE CONTESTAZIONI AL SINDACO DELL' 8 E 18 GIUGNO

21 Giugno 2013

Ebbene si, è stata rovinata la festa. Rovinata da chi non si illude, da chi non vuole più concedere feste autocelebrative in cui rinnovare promesse al popolino, che segue la carota con la bava alla bocca mentre nemmeno si accorge di prendere in bastonate in continuazione.
Da Sabato 8 Giugno al Teatro della Tosse, dopo la contestazione di tanti compagne e compagni tra cui anche nostri militanti, anche Marco Doria sa che può essere sconfessato, smascherato e attaccato duramente da chi la città di Genova e le emergenze sociali, che le istituzioni fingono di non vedere, le affronta quotidianamente e le vive in prima persona.
Coloro che realmente lottano per le ingiustizie di questo sistema non possono essere ingannati dalle parole del povero sindaco, “vittima” delle amministrazioni precedenti e della mancaza di fondi che, guarda un po', è dovuta proprio alle politiche nazionali e locali portate avanti anche dalle forze politiche che costituiscono quella giunta. Niente di nuovo sul fronte istituzionale, nessuno può far nulla, tutti devono capire e mostrare l'altra guancia in attesa di tempi migliori in cui potranno essere realizzati quei castelli immaginari e fasulli costruiti nelle campagne elettorali.
Ma noi, come chi ha contestato, non ci accontentiamo di qualche parolina in una finta assemblea che doveva diventare il palcoscenico della retorica arancione presa a prestito da Vendola, l'innovatore nascosto sotto la gonna della mamma PD.
Chi ha contestato lo ha fatto perchè non accetta che le emergenze che si è osato sputare in faccia al potere vengano dribblate dai funanboli della retorica. Eppure si accusa di voler imporre con la violenza delle idee al “candido” sindaco che non sapeva più come tirarsi fuori dalle sue responsabilità. La “violenza” denunciata da quasi tutti i giornali non è nemmeno lontanamente accostabile alla celata arroganza e crudeltà di un potere politico ed economico che non guarda in faccia niente e nessuno.
Cosa dovrebbero dire tutti i cittadini e i compagni che subiscono tutti i giorni la violenza di sgomberi e sfratti portati avanti da A.R.T.E.? che incassano le minacce e le punizioni esemplari portate avanti attraverso le autorità giudiziarie e le forze dell'ordine? che devono difendersi da espropri, cantieri e progetti distruttivi del nostro territorio? che sono vittime del precariato e dei licenziamenti imposti dalle stesse società amministrate dal Comune?
Cosa dovremmo dire tutti noi che quotidianamente veniamo sacrificati nel nome del profitto di pochi privati e del parassitismo di istituzioni asservite ai poteri economici?
Ma non basta. Dopo che il sindaco ha risposto con chiarezza ad una sola questione con il suo SI al Terzo Valico, dopo che ha cercato di usare vuoti giri di parole per mostrare la sua falsa innocenza e impotenza, chi ha contestato ha dovuto subire le affermazioni infamanti di certi lacchè della carta stampata in competizione tra loro per ottenere la medaglia alla sudditanza. Il signor Niri di Repubblica, ad esempio, si è permesso di trasformare l'abbandono dell'assemblea come un ritiro verso la Movida, in modo da screditare la serietà e la tragicità delle lotte sociali e politiche che vengon portate avanti quotidianamente da quei compagni/e. I compagni/e sono usciti da quell'imbrazzante palcoscenico perchè stava tornando a essere un inutile spot per il signorotto di turno che cercava di proteggersi con un velo di modestia, buonismo e compassione, ma non c'è affatto bisogno di finte giustificazioni e di nuove promesse.
Allo stesso modo questi militanti sono intervenuti interrompendo il Consiglio Comunale di Genova il 18 Giugno in occasione della Giornata Nazionale per la Resistenza agli Sgomberi e Sfratti, arrivando anche alla colluttazione con alcuni agenti della Polizia Municipale a guardia dell'ordinario e tranquillo svolgimento dell'assemblea nella torre d'avorio di Palazzo Tursi; in stanze in cui ogni piaga ed emergenza sociale vengono sommerse da maree di inutili parole che non possono essere interrotte da contestazioni, striscioni o domande scomode di militanti e sgomberati.
Queste lotte vanno continuate, senza farsi intimidire dalla violenza e dalla brutalità istituzionale, senza farsi ingannare dalla retorica dei nuovi profeti della politica che dialoga. Deve generalizzarsi la consapevolezza che se si vuole ottenere qualcosa, se si vuole difendere il diritto ad una casa per tutti, se si vuole difendere il diritto ad un lavoro dignitoso e non ricattabile, se si vuole difendere il nostro territorio da inutili mostri del profitto, se si vuole difendere il diritto di ricreare socialità e condivisone dal basso nei centri sociali occupati e autogestiti, se vogliamo una società migliore, equa, senza sfruttamento e ingiustizie sociali non si può stare seduti davanti alla televisione ad aspettare le belle parole di qualcuno. Bisogna agire per rovesciare tutto! Bisogna agire per la Rivoluzione!

PCL GENOVA

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