Dalle sezioni del PCL
INDESIT - STOP alla macelleria sociale.
5 Giugno 2013
Mentre tutto l’apparato statale, tutti i partiti e sindacati sono impegnati a tenere fermi gli operai e le loro rivendicazioni; noi del Partito Comunista dei Lavoratori rilanciamo la lotta di classe che deve necessariament essere rilanciata dai lavoratori come l’oro unica “ARMA”, sia difendere il proprio posto di lavoro, la propria famiglia e la propria dignità.
Mentre ci facevano il lavaggio del cervello con promesse di un futuro radioso e prospero, 320 miliardi di euro si sono trasferiti in questi ultimi 20 anni dalle nostre tasche a quelle di rendite e profitti. La società migliore che ci avevano promesso con qualche sacrificio si sta’ dimostrando un vero e proprio sfruttamento, una vera e propria truffa alle spalle dei lavoratori a cui viene chiesto di pagare il conto infinito della crisi capitalistica creata proprio da coloro che oggi ci chiedono ulteriori sacrifici, a partire dai licenziamenti, dalla spogliazione dei diritti a dalla smantellazione nel corso degli anni di tutto lo stato sociale in favore dei privati e delle politiche liberali e della crisi.
Gli investitori (AZIONISTI DELLA MULTINAZIONALE INDESIT) hanno dimostrato di apprezzare la prospettiva di alleggerire la struttura dei costi, indipendentemente dalle ricadute occupazionali della manovra. Il titolo e' salito cosi' dell'1,91% a 6,39 euro".
Oggi che tutti i sindacati confederali hanno approvato con il plauso sia del Governo Italiano che da Confindustria l’asservimento di milioni di lavoratori senza nessuna consultazione, senza nessun voto da parte dei lavoratori, senza il loro consenso, togliendo anche il diritto di sciopero contro la Confindustria DOVE CI SI IMPEGNA A NON CONTESTARLA: “i licenziamenti, la chiusura degli stabilimenti, le delocalizzazioni diventano necessità per l’ideologia dominante”.
La notizia di 1500 esuberi alla multinazionale INDESIT deve imporre ai lavoratori:
1. Unirsi stabilimento per stabilimento con una piattaforma comune
2. Non farsi la guerra dei poveri “morte tua vita mea”
3. Non darsi come programma massimo la lotta per la CIG o la mobilità, perché quello e l’inizio di un calvario per molti e l’assicurazione di un posto per pochi ( guarda caso spettante sempre a chi propone accordi a perdere perché sul libro paga dei padroni)
4. Costringere il sindacato ad intraprendere relazioni con i lavoratori degli stabilimenti esteri affinché si arrivi ad una lotta comune al fine di mantenere TUTTI i posti di lavoro.
Il PCL chiede lo SCIOPERO GENERALE ad oltranza, l’occupazione degli stabilimenti, blocco dei licenziamenti, la ripartizione del lavoro che c’è fra tutti a parità di paga ed infine, chiedere con forza l’esproprio e la nazionalizzazione dell’Indesit come da art. 43 della Costituzione, ma, senza indennizzo per i grandi azionisti. Soltanto questa forma di lotta, queste rivendicazioni, oggi più che mai in questo contesto storico, devono attuarsi come forma vincolante, indispensabile e necessarie per bloccare questa deriva , questa truffa, che il capitalismo sferra sulle condizioni e sulla pelle dei lavoratori e generazioni future.
Da anni il PCL denuncia questo stato di cose ed è per questo che assume una fondamentale importanza lo SCIOPERO GENERALE AD OLTRANZA per far capire al padronato che i lavoratori sono solidali tra loro e che ogni tentativo di metterli l’uno contro l’altro verrà respinto con forza.
Questa è l’unica vera alternativa, il resto sono chiacchere!
Se si tolgono i diritti ai lavoratori si tolgono a tutta la società, e nulla giustifica che un lavoratore non possa più guadagnarsi il pane.
La crisi la paghi chi l’ha provocata!
Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez. Ancona-Nucleo Montano