Dalle sezioni del PCL
GENOVA : BOLLETTINO AMT DI MAGGIO 2013
" Lotta di classe ", Autoferrotranvieri - Genova
14 Maggio 2013
“ L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi !! “ (K.Marx)
EDITORIALE :
E’ NATO IL GOVERNO LETTA, STRUMENTO DELLE BANCHE E DEL GRANDE CAPITALE
(vedere 1^ bollettino per Fincantieri del mese)
ECHI :
AMT : UN ACCORDO DA RESPINGERE !
L’ accordo firmato Martedì 7 scorso, tra l’ Azienda e tutti i Sindacati, rappresenta l’ ennesimo tentativo di far pagare la crisi in cui versa da anni AMT, ai suoi lavoratori dipendenti, che si vedranno, ancora una volta, peggiorare le condizioni salariali e normative.
In cambio, da parte di Azienda ed Istituzioni solo promesse vaghe, senza nessuna garanzia di fattibilità, e mantenendo aperto l’opzione della privatizzazione aziendale, come se le esperienze passate con Transdev prima e Ratp poi, non avessero già fatto troppi danni. Invitiamo, da subito, tutti i lavoratori di AMT a votare NO al referendum del 16 Maggio.
CONSIDERAZIONI SULL’ ACCORDO
Nel merito, l’ accordo prevede un taglio pesante alle retribuzioni: tramite sospensione del premio di produzione IDE per l’anno 2013 e di quanto previsto dall’accordo del 8/07/2008 (circa 600euro lordi all’anno), e la riduzione delle ferie (meno 5 giorni all’anno per il 2013 e 2014). E l’introduzione dei contratti di solidarietà (CDS) di tipo B, con durata di 24 mesi rinnovabili per altri 12, al termine dei quali scatterà la mobilità obbligatoria per i lavoratori interessati.
DA AZIENDA E ISTITUZIONI SOLO VAGHE PROMESSE
A giustificazione di tutto ciò, l’ azienda promette che non ritoccherà il numero delle corse e servizi, e che si impegnerà per trovare le risorse per il rinnovo del parco mezzi, che versa da tempo in condizioni pietose. Comune e Regione si impegnano, a parole, a trovare le risorse per incrementare la quota di patrimonializzazione dell’ Azienda, sempre però “ nel rispetto delle norme vigenti e delle compatibilità di bilancio “, che è come dire “Si, forse, si vedrà”. Nel frattempo, però, chiamano i lavoratori a fare pesanti sacrifici, con la solita scusa dell’emergenza.! Altra promessa poco credibile è quella relativa alla creazione dell’ Agenzia Regionale per il TPL, allo scopo di ridurre i costi di esercizio, migliorandone la programmazione. E’ logico dubitarne perché fuori da Genova, finora, tale prospettiva ha solo raccolto opinioni contrarie, anche da parte di quegli stessi sindacati, che a Genova la sostengono. E se anche riuscissero a farla, tutti sanno che i risparmi non sarebbero sufficienti per risanare i conti.
SOLO LA LOTTA DURA PAGA !
Come PCL proponiamo ai lavoratori di AMT e, più in generale, delle altre aziende del settore: il controllo operaio delle Aziende di TPL, come sola garanzia di trasparenza su bilanci e contabilità; l’eliminazione dei veri sprechi: stipendi milionari di manager e dirigenti, consulenze e burocrazia; l' aumento delle tasse sui patrimoni immobiliari al di sopra di certe soglie, e lotta massiccia all'evasione fiscale. Si recuperino in questo modo le risorse necessarie al settore; turni di guida più brevi affinchè lavorino tutti meno e a parità di salario, senza fare ricorso ad esuberi e cassa integrazione. Per un piano energetico alternativo al gasolio, nel rispetto dell'ambiente e contro il crescente aumento dei costi. Occorre, inoltre, creare un Coordinamento generale delle lotte che unifichi i lavoratori del settore di tutte le Aziende regionali e d'Italia, perché i problemi dei lavoratori di AMT sono gli stessi che vivono i lavoratori delle altre Aziende d’Italia (a partire dal mancato rinnovo del CCNL da 5 anni). Solo così sarà possibile portare avanti una efficace mobilitazione nazionale contro i tagli al trasporto pubblico e per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Solo la lotta dura paga!
NO AL PORCELLUM SINDACALE
Il direttivo della CGIL ha dato via libera, con la sola opposizione della Rete28Aprile, alla stipula del nuovo patto sulla rappresentanza, firmato poi ai primi di Maggio con Cisl e Uil.Tale accordo si basa sullo scambio tra diritto alla rappresentanza ed esigibilità degli accordi. In concreto, d’ora in avanti, siederanno ai tavoli della concertazione solo le organizzazioni che rappresentano più del 5% degli iscritti, e d’ora in poi non sarà più possibile contestare gli accordi, altrimenti si è fuori dai tavoli. Se, per es., in un contratto nazionale o aziendale si aumenta l’orario di lavoro, si abbassano le qualifiche, si riducono le ferie o i periodi di mutua, … e se la maggioranza dei rappresentanti sindacali e dei lavoratori accetta l’accordo, magari perché sotto ricatto - come fu a Pomigliano nel 2010 – la minoranza non potrà più opporsi: non potrà più scioperare, fare denunce, manifestare,… Altrimenti è fuori per sempre dai tavoli. CGIL, CISL e UIL, di fatto, regalano al padronato la garanzia che d’ora in poi tutti gli accordi saranno preventivamente unitari perché non esisterà più il diritto a dissentire.!!
Lottiamo in massa e da subito contro questo accordo, a tutti i livelli, sindacali e politici.
IL 16 MAGGIO VOTA NO AL REFERENDUM SULL' ACCORDO !!