Dalle sezioni del PCL

GENOVA: 1^ BOLLETTINO FINCANTIERI DI MAGGIO 2013

" Lotta di classe ", Fincantieri di Ge-S.Ponente

7 Maggio 2013

“ L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi!! “ (K.Marx)

EDITORIALE:

E’ NATO IL GOVERNO LETTA, STRUMENTO DELLE BANCHE E DEL GRANDE CAPITALE

In pieno contrasto con tutto quello che Bersani e i dirigenti del PD avevano affermato in campagna elettorale e fino a pochi giorni fa, il governo di “larghe intese” è nato. L’Unione Europea, i banchieri italiani e stranieri, Confindustria e Vaticano, avevano fretta di uscire dalla situazione senza apparente sbocco in cui si era trovato il sistema italiano dopo il voto; i loro partiti, dal PDL al PD, non potevano che rispondere signorsì.

A metterli in riga si è occupato il presidente della Repubblica Napolitano che da alcuni anni, di fronte all’aggravarsi della crisi, è stato il vero baricentro della ricomposizione del quadro politico in funzione degli interessi del grande capitale e della grandefinanza.
Il programma del governo Letta è nella sostanza la continuità dell’ “agenda Monti”, cioè un programma di attacco alle condizioni di vita e al salario dei lavoratori, precari, pensionati, a difesa di rendite e profitti. Poche misure formalmente positive, come l’abolizione o la riduzione dell’IMU sulla prima casa, serviranno solo a mascherare quello che sarà il proseguimento del massacro sociale fatto dal governo Monti (e da quelli di destra o di centrosinistra che lo hanno preceduto, si pensi solo alla precarizzazione del lavoro).

La risposta dei lavoratori e degli altri settori sfruttati ed oppressi non può essere che la più netta opposizione a questo governo e la lotta più radicale, da subito, per la sua cacciata.

Non può essere certo quella qualunquista, demagogica e fondamentalmente reazionaria del movimento 5 stelle e del suo guru Grillo. Un movimento che a Parma, dove governa, alza le rette di asili e mense per pagare gli interessi alle banche. Che rivendica licenziamenti di massa nel pubblico impiego e la riduzione di tutte le pensioni per tagliare le tasse ai padroni (con l’abolizione dell‘ IRAP, che oggi finanzia la spesa sanitaria delle regioni),…

La sinistra riformista, sia politica (SEL, PRC e PdCI) che sociale (il gruppo dirigente della CGIL) esce sconfitta nelle sue prospettive dalla attuale situazione. SEL non ottiene i ministri sperati in un futuro governo (borghese) col PD; PRC e PdCI sono in piena crisi, dopo il fallimento dell’operazione Ingroia, in un quadro in cui ognuna delle loro diverse correnti interne cerca, con le più strumentali manovre, di salvarsi dal naufragio.

Il gruppo dirigente della CGIL, che aveva, come SEL, sposato il governo del “cambiamento”, per concertare, alla sua ombra, con Confindustria e padronato vario, è anch’esso nell’angolo e, per salvare la prospettiva della concertazione a perdere, si sposta a destra, ritrovando l’unità con i sindacati “ gialli” CISL e UIL, su una politica di capitolazione.

La classe operaia non può assistere passivamente ai giochi politici e istituzionali con cui i suoi avversari cercano di risolvere la propria crisi per continuare la propria offensiva contro i lavoratori. Ma deve porre un programma di rivendicazioni sociali al centro della crisi politica per imporre una propria soluzione della crisi: blocco dei licenziamenti, abolizione delle leggi di precarizzazione del lavoro, ripartizione fra tutti del lavoro esistente, l'abolizione del debito pubblico verso le
banche,...
Perché il bivio di fondo è molto netto: o il movimento operaio darà la propria soluzione alla crisi politica e sociale, sul terreno anticapitalistico, o sarà la reazione a darla, in un modo o nell'altro, contro il movimento operaio.


ECHI:

ACCORDO DI SESTRI IN LINEA COL MODELLO POMIGLIANO
Il recente accordo firmato Venerdì 5 Aprile tra Fincantieri, Fim, Fiom, Uilm, per il cantiere di Sestri Ponente è in linea con quello già adottato per il cantiere di Cast.re di Stabia, ed entrambi si rifanno al modello già applicato alla Fiat di Pomigliano nel 2010: una nuova commessa in cambio di nuove regole (peggiorative) per i lavoratori. Nello specifico, l' accordo prevede che in cambio di una nuova nave da costruire, da Marzo 2014 per 18 mesi, e definita di alto livello qualitativo per il settore cruise, l' Azienda ottiene il via libera per nuovi licenziamenti e significativi peggioramenti delle condizioni di lavoro. Si tratta di 210 esuberi che potrebbero diventare 180 se l'accordo sarà pienamente applicato. Alla fine, dagli attuali 605 dipendenti diretti ne resteranno poco più di 400.

UN ACCORDO CHE PASSA A LARGA MAGGIORANZA
Il referendum, che si è tenuto Venerdì 12 Aprile, ha visto una partecipazione al voto di 430 lavoratori su 591 aventi diritto, circa il 73%; il SI è prevalso con 391 voti (90,9%), contro 33 NO (7,7%) e 7 schede nulle. Considerando che la platea degli aventi diritto al voto era di 591 lavoratori, il SI passa con il 66,5% dei consensi effettivi. Un risultato migliore di quello di Cast.re (52% dei SI), che si spiega con la buona commessa che è stata promessa, ma è ben lontano da quel consenso plebiscitario che Azienda e Sindacati cercavano.

CONSIDERAZIONI SULL' ACCORDO
Questo accordo peggiora significativamente le condizioni dei lavoratori, allo scopo di rendere più competitivo il cantiere. Nel dettaglio, l'accordo prevede l'applicazione del c.d. orario plurisettimanale e la distribuzione dell'orario di lavoro su 6 giorni. Ciò significa che l' Azienda potrà imporre, in modo unilaterale e per tutto l'anno, settimane di lavoro in cui si potrà lavorare fino a 48 ore e altre di sole 32, a seconda delle proprie esigenze produttive, e senza dover pagare le ore di lavoro in più come straordinari, ma limitandosi a conteggiarle in un monte ore da utilizzare quando non c'è lavoro a sufficienza. Tale monte ore potrà arrivare fino a 240 ore annue di flessibilità e, fermo restando che la media delle ore settimanali dovrà essere di 40 ore, da ora in poi, sarà possibile l'utilizzo delle ore previste per i PAR (= permessi aziendali retribuiti). Inoltre la pausa mensa viene portata a fine turno: ciò aumenterà i ritmi di lavoro e i rischi per la propria salute e sicurezza. E' vero che a fine turno verrà dato il sacchetto-pasto (o in alternativa il ticket) e che la pausa resta conteggiata nello stipendio, ma spostandola a fine turno serve a poco.!

E PER L' INDOTTO ? UN FUTURO INCERTO
Nell' accordo si parla, in modo generico, di possibili esternalizzazioni di attività, per produzioni saltuarie e "non propriamente attinenti al ciclo produttivo o a basso valore aggiunto", allo scopo di realizzare profitti e ridurre i costi di produzione. Ciò porterà ad un aumento del numero dei lavoratori dell' Indotto, ad oggi rimasti in poche decine. Ciò che però manca è la certezza sulle regole e sui meccanismi di controllo sull' effettivo funzionamento di queste ditte. Perchè con la politica degli appalti al ribasso, che Fincantieri porta avanti da anni, si è arrivati a creare una situazione di super-sfruttamento per i lavoratori dell'Indotto, specializzati ma sottopagati e privi di tutele e ammortizzatori sociali.

SCIOPERARE SENZA ESAGERARE....
L' accordo prevede che le organizzazioni sindacali e la RSU si impegnino a far rispettare i termini di consegna delle navi nei tempi previsti sostenendo l' Azienda nella richiesta di straordinari e, in particolare, ad evitare l' attuazione di scioperi e iniziative di lotta nei momenti più sensibili del processo produttivo: cioè il varo delle navi, le prove a mare e il momento della consegna.
In pratica verrà fortemente limitato il diritto di sciopero, che è stato in questi anni lo strumento che ha permesso ai lavoratori di Fincantieri di impedire la chiusura di stabilimenti, come quello di Sestri, o la collocazione in Borsa dell' Azienda.

La promessa di una nuova commessa (seppur buona)non può essere un argomento sufficiente per accettare nuovi esuberi ed arretramenti così profondi alle condizioni di lavoro e al diritto di sciopero.!

Se ti interessa avere una copia dell' accordo di
Sestri e/o di quello di Cast.re, contattaci !

PCL-GENOVA

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