Dalle sezioni del PCL
LA NECESSITA’ DI UN PARTITO MARXISTA
29 Aprile 2013
Definiamo come partito comunista lo strumento di emancipazione dei lavoratori dal sistema di produzione capitalista e sappiamo che in esso si trova l’avanguardia politica della classe.
Analizzare attraverso la scienza marxista le contraddizioni insite alla società ed elaborare una piattaforma programmatica attraverso la quale dialogare e connettersi al movimento reale, è l’obbiettivo a breve termine di tale organizzazione.
Elaborare un’analisi politica generale, supportata da una strategia coerente, è una prerogativa indispensabile per difendere una prospettiva socialista tra le masse lavoratrici.
La nostra decisione di abbandonare dopo dieci anni di militanza il Prc scaturisce dal fatto che questo partito non è e non vuole diventare lo strumento di emancipazione della classe operaia.
Il Prc ormai da tempo ha smarrito la strada e le ultime elezioni mostrano chiaramente cosa succede se il mezzo si sostituisce al fine. Se il parlamento borghese, da tribuna dove perorare le ragioni del lavoro, si trasforma nell’ossessione di un gruppo dirigente incapace di fare politica al di fuori di esso, la credibilità scompare e il partito, divenuto ormai inutile agli occhi della classe, fa sì che questa volga lo sguardo altrove.
Abbiamo tastato con mano la demoralizzazione e la frustrazione della base del PRC, all’interno del quale non esistono né discussione politica né democrazia interna, dove la formazione dei quadri dirigenti è un miraggio e l’autofinanziamento una barzelletta. Potremmo scrivere pagine e pagine sulle più svariate manovre burocratiche o sul ricorso alla “truppe cammellate” come prassi consolidata per vincere i congressi, ma preferiamo fermarci qui e non bastonare il cane che affoga.
Ci limitiamo a parafrasare Leon Trotski constatando che non solo”i fatti vengono con l’imporsi” ma che proclamano anche spietate sentenze.
Chi ha voluto ostinatamente perseguire una linea opportunista e di compresso di classe, alleandosi addirittura con un partito borghese, tradizionalmente nemico di classe, raccoglie ora i cocci.
Noi voltiamo pagina e aderiamo con rinnovata passione militante al Partito comunista dei lavoratori, invitando ancora una volta i compagni in buona fede del PRC pavese a seguire la nostra strada.
Sappiamo che essere comunisti in Italia nel 2013 non è facile e che proseguire il filo rosso della tradizione marxista rivoluzionaria è una lotta controcorrente.
Il movimento operaio internazionale, grande sconfitto del diciannovesimo secolo, nel nostro paese si trova privo di un’ organizzazione di massa (partitica e sindacale) in grado di tener testa all’arroganza del capitale finanziario.
Vediamo ogni giorno come la delusione, lo scoramento e le false illusioni si diffondano tra larghissimi strati di lavoratori.
La società che ci consegna il capitalismo è una collettività malata e oppressa, in cui le famiglie dei ceti meno abbienti subiscono un impoverimento crescente, tra salari fermi e inadeguati da una parte e lo smantellamento dello stato sociale dall’altra.
L’Istat rileva un’importante contrazione della spesa nel comparto alimentare: questo vuole dire che la popolazione sta risparmiando addirittura sul cibo.
Come contropartita abbiamo però un aumento esponenziale dei giocatori d’azzardo e dei consumatori di droghe pesanti, evidenti segnali di degrado e malessere sociale.
La crisi del capitale altro non è che la distruzione della vita degli oppressi; i sacrifici che i impongono e le restrizioni che collettivamente subiamo, altro non sono che benzina sul fuoco, ove il partito ruolo del Partito comunista è dare unità alle lotte.
E’ proprio da questa potenza di fuoco che la lotta di classe deve partire.
Invitiamo i compagni del PRC stanchi di alleanze impensabili, esasperati dallo spreco di energie in un partito che è assolutamente cieco e insensibile di fronte alle storture del sistema e incapace di un’analisi marxista coerente ad unirsi al partito comunista dei lavoratori per aiutarci nel radicamento e nella creazione di coscienza di classe, durante la più grave crisi del capitalismo degli ultimi settant’ anni, consapevoli dell’importanza di avere una linea coerente, chiara e marxista.