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Francesco Doro è un esempio
10 Marzo 2013
La burocrazia sindacale cerca di cacciare Francesco Doro dalla CGIL perché questo lottatore della classe operaia si prodiga per “alimentare la lotta sociale”. La burocrazia più reazionaria della CGIL ricorre ai metodi usati dal terrore controrivoluzionario di Stalin.
Il punto è che il potere della burocrazia è fragile perché è nuda davanti ai lavoratori ed alle lavoratrici. La burocrazia è terrorizzata dalla crisi inarrestabile e dalla reazione operaia e popolare nell’Unione Europea. I burocrati più reazionari sono coscienti che non potranno più contenere la classe salariata ma per difendere i suoi privilegi fanno l’ennesimo piacere al padrone: usano metodi da sbirri contro i militanti sindacali che spiegano scientificamente ai lavoratori il carattere catastrofico della crisi e che dimostrano la necessità delle tattiche della democrazia rivoluzionaria per mettere fine alla catastrofe.
Ai processi reazionari della burocrazia sindacale contrapponiamo i processi rivoluzionari alla burocrazia sindacale, fatti davanti alle fabbriche e ai cantieri. Bisogna rendere ancor più vergognosa la vergogna, dandole pubblicità. La lotta a metà porta alla sconfitta completa.
La lotta rivoluzionaria contro la burocrazia è solo agli inizi. Dalla storia delle rivoluzioni, ed in particolare di quella tedesca e di quella spagnola, dobbiamo imparare a non commettere errori. Nei paesi imperialisti dominanti, la tattica del fronte unico oggi non può più indirizzarsi ai partiti operai di massa, perché non esistono. Il campo di battaglia per il fronte unico è quello della lotta aperta alla burocrazia sindacale. Il nucleo di questo fronte unico sono l’UBS e la minoranza classista internazionalista della CGIL. Bisogna muoversi nel solco aperto con l’assemblea romana del 26 maggio 2012. Lo stallo che ne è seguito indebolisce tutta la classe lavoratrice e permette alla burocrazia di inscenare processi reazionari.
Sezione provinciale di Sassari del PCL 10/03/2013