Dalle sezioni del PCL

GENOVA: 2^ BOLLETTINO FINCANTIERI - GENNAIO 2013

" Lotta di classe ", 30 Gennaio 2013

29 Gennaio 2013

“ L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi!! “ (K.Marx)

EDITORIALE:

IL PCL PRESENTE IN TUTTA ITALIA
Il Partito Comunista dei Lavoratori ha presentato e ha visto accolte le proprie liste in tutta Italia: in tutti i collegi del Senato, con poche eccezioni (Val D'Aosta, Trentino, Friuli, Molise); e in larga parte dei collegi della Camera, da Nord a Sud. E' la conferma di un dato generale: quella di un partito organizzato, certo piccolo, ma dotato di un insediamento sociale e territoriale nazionale. In particolare, siamo oggi l'unica lista autonoma della sinistra di classe, legata al movimento operaio. L'unica contrassegnata dal simbolo della Falce e Martello. L'unica in ogni caso basata su un programma anticapitalista per una Repubblica dei lavoratori: non dei capitalisti, dei magistrati, dei comici guru. SEL ha preferito subordinarsi al PD liberale, in attesa di ministeri; PRC e PDCI hanno scelto di subordinarsi a Di Pietro e alle procure, nascondendosi nell'arancione.
Il PCL fa proprie le ragioni centrali del lavoro e di una prospettiva socialista, e si batterà prima e dopo il voto per unire attorno alla battaglia anticapitalista tutte le migliori energie del movimento operaio e dell'opposizione sociale. La nostra campagna elettorale sarà al servizio di questa verità.

ILVA: DALLA PARTE DEGLI OPERAI E PER LA NAZIONALIZZAZIONE DELL’ AZIENDA
Dopo aver “comprato” , nel ’95, l' Italsider a prezzi stracciati, padron Riva ha accumulato fior di miliardi avvelenando gli operai e l’ intera città di Taranto. Per garantirsi la continuità di questa azione criminale si è adoperato per corrompere organi di stampa, ministri compiacenti, ambienti sindacali, amministratori locali, partiti nazionali di ogni colore e di ogni governo. E oggi cerca di scaricare sugli operai le conseguenze giudiziarie dei propri crimini, con l'arma odiosa della serrata e del blocco degli stipendi. Solo la nazionalizzazione dell'Ilva, senza indennizzo, può consentire di salvare il lavoro degli operai, che non possono restare ostaggi di un padrone criminale e corruttore, invischiato nei suoi guai giudiziari. Solo la nazionalizzazione dell'Ilva, sotto controllo operaio, può consentire risanamento ambientale e riconversione produttiva a tutela innanzitutto dei lavoratori: investendo nel risanamento, in primo luogo, i miliardi accumulati dai Riva, che vanno semplicemente requisiti. Non esiste altra soluzione. Ogni altra “soluzione” si risolverà in una truffa, e nella divisione dei lavoratori. Ai danni o del lavoro, o della salute, o di entrambi. Il Referendum, proposto di recente dal sindaco di Taranto, è l’ennesimo tentativo di mettere l’uno contro l’altro le classi meno abbienti della città di Taranto. E’ sempre la solita storia: dividi et impera, dividi e domina, è da sempre la strategia dei borghesi nei confronti della classe operaia italiana e non solo. E’ necessario ricompattare la classe operaia, delle varie città-siti produttivi, perchè i lavoratori sono i primi ad aver subito i danni di un inquinamento voluto dai padroni e dai politici da salotto, buoni solo a fare chiacchiere e null’altro. E' ora che paghino altri.
Ovviamente per cambiare il modo di produrre servono investimenti ma ne Riva ne altri imprenditori di casa nostra sono disposti ad investire. L’unica cosa a cui sono interessati è continuare a sfruttare operai e lavoratori, nel nome del profitto e in barba alle ragioni dell’ambiente e della salute dei cittadini tarantini. E’ necessario che si diffonda e si moltiplichi in tutte le città-siti produttivi ILVA lo spirito del conflitto di classe attraverso la presa di coscienza che solo un governo dei lavoratori, a livello locale e nazionale, può cambiare il corso della storia. Nella prospettiva di un governo dei lavoratori che faccia finalmente piazza pulita della dittatura dei capitalisti, dei loro governi, e della legge inumana del profitto.

Il PCL farà della campagna per la nazionalizzazione dell’ ILVA uno degli assi della propria iniziativa di massa e della stessa campagna elettorale anticapitalista, per un governo dei lavoratori.!

IL 24 – 25 FEBBRAIO VOTA PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

ECHI:

PALERMO : I LAVORATORI TORNANO IN PIAZZA
L’ 11 gennaio i lavoratori dello stabilimento palermitano, insieme alla Fiom, sono tornati in piazza con presidio davanti al palazzo della Regione Sicilia, per far sentire la propria voce.
Ad oggi la situazione del cantiere è molto preoccupante: non vi sono nuove commesse in programma per tutto il 2013, i 400 lavoratori diretti, attualmente in cassa a rotazione, sono occupati in ridotte attività di riparazioni e trasformazioni navali che non garantiscono la piena occupazione, e molte ditte dell’indotto hanno chiuso o si sono trasferite altrove.
Occorrono nuove commesse e, nell’immediato, la ripartizione del lavoro esistente tra tutti i cantieri, obiettivi che solo con la lotta dura si potranno portare a casa. !

APPALTI - MARGHERA: I LAVORATORI IN LOTTA PER IL DIRITTO AL LAVORO E PER LA DIFESA DEI PROPRI DIRITTI
A Marghera la ripresa di Fincantieri procede a rilento. Mentre aziende dell'indotto stanno chiudendo, come la Eurocoibenti e la Cimes, Fincantieri cerca di assegnare le commesse a nuove ditte allo scopo di rendere possibili maggiori livelli di sfruttamento, rilanciando ad es. il sistema della paga globale come avviene già a Monfalcone. Così succede che alcuni lavoratori di Eurocoibenti sono stati riassunti dalla Isofin Romagnola, ma con contratti a termine assai discutibili, senza dare conto alle OO.SS del piano industriale e delle intenzioni su assunzioni e su prospettive occupazionali. Il giorno 19 Gennaio i lavoratori italiani e bengalesi della Eurocoibenti sono scesi in piazza per protestare e per rivendicare il diritto al lavoro. Il tutto, mentre si stanno chiudendo positivamente delle vertenze sindacali a favore di molti lavoratori degli appalti (per info:www.slaicobasmarghera.org), che dimostrano le responsabilità di Fincantieri per quanto avviene nell’indotto, conseguenza di una sistematica politica di appalti al continuo ribasso. Ma questo non basta, occorre che si rafforzi la solidarietà tra i lavoratori degli appalti e non, attraverso la lotta, perchè solo lottando uniti sarà possibile contrastare con efficacia super-sfruttamento e lavoro nero.

PADRONI ASSASSINI
Anche il 2012 è stato drammatico per il numero di morti sul lavoro in Italia: 622 decessi sui luoghi di lavoro, tutti documentati. E si arriva ad un totale di circa 1800 vittime se si aggiungono i lavoratori deceduti per malattie connesse al lavoro e quelli deceduti sulle strade per raggiungere i luoghi di lavoro, che si possono (giustamente) considerare, in base alle leggi vigenti, morti per infortuni sul lavoro a tutti gli effetti. Sono i dati dichiarati dall' Osservatorio Indipendente di Bologna nel “Report morti sul lavoro 2012” (www.articolo21.org), che registra una diminuzione dei decessi di appena il 4%, percentuale irrisoria se si pensa a quante persone hanno perso il lavoro o sono in mobilità o in cassa integrazione. Aggiungiamo che, a causa della Riforma Fornero, d'ora in poi si dovrà lavorare fino a quasi 70 anni, età in cui spesso non si è in buone condizioni di salute o si hanno riflessi poco pronti, e non a caso i morti ultra-sessantenni sono circa il 30%. Molte vittime non hanno nessuna assicurazione e muoiono lavorando in nero o non denunciano gli infortuni per le pressioni del datore di lavoro. A morire per lo più sono braccianti agricoli, edili e operai: si muore in agricoltura per le sostanze nocive che si respirano e per gli eccessivi orari di lavoro, nei cantieri per l'assenza di protezioni, nell'industria per i ritmi di lavoro massacranti, per le sostanze nocive, ….
E ovviamente, più aumenta la precarietà, più aumentano gli infortuni. I responsabili di questi “omicidi bianchi” sono i padroni, ai quali non importa nulla della sicurezza e della vita dei lavoratori. I loro profitti li fanno sulla pelle dei lavoratori.!

PER UN RECUPERO GENERALE DI SALARI E STIPENDI
Le cifre fornite dall'Istat sul progressivo impoverimento di salari e stipendi sbugiardano una campagna elettorale dominata dalle rivendicazioni delle imprese. E mettono sotto accusa le politiche di rapina contro il lavoro sostenute da tutti i governi negli ultimi 20 anni: politiche non contrastate o addirittura concertate dalle burocrazie sindacali. E' necessaria una battaglia generale del movimento operaio per l'aumento dei salari dei lavoratori pubblici e privati, lo sblocco dei contratti, la detassazione dello stipendio entro il tetto dei 1500 euro netti. Paghi chi non ha mai pagato. Non il lavoro, ma padroni e banchieri.!

PCL-GENOVA

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