Dalle sezioni del PCL
ILVA MA QUALE REFERENDUM? SCIOPERO GENERALE PROLUNGATO PER LA NAZIONALIZZAZIONE DEL SIDERUGICO ITALIANO
18 Gennaio 2013
Oggi piu’che mai dopo l’altalena o meglio il teatrino che si sta assistendo sul caso ILVA, serve ricompattare la classe operaia ed il resto della citta’.
Il Referendum e’ l’ennesimo tentativo di mettere l’uno contro l’altro le classi meno abbienti della citta’; E’ sempre la solita storia dividi et impera dividi e domina e lo slogan dei borghesi nei confronti della classe operaia tarantina e non solo.
E’ necessario ricompattarsi perche’ i lavoratori sono i primi ad aver subito i danni di un inquinamento voluto dai padroni e dai politici da salotto, buoni solo a fare chiacchiere e null’altro.
Gli operai dell'Ilva hanno già pagato sulla propria pelle, e da tutti i versanti, i crimini del profitto: dalle morti sul lavoro, agli infortuni, ai casi di cancro in famiglia. E' ora che paghino altri. Nessun posto di lavoro va toccato. La presenza industriale va salvaguardata, anche con la occupazione operaia della fabbrica.
Ovviamente per cambiare il modo di produrre servono investimenti ma ne’Riva, ne’ altri imprenditori di casa nostra sono disposti ad investire. L’unica cosa a cui sono interessanti e’ sfruttare operai e lavoratori.
L’unica via di soluzione e’ la nazionalizzazione dell’Ilva di Taranto e di tutti i centri siderurgici italiani sotto controllo operaio.
E’ necessario che si diffonda e si moltiplichi anche nella citta’ dei due mari lo spirito del conflitto di classe attraverso la presa di coscienza che solo un governo dei lavoratori, a livello locale e nazionale puo’ cambiare il corso della storia.
Fabrizio Montuori