Dalle sezioni del PCL

La multinazionale francese Schneider, con più di 2000 addetti in Italia, chiude, senza alcun avviso, il sito di Rieti.

Questo comunicato è stato, in parte, ripreso dalla stampa locale (Il corriere di Rieti e della Sabina).

13 Novembre 2012

La Schneider Electric di Rieti, con l’annuncio della chiusura immediata, ad esaurimento delle materie prime necessarie per la produzione, e la fine del lavoro per 180 operaie e operai addetti alla produzione, ha fatto esattamente quello che qualsiasi padrone può fare in questo sistema capitalistico. I lavoratori si sono sempre dovuti difendere dallo sfruttamento dei padroni; negli anni di lotta hanno guadagnato una serie di diritti, pur conservando questo sistema. I padroni, con la complicità dei governi che si sono succeduti fino ad oggi, stanno distruggendo i diritti acquisiti: un attacco radicale e violento. L’unica alternativa per i lavoratori è quella di rispondere con una violenza uguale e contraria: occupazione della fabbrica che licenzia, esproprio dei mezzi di produzione, autogestione diretta da parte dei lavoratori. L’unità d’azione e la coscienza della propria forza sono le uniche armi a disposizione dei lavoratori per difendersi dall’arrogante violenza del padronato.

Le istituzioni, al di là dei moniti, delle dichiarazioni di solidarietà e degli appelli, potrebbero attivarsi per fornire le commesse necessarie al funzionamento della fabbrica occupata e autogestita dai lavoratori. Gli interruttori salvavita prodotti dalla “Schneider occupata” potrebbero essere impiegati nella ricostruzione delle case terremotate o per la ristrutturazione di edifici pubblici (scuole, ospedali, ecc.)

Partito Comunista dei Lavoratori - sezione Rosa Luxemburg – Rieti (provincia)

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