Rassegna stampa

Il no di Ferrando alle Br sui giornali diventa un sì

Una "campagna di stampo maccartista"

21 Febbraio 2007

Dire una cosa e poi, ritrovare sui giornali, l'esatto contrario.

Cosa che accade spesso ma che diventa più grave se si parla di terrorismo, di lotta al terrorismo. L'ultimo a finire in questa «tenaglia» è stato Marco Ferrando, leader del "Movimento costitutivo del partito comunista dei lavoratori». L'altra sera Ferrando era ospite nel salotto tv della trasmissione "Niente di personale". Lì, intervistato, aveva dato una risposta inequivoca sul terrorismo: "Siamo avversari feroci del terrorismo", non ci facciamo complici in alcun modo di chi sostenendo guerre imperialiste (con le loro decine o centinaia di migliaia di morti) e sacrifici per la classe operaia e le
masse popolari, utilizza questo fenomeno (o l'ipotesi - da dimostrare - di una sua microscopica sussistenza attuale) per criminalizzare la lotta di classe e i movimenti".

Frase magari non condivisibile in ogni aspetto ma chiara. Invece sui giornali di ieri è apparso il suo esatto contrario. "La Stampa" e il "Corriere della Sera" hanno titolato l'articolo dedicato all'argomento su una presunta indulgenza di Ferrando verso le formazioni armate.

Addirittura il "Corriere" nell'articolo riportava fedelmente le parole di Ferrando ma nel titolo c'era scritto così: "Sì allo striscione 'compagni liberi'". Ce n'è quanto basta perché la piccola formazione parli di "una vera e propria campagna di stampo maccartista contro l'opposizione sociale e il sindacato, in particolare i suoi settori meno disponibili alla 'concertazione sociale'".

Invece, per Ferrando "l'esperienza storica, anche di paesi vicini come la Francia, dimostra che più è ampia la presenza tra i lavoratori di forze che si richiamano al marxismo rivoluzionario, minore è la presa, a partire dai tradimenti della 'sinistra' ufficiale, delle posizioni avventuristiche e terroriste".

articolo da Liberazione

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