Dalle sezioni del PCL
Lo sciopero generale del Nord Sardegna del 26 ottobre 2012
28 Ottobre 2012
La classe lavoratrice delle province di Olbia e Sassari vuole lottare e lo ha dimostrato con il corteo di circa 10.000 scioperanti che ha sfilato per Sassari con la solidarietà di chi stava ai lati della strada. Il sentimento più diffuso è l’odio verso il governo dell’oligarchia finanziaria sostenuto dai parlamentari del PDL, del PD e dell’UDC.
Lo sciopero ed il corteo confermano ciò di cui siamo certi: nonostante i tradimenti e le capitolazioni della burocrazia sindacale la volontà di lotta del movimento operaio delle due province è intatta. Anzi si è rafforzata con la mobilitazione organizzata e disciplinata degli studenti.
Tra i manifestanti e il palco li distacco è marcato. Per difficoltà oggettive non abbiamo potuto contestare in piazza la burocrazia come abbiamo fatto nei comizi dei burocrati in occasione degli scioperi generali in questi due ultimi anni ed in ultimo la contestazione di Angeletti a Cagliari. Affinché la verità sia rispettata ricordiamo alla redazione di Contropiano che solo noi con le nostre bandiere e con il sostegno attivo di alcuni lavoratori del Sulcis abbiamo contesto Angeletti, e non c’era invece Rifondazione Comunista (Sciopero generale in Sardegna: A Cagliari contestato Angeletti – redazione di Contropiano).
Avremmo potuto attaccare la burocrazia davanti a diecimila manifestanti per la decisione di proclamare lo sciopero generale sardo per il 24 novembre. E’ questa una scelta contro l’unità della classe salariata, condizione di ogni vittoria. Davanti al corteo avremmo rivendicato la data del 14 novembre per scioperare insieme alla classe lavoratrice della Grecia, del Portogallo e della Spagna. La classe europea inizia a diventare consapevole che ai governi dell’UE non bisogna chiedere ma che deve organizzarsi per rovesciare i governi. Quanto più quella consapevolezza aumenterà, tanto più si rafforzerà in Europa il CRQI.
La burocrazia è allo sbando e tenta di evitarlo con le epurazioni. Certamente se quanto è stato dichiarato nell’assemblea dell’opposizione sindacale del 26 maggio, nel suo Appello, e nella piattaforma approvata avesse avuto continuità politica, teorica e organizzativa, Landini non avrebbe estromesso nessuno. Bisogna avere continuità diceva il compagno Giorgio Mauro all’ultima conferenza dei delegati FIOM. Aver bloccato quell’inizio di fronte unico della lotta sindacale ci priva delle forze necessarie per adeguarci al meglio ai compiti che ci pone la lotta di classe. Se si vuole che la classe lavoratrice indirizzi le sue energie dalla difesa alla controffensiva si deve proseguire nella strada del fronte unico sindacale emersa nell’assemblea romana del 26 maggio.
PCL, sezione provinciale di Sassari