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UN CANDIDATO COMUNISTA ALLE ELEZIONI SICILIANE UN PROGRAMMA DI RIVOLUZIONE PER I LAVORATORI E TUTTI GLI SFRUTTATI

29 Settembre 2012

Giacomo Di Leo, dirigente del Partito Comunista dei Lavoratori, è l'unico candidato comunista per la Presidenza della Regione Sicilia.

Di fronte alla spoliazione dei lavoratori e della popolazione povera della Sicilia da parte degli industriali, dei banchieri, dei loro governi nazionali e regionali, e di tutti i loro partiti ( PDL, PD, UDC, MPA), il Partito Comunista dei Lavoratori si batte apertamente per una prospettiva di rivoluzione: per una ribellione di massa del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, che rovesci le classi dirigenti e imponga un governo dei lavoratori, su scala nazionale e in Sicilia.

Sono i lavoratori, i precari, i disoccupati che devono “impugnare i forconi”, su un proprio programma di liberazione: che cancelli tutte le leggi contro il lavoro, annulli il debito pubblico verso le banche, nazionalizzi le banche sotto controllo sociale, liberi centinaia di migliaia di famiglie povere dal cappio di mutui usurai, espropri le aziende che licenzino ponendole sotto il controllo dei lavoratori, cancelli le leggi di precarizzazione del lavoro, assicuri un salario degno a tutti i disoccupati che cercano lavoro, avvii un grande piano di opere sociali ( ambiente, trasporti, sanità, scuola..) finanziato dalla tassazione progressiva delle grandi ricchezze, imponga uno stipendio per consigliere o deputato non superiore a quello di un impiegato.

Solo questo programma può spazzare via in un colpo solo la dittatura dei poteri forti e dei loro partiti galoppini, riorganizzando alla radice la società, e liberandola da corruzione , malaffare, criminalità mafiosa. Ogni invettiva alla Grillo “contro i politici” che risparmi il potere degli industriali , dei banchieri, delle gerarchie vaticane, è solo una truffa per la popolazione povera, a tutto vantaggio dei suoi sfruttatori. Come dimostra la storia italiana di tutte le varianti di “populismo” degli ultimi 20 anni ( Leghismo, giustizialismo, berlusconismo..); o dei sistemi elettorali maggioritari nati per..”moralizzare la politica”, e finiti come moltiplicatori della corruzione; o della leggenda del federalismo e dell'autonomismo regionale, presentati come via di riscatto sociale delle classi più povere “contro la politica di Roma”, e invece rivelatisi ovunque una mangiatoia dei peggiori privilegi “partitocratici e clientelari” oltre chè strumento di tagli sociali e privatizzazioni senza fine al servizio del capitale finanziario.
Solo la rottura col capitalismo può restituire moralità alla politica e democrazia agli sfruttati.

Tutti gli altri partiti e schieramenti presenti nelle elezioni siciliane, difendono in forme diverse la società capitalista.
PDL, PD, UDC, MPA ne amministrano direttamente gli interessi ( alternativamente o insieme) come si vede in campo nazionale col sostegno a Monti, e su scala siciliana coi governi Cuffaro e Lombardo: e infatti sono tutti sul libro paga di industrie e banche, come testimoniano i loro stessi bilanci pubblici ( tralasciando le tangenti private).
La IDV del trasformista democristiano Orlando e dell'ex ministro questurino Di Pietro, cercano furbescamente i voti “anticasta” per poi negoziare assessori e ministeri col PD ( e provare a ricomporre la foto di Vasto). E peraltro nascondono dietro la bandiera populista “anti Monti” il proprio voto favorevole al pareggio nazionale di bilancio in Costituzione, vero nodo scorsoio al collo delle pensioni, della sanità ,della scuola.

La sinistra siciliana, dal canto suo, è “unita”.. dall'equivoco.
SEL di Vendola e Fava ha già stretto un accordo di governo col PD di Bersani sostenitore di Monti: e quindi si candida a governare nazionalmente le politiche di stretta sociale contro i lavoratori e la popolazione povera della Sicilia( come Bertinotti del resto ha già fatto).
La FDS degli ex ministri Ferrero, Diliberto, Salvi, dopo essere stata scaricata da Bersani, è oggi divisa nazionalmente se cercare di allearsi o meno col PD: ma intanto tiene propri assessori nelle giunte di centrosinistra in tutta Italia, a braccetto col PD e talvolta con la UDC ( Liguria), votando i tagli regionali agli ospedali e ai servizi.
Peraltro se SEL e FDS si alleano in Sicilia con Di Pietro ( e viceversa) è solo per poter negoziare meglio nazionalmente (e insieme) col PD .
Che credibilità possono avere agli occhi dei lavoratori siciliani partiti che parlano in loro nome ma sono compromessi coi loro avversari? Non basta il volto simbolico di una candidata della FIOM, per mascherare queste verità.

Il PCL è il solo partito della sinistra che non si è mai compromesso con le politiche dominanti; che non ha mai votato sacrifici e guerre in cambio di assessori o ministeri; che si è sempre contrapposto sia ai governi di centrodestra che di centrosinistra; che è sempre stato da una parte sola. Con queste credenziali si rivolge ai lavoratori, ai precari, ai disoccupati siciliani dicendo loro: ribellatevi alla subordinazione clientelare ai vecchi partiti di governo, eterni dispensatori di promesse; non credete a vecchi e nuovi saltimbanchi della retorica populista che si svegliano sotto elezioni, per tradirvi il giorno dopo; negate la fiducia a chi già l'ha tradita; abbiate fiducia solo nella forza della vostra azione di massa al servizio dei vostri interessi indipendenti : il giorno che la userete, uniti, sarà l'inizio della vostra liberazione.

Il Partito Comunista dei lavoratori vuole costruirsi come partito della rivoluzione, in Italia e in Sicilia. Certo, è ancora un piccolo partito. Ma è presente in tante lotte di resistenza dei lavoratori e della popolazione siciliana: al fianco degli operai della Fiat, nelle lotte dei precari, nella mobilitazione No Muos, nell'azione di difesa degli ospedali minacciati di chiusura, nelle lotte a difesa del territorio ( No Frane), nelle vertenze sui trasporti... E in ogni lotta pone l'esigenza della più ampia unità e della massima radicalità dell'azione. Unire tutte le lotte in una lotta sola, mettere in campo una forza sociale uguale e contraria a quella dell'avversario, darsi un autonomo programma anticapitalista: sono queste le condizioni necessarie per invertire la china, strappare risultati, aprire la via ad un governo dei lavoratori. Che è l'unica vera alternativa.

Ogni voto al PCL sarà investito in questa prospettiva, ben al di là del voto.
Per questo sarà di fatto l'unico voto utile agli sfruttati.

Marco Ferrando

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