Dalle sezioni del PCL
Comunicato stampa PCL Pesaro: contro la cessione della quota pubblica di Marche Multiservizi a Hera
29 Settembre 2012
Annunciata ma non per questo meno sconcertante risulta la decisione presa dal consiglio provinciale pesarese di disfarsi del 4,8% del pacchetto azionario di Marche Multiservizi, a tutto vantaggio del colosso emiliano Hera, sempre più spadroneggiante nelle aree centro-settentrionali per quanto concerne la gestione dei pubblici servizi, acqua e rifiuti in primis.
Sconcertante per vari motivi:
1- in primis, mette in luce come, di fronte alla propria salvaguardia, ogni ente istituzionale è immediatamente pronto a fare carta straccia della volontà popolare chiaramente espressa in materia con gli ultimi referendum;
2- mostra chiaramente quanto, all'interno del sistema capitalista ogni realtà amministrativa non ragiona come entità atta a garantire il bene del cittadino, come pomposamente espresso da ogni rappresentante borghese che si rispetti, ma come puro strumento di servizio dei poteri forti;
3- non è che un primo passo verso quel cammino di smantellamento progressivo dei beni pubblici che non potrà che proseguire, nei mesi e negli anni a venire, con una china sempre più spregiudicata viste le politiche depressive imposte dal governo Monti su indicazione di UE e BCE;
4- rivela, con chiarezza disarmante, lo stato di asservimento incondizionato di Rifondazione Comunista (espressasi a favore del provvedimento!) a quegli stessi poteri forti di cui ogni giorno di più si dimostra di esser parte, nonostante dichiari di combatterli a parole: se le prime operazioni di smantellamento della gestione dei servizi pubblici nel pesarese furono infatti avvallate, a tutti i livelli, dai dirigenti di Rifondazione Comunista seguendo il motto "si tratta di un disimpegno solo parziale che non potrà che fare bene all'erario pubblico e che non procederà mai verso lo smantellamento", ora la capitolazione non può che dirsi completa e senza scusanti (e già a dire il vero lo era ampiamente il dirsi a favore delle prime cessioni aggrappandosi spudoratamente ed indecentemente all'appellativo di comunisti!).
Il Partito Comunista dei Lavoratori, in questa come in qualsiasi altra occasione in cui ci sia in gioco la cessione del patrimonio pubblico ai privati (oltretutto, sempre o quasi per il proverbiale "pugno di lenticchie") rivendica la propria assoluta coerenza e la sua assoluta indisponibilità a scendere a patti in una questione in cui oltretutto, tramite lo strumento referendario, la stragrande maggioranza dei cittadini ha chiaramente dimostrato come la pensa. In più, in discontinuità con altre associazioni che si stanno battendo contro questo provvedimento invocando forme di azionariato popolare, ribadiamo come anche questa misura sia inadeguata a risolvere un problema che parte dell'alto e che investe la natura stessa del nostro Stato: in periodi di lacrime e sangue infatti, ogni misura di mediazione si rivela inefficace, e la battaglia deve essere condotta sulla linea della radicalità uguale e contraria a quella dell'attacco che è in atto. Per questo motivo facciamo propria la rivendicazione di ripubblicizzazione di tutti i servizi pubblici privatizzati negli ultimi decenni, gestiti realmente per servire i lavoratori e con tariffe popolari.
A chi ribatte sostenendo che si tratta solo di boutade propagandistiche inattuabili, replichiamo dicendo che si tratta delle uniche misure possibili per fermare la valanga progressiva che si sta abbattendo sulle spalle di chi è incolpevole della devastante crisi che ci sta colpendo e che, paradossalmente, solo una misura rivoluzionaria quale quella da noi proposta è in grado di dare una risposta concreta alle istanze popolari emerse in un campo così strategico quale quello dei servizi pubblici. Il punto è che l'unico modo per attuarla è quella di un vero governo rivoluzionario dei lavoratori, che sappia opporsi al nodo scorsoio dei diktat europei, che rivendichi il non pagamento del debito pubblico contratto nei confronti di banche ed istituti finanziari con conseguente nazionalizzazione senza indennizzo degli stessi, e che utilizzi l'immenso mare di risorse così liberate per un vero piano di rilancio che abbia al centro lavoro, istruzione, sanità e servizi pubblici, lontano dalle illusioni e dalle menzogne propinate da Monti e dai tecnocrati che stanno spingendo i lavoratori nel baratro per salvaguardare l'esistenza di un sistema, quello capitalista, che non ha più nulla da offrire all'umanità se non lacrime e disperazione.
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez. Pesaro
pclpesaro@virgilio.it
340/4169455 (Giammarco Romagna, coordinatore provinciale)