Dalle sezioni del PCL
GENOVA: 2^ BOLLETTINO DI SETTEMBRE PER FINCANTIERI
26 Settembre 2012
BOLLETTINO " LOTTA DI CLASSE " del 26-09-12
“ L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi !! “ (K.Marx)
EDITORIALE:
VIA MONTI, PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI
Con la cosiddetta operazione Spending Review, il governo e i suoi ministri milionari puntano a mettere in regola i conti pubblici agli occhi del capitale finanziario e negli interessi del capitale finanziario. E’ un’operazione che serve a racimolare un nuovo gruzzolo di miliardi con cui consolidare l’accordo europeo di fine giugno: l’accordo con cui Monti ha riscosso la disponibilità del cosiddetto Fondo Salva Stati (una faticosa cassa di resistenza tra banchieri europei) a capitalizzare le banche italiane e ad acquistare, a loro vantaggio, dosi massicce di titoli di Stato. Perché la famigerata lotta allo spread questo significa: tener su il valore dei titoli di stato , in larga parte posseduti dalle banche italiane, dunque difendere il loro patrimonio finanziario. Ma il conto lo pagano, come in tutta Europa, gli operai, i precari, i disoccupati, i giovani, i malati,... ed è un conto sempre più insopportabile.!
Nel frattempo, tutta la borghesia italiana e i suoi organi di stampa, chiedono ai partiti di governo di assicurare la continuità di questa rapina oltre la soglia della primavera del 2013. E qui irrompe la novità politica: il “grande accordo” tra Bersani, Casini e ….Vendola, a difesa degli interessi borghesi. Bersani è stato chiarissimo in una lunga intervista al quotidiano di Confindustria di inizio agosto: il PD si fa carico di “garantire gli oneri di bilancio” e gli accordi europei stipulati da Monti. Semplicemente Bersani chiede in cambio al capitale una investitura politica diretta per il PD. E per ottenere questa fiducia presenta agli industriali e alle banche una coalizione di governo ancor “più credibile”.
L’accordo con Casini, massimo alfiere di Monti, ha questo preciso significato: presentare un centrosinistra riveduto e corretto (ancor più a destra) all’altezza delle nuove necessità poste dalla crisi capitalista e dall’ “emergenza” italiana. Con un solo vero elemento di discontinuità rispetto a Monti: recuperare un quadro di concertazione sindacale delle politiche antioperaie. In altre parole: riportare a corte la burocrazia CGIL, quale copertura sociale, ripagandola con un posto a tavola, per il lavoro svolto a vantaggio di Bersani con beneficio di Monti.
La capitolazione di Nichi Vendola a questa prospettiva è vergognosa, ma rivelatrice. Come il PCL aveva previsto e denunciato, il bertinottismo di ritorno non è meglio di quello di andata: gli appetiti ministeriali sono la bussola, il resto sono parole. Con la differenza che i ministri di SEL dovranno misurarsi col quadro della crisi capitalista e con oneri sociali ben più pesanti che nel 2006.
Il Partito Comunista dei Lavoratori pone la necessità della cacciata del governo Monti, e di un governo dei lavoratori, in ogni mobilitazione e in ogni lotta. Solo la cacciata del governo Monti per via di un’esplosione sociale di lotta generale in autunno, può aprire la via di una vera alternativa. Solo un governo dei lavoratori che abroghi le leggi antioperaie degli ultimi 20 anni, abolisca il debito pubblico verso le banche e le nazionalizzi sotto controllo operaio, ripartisca fra tutti il lavoro, espropri le aziende che licenziano, vari un grande piano di opere sociali e di nuovo lavoro, può realizzare una vera svolta. L’ “alternativa” non sta nella ricercata alleanza dell’ex ministro Ferrero con l’ex ministro questurino Di Pietro e il suo partito delle Procure (che vota il “pareggio di bilancio” e copre la mattanza poliziesca di Genova 2001), dopo essere stati scaricati insieme dal PD. Né tanto meno sta in quel santone di Beppe Grillo che difende via web l’evasione fiscale dei ricchi, dall’alto della sua villa di S.Ilario.
L’alternativa sta in un fronte unico di lotta dei lavoratori e di tutti gli sfruttati, che si batta apertamente per la conquista del potere.
Fuori da questo programma di rivoluzione, non c’è prospettiva per i lavoratori e i giovani.
ECHI:
GOVERNO E SINDACATI CONTINUANO AD INGANNARE I LAVORATORI
C.re di Stabia: nessun futuro di ripresa lavorativa, la imminente scadenza della cassa integrazione (Ottobre), la presa in giro del Protocollo d’Intesa - firmato da Governo, Regione e Comune - e tanta rabbia dei lavoratori per le politiche distruttive che hanno messo in ginocchio il settore della cantieristica, portate avanti sia dai partiti del centrosinistra (PD-IDV-SEL-FDS) sia da quelli di centrodestra (PDL-FLI-UDC).
Nell’ennesimo incontro farsa di quest’ estate , tenutosi a Roma tra istituzioni, azienda e sindacati, si è parlato di nuove commesse riguardanti due navi Viking, altre venti di piccole dimensioni, e dieci cassoni per la Concordia, oltre che di realizzazione del “bacino di carenaggio” che il cantiere attende da un anno. Ebbene, ad oggi il cantiere napoletano è ancora fermo, e i lavoratori sono ormai stufi di essere presi in giro sia da azienda e forze politiche sia dai sindacati. Il piano di realizzazione del bacino è un’altra favola che si vorrebbe propinare ai lavoratori facendo credere che la Regione Campania possa stanziare dai 140 ai 360 milioni di euro a seconda dei progetti, quando poi la stessa Regione detiene un debito pubblico di circa 15 miliardi di euro verso grandi banche.
PALERMO A RISCHIO CHIUSURA
Attualmente e fino a fine Ottobre, nel cantiere di Palermo si stanno costruendo sei cassoni indispensabili per la rimozione della Costa Concordia, naufragata il 13 Gennaio scorso davanti all’isola del Giglio, provocando 30 morti e 2 dispersi. Per il futuro non sono previsti nuovi lavori, anzi, il cantiere siciliano continua a perdere appalti importanti.
Ad Agosto il cantiere ha perso l’appalto per la ristrutturazione del bacino galleggiante (da 52 mila tonnellate) del porto di Palermo, di proprietà della Regione, appalto da 45 milioni di euro vinto dalla Cimolai-Mariotti di Pordenone. Colpisce il fatto che un’azienda leader a livello mondiale come Fincantieri abbia perso questo appalto per mancanza di documentazione in regola per la partecipazione a bandi redatti secondo le norme europee.
Un fatto anomalo su cui sta indagando la magistratura palermitana. Un fatto che aggrava ulteriormente la situazione dei lavoratori che, già fanno i conti con buste paga sempre più magre, anche a causa degli accordi separati sul contratto nazionale. Ad oggi su 400 lavoratori 150 sono in cassa integrazione, e dei 2000 lavoratori dell’indotto solo 100 stanno lavorando.
Senza nuove commesse a breve il cantiere rischierà la chiusura, facile dunque prevedere nuove agitazioni a partire da Novembre.
GIU LE MANI DAI DELEGATI !
Come già accaduto in Fiat, la Direzione Aziendale di Fincantieri si sta rifiutando di riconoscere la titolarità e le connesse agibilità sindacali a tutte le RSU FIOM elette nelle recenti elezioni a Palermo e C.re di Stabia.
Tale comportamento antisindacale sta determinando, di fatto, una composizione delle RSU operanti nei cantieri citati, diversa da quella emersa con il voto dei lavoratori.
E’ un atto di arroganza che mira ad intimidire le RSU, specie quelle considerate scomode perchè sempre pronte a lottare contro gli accordi separati, il precariato e il lavoro nero.
Occorre rispondere con la lotta, perché sono i lavoratori che eleggono i propri delegati e solo i lavoratori hanno il diritto di revocarne il mandato. A tutte le RSU FIOM dei due cantieri citati va la nostra solidarietà di classe.
UNA BATTAGLIA GENERALE PER LA NAZIONALIZZAZIONE DELLA FIAT
Tutto è ormai molto chiaro, e da tempo: la famiglia Agnelli e Marchionne hanno scelto di liquidare la propria presenza in Italia, procedendo con la chiusura progressiva degli stabilimenti, uno alla volta, e il piano “Fabbrica Italia” era solo una menzogna propagandistica. Occorre allora unire i lavoratori di tutte le aziende Fiat in una lotta sola: che prepari l'occupazione degli stabilimenti e rivendichi la nazionalizzazione della Fiat, senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori. Una battaglia che può e deve congiungersi alla lotta generale per un governo dei lavoratori: l'unico governo che può realizzare queste misure, l'unico governo di vera alternativa.