Dalle sezioni del PCL
Basta con le buone maniere! Basta con l'antifascismo liberale! Per un antifascismo di classe e rivoluzionario!
15 Settembre 2012
L'aggressione di decine di studenti al parco di Aguzzano di Roma, ultima di una lunga e infinita serie, ha un colpevole di fatto, i fascisti, e uno di diritto: il PD e la sinistra riformista.
Se in tutta Italia ed in particolar modo a Roma la peste nera avanza, praticamente indisturbata, ormai da anni, (gran) parte delle responsabilità va infatti cercata tra coloro i quali, salvo ipocrite e inutili condanne e affermazioni di solidarietà in occasione delle scorrerie delle squadracce, nulla fanno con la loro azione politica per impedire materialmente l'attività di organizzazioni e gruppuscoli fascisti.
Quel Partito Democratico che ieri riconosceva e approvava nelle delibere di giunta, Veltroni sindaco, la "pacifica occupazione" di Casa Pound, è oggi nel migliore dei casi complice per omissione di quelle maggioranze di destra che, nei municipi di Roma come altrove, continuano a finanziare tutti i partitini fascisti, facendoli passare vergognosamente per associazioni culturali e ricreative, e non mancando occasione di dare loro tutele e concessioni, diretta o indirette.
La sinistra riformista, da SEL alla FdS, alleata nei comuni con il PD, è sempre stata preda di quel democraticismo pacifista codardamente disarmato che rappresenta per i fascisti la più grande garanzia d'impunità e di esistenza. Non solo: in passato, ambienti vicini se non interni alla sinistra governista sono giunti a riconoscere politicamente gruppi come Casa Pound, accettando di partecipare ad iniziative da essi promosse o firmando appelli a sostegno, e attestando in questo modo la loro completa legittimità.
Per omissione o vera e propria volontà politica, nemmeno dissimulata, si crede o si finge di credere che ciò che si sta rapidamente impossessando di interi quartieri, strade, facoltà universitarie, scuole sia solo ordinaria teppaglia, neanche tanto dannosa, che inneggia all'orbace per ignoranza o folklore, e che in fin dei conti prima o poi si normalizzerà, magari a seguito di provvidenziali "sdoganamenti". E' questa cecità, storica ancor più che politica, che porta a parlare assurdamente di "escalation di violenza" e di "caccia al diverso", come se si trattasse di criminalità comune o di bande di periferia.
Non sono accettabili né plausibili petizioni volterriane e nonviolente: i fascisti hanno "diritto" di parola e di circolazione tanto quanto il malato di ebola ha diritto di contagio. Il rifiuto politico o - peggio - di principio di affrontare la violenza fascista sull'unico terreno sul quale ci si possa misurare con essa e con l'unico metodo che le si possa legittimamente contrapporre, cioè quello della vigilanza antifascista di classe, estesa, radicata ed organizzata, è l'ennesima riprova del tradimento della propria natura e dei propri valori sociali, consumato e ratificato ancora una volta sull'altare della collaborazione con i borghesi.