Dalle sezioni del PCL

LETTERA APERTA AGLI ELETTORI

AMMINISTRATIVE RIETI 2012

26 Marzo 2012

Pensiamo che una buona amministrazione comunale debba essere: onesta, competente e avere la possibilità di spendere i soldi necessari per una gestione efficiente. Non è sufficiente che il sindaco sia una persona onesta, i funzionari e tutta la struttura comunale devono essere fuori da qualsiasi tipo di corruzione. La competenza e l’esperienza, per condurre un comune, devono essere ricercate e trovate all’interno delle proprie strutture, senza dover ricorrere a costose consulenze esterne, che sono poi la strada maestra per la corruzione e il clientelismo.
Per quanto riguarda i fondi necessari alla buona gestione dell’ente, dati i grandi tagli effettuati fino ad ora che hanno ridotto all’osso i trasferimenti dallo stato ai comuni, chi si candida a fare il sindaco dichiara che sarà necessario pensare ai fondi europei. I fondi europei passano attraverso la regione, non possono essere chiesti soldi per l’ordinaria amministrazione ma soltanto per progetti di particolare interesse culturale o di sviluppo, non è detto che un buon progetto, finanziato dall’Europa, possa giungere ad una sua completa realizzazione. La prossima IMU prevede che le tasse sulle seconde case, attualmente retaggio dei comuni, vadano direttamente allo stato, mentre la tassazione sulle prime case vada, solo in parte, ai comuni, per di più detratta di tutte le esenzioni e degli sgravi previsti. Non è detto che il saldo tra ICI e IMU sia positivo per tutti i comuni.
Con tutta la buona volontà, i futuri amministratori di Rieti, saranno costretti, loro malgrado, ad accettare tutti i compromessi e tutta la corruzione esistente. In questo sistema non c’è alcuna alternativa.
Oggi in Italia il debito pubblico dello stato è enorme (circa 2000 miliardi di euro), la spesa corrente viene finanziata con altro debito e con il pagamento annuale di circa 70 miliardi di interesse. Oltre questo debito esiste il debito degli enti locali: dalle regioni fino al più piccolo comune.
La previsione che si può fare per i prossimi anni è che oltre a non poter mantenere il finanziamento delle spese : per la manutenzione degli edifici, delle strade e dei servizi di assistenza, delle mense scolastiche, eccetera; i comuni non riusciranno neppure a pagare gli stipendi dei dipendenti e mantenere i livelli minimi della ordinaria amministrazione. Questo è il vero nodo della crisi, il debito pubblico.
All’interno di questo sistema economico, non c’è nessuna ricetta per uscire dalla crisi; il debito viene finanziato da banche private che pretendono interessi su questo finanziamento, ne pretenderanno sempre di più mano a mano che il debito aumenta in modo esponenziale e le possibilità concrete di estinguerlo svaniranno. Per poter pagare questi interessi si taglia tutto. La crisi, provocata dalla grande finanza internazionale, dal capitalismo, viene pagata da chi non l’ha provocata, dai lavoratori e dai ceti più deboli.
Pensiamo che qualsiasi programma politico di gestione del comune, si scontri su questo muro enorme del pagamento degli interessi sul debito.
L’unica soluzione possibile è una soluzione rivoluzionaria. Noi il debito non lo paghiamo, non è un semplice slogan ma è l’unica possibilità per poter avere i soldi necessari per far funzionare e sviluppare i servizi pubblici: la sanità, le scuole, l’assistenza, la cultura.
Lo sviluppo di tutto il nostro paese passa attraverso la realizzazione di migliaia di piccole opere pubbliche a livello locale, comunale, tralasciando invece le grandi opere inutili (ponte sullo stretto e TAV) e, soprattutto, liberando la grande massa di denaro pubblico che serve a pagare gli interessi sul debito, che sono destinati ad aumentare, e che costringeranno milioni di lavoratori a vivere in miseria nei prossimi anni.
Le ricette che abbiamo subìto fino ad ora sono: sacrifici per noi, perché la classe degli sfruttati è vasta e ben individuabile, mentre la classe sfruttatrice è minoritaria e legalmente privilegiata.
Ci sarebbe un punto del programma, anche a livello comunale, che potrebbe produrre risorse senza i sacrifici per i meno abbienti: il censimento del patrimonio immobiliare appartenente alla chiesa cattolica e ai suoi vari enti ecclesiastici, questo consentirebbe una verifica della reale consistenza di detto patrimonio (a Rieti è enorme) e della sua destinazione d’uso. Uno strumento del genere, anche a livelli comunale, consentirebbe la necessaria e giusta tassazione. Non ci sembra che ci siano intenzioni di questo genere nei pur variegati programmi dei vari candidati a sindaco.
Il Partito Comunista dei Lavoratori avrebbe potuto presentare le proprie liste, cercando di spiegare, con i pochi mezzi a disposizione, cioè con nessun finanziamento, il nostro programma generale. Praticamente non avremmo avuto spazi per affiggere i nostri manifesti. È sotto gli occhi di tutti la profusione di mezzi di propaganda elettorale da parte di tutti i candidati, sindaci e consiglieri, comprese le affissioni abusive che puntualmente saranno condonate. Quindi è chiaro che i nostri pochi manifesti, come sempre, sarebbero stati ricoperti dagli altri. Noi preferiamo incontrare i cittadini per strada con l’obiettivo di far crescere il nostro partito, di trovare altre persone, per affrontare insieme a loro le battaglie di domani.
Il capitalismo è fallito, ma anche il riformismo è fallito. Non esiste un capitalismo buono o una via di mezzo.
L’unica soluzione è la rivoluzione. L’azzeramento del debito. La nazionalizzazione delle banche e delle società di assicurazione, sotto il controllo dei lavoratori e senza indennizzo per i grandi investitori.
Tutti parlano di coinvolgere i cittadini nella gestione comunale. Certo sono necessari i “consigli dei cittadini” ma il termine consiglio non va inteso come “suggerimento” ma come traduzione del termine russo “soviet”, cioè l’associazione dei cittadini per la gestione della cosa pubblica. Vogliamo il governo dei lavoratori!
Per noi è chiaro che il Partito Democratico non può essere definito neppure moderato o riformista ma è completamente legato alla borghesia liberale e capitalista. È triste constatare che partiti sedicenti comunisti continuano a seguire il PD aspettando le briciole di una eventuale spartizione dell’amministrazione cittadina. Anche la CGIL continua ad aspettare concessioni che non arriveranno mai.
Chiediamo a tutte le espressioni della sinistra politica, sindacale, associativa e di movimento di rompere con il governo e le istituzioni per rovesciare l’attuale ordine sociale.
L’unica soluzione reale della crisi è una soluzione socialista.

SE NE VADANO TUTTI – GOVERNINO I LAVORATORI!

P. C. L. - sezione Rosa Luxemburg – Rieti (provincia)

www.pclavoratori.it - pclrieti@gmail.com - 3339672244

P. C. L. - sezione Rosa Luxemburg – Rieti (provincia)

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