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PER LA RIVOLUZIONE SIRIANA CONTRO LA REPRESSIONE DEL REGIME DI AL ASSAD
14 Marzo 2012
Testo volantino per le prossime manifestazioni di Roma e Milano
Un vero processo rivoluzionario sta accadendo in Siria, il popolo è spinto, sotto il vento delle rivoluzioni arabe, da un spirito di vendetta causato da anni di oppressione del regime e dai gerarchi del regime.
La violenza della tirannia siriana che da un anno, oramai, reprime nel sangue la voglia di cambiamento del popolo, non si ferma davanti a niente. Sono migliaia le persone che sono state uccise in Siria da quando è esplosa la rivolta contro il regime di Bashar al Assad. Secondo i media fra le vittime ci sono molti donne e bambini. Non contento di questa mattanza, il despota siriano avrebbe piazzato mine anti-uomo lungo i confini di Libano e Turchia, ovvero nei pressi delle principali vie di fuga per i rifugiati.
L’imperialismo (che vorrebbe sfruttare a proprio vantaggio la situazione) è all’ empasse più totale, sulla questione “siriana” rimane nel limbo. Le potenze imperialiste stanno ancora discutendo come uscirne, non sanno se un intervento militare debba aver luogo e quali ripercussioni l’ipotetico attacco alla Siria avrebbe nella nuova geografia politica, in primis per l'Iran. I veti posti dalla Russia di Putin ad un ipotetico intervento militare dalle potenze occidentali in Siria va letto, esclusivamente, come la volontà del mantenimento dello status quo e non come pensano le varie organizzazioni dell’arcipelago stalinista come una sorta di opposizione all’imperialismo USA. Gli stalinisti applicano sempre lo stesso schema “campista”, che si portano addosso a mo’ di mantra, e che li ha portati in passato ha sostenere in passato i governi borghesi. Noi come PCL, come trotskysti conseguenti, pensiamo esattamente l’opposto: che il governo di Assad vada cacciato e vada costruito un regime realmente socialista basato sui consigli dei lavoratori.
Il popolo siriano è sceso in strada per chiedere pane, democrazia e migliori condizioni di vita; l’unica possibilità che hanno i lavoratori, donne e studenti siriani è di vincere è di cacciare questo oppressore è instaurare un governo dei lavoratori. Non vi sono vie d’uscita diplomatiche, non vi sono scelte di “campo, ma c’è solo la rivoluzione.
Contro l’intervento imperialista in Siria!
Per la rivoluzione permanente in Siria!
Per un Medioriente laico e socialista!