Dalle sezioni del PCL
ANCONA:1°BOLLETTINO FINCANTIERI ANCONA
“ PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI !! "" (K.Marx) LOTTA DI CLASSE
20 Gennaio 2012
UN FUTURO PEGGIORE DEL PRESENTE
AL SERVIZIO DEL PROFITTO DI POCHI
Il programma di Monti e Confindustria per le generazioni future è molto semplice: dal 2012, sistema contributivo per tutti , età minima per pensionamento di anzianità-vecchiaia a 63 anni, eliminazione delle finestre, penalizzazioni per chi si pensiona tra i 63 e i 65 anni e “incentivi” per chi lo farà tra i 65 e i 70 anni. Un autentico disegno criminale che nella pratica vuol dire lavorare sino a 70 anni per prendere una pensione più miserabile di quella attuale, dopo essere stato licenziabile senza giusta causa e privato del diritto di scegliere il proprio sindacato in fabbrica. Il tutto per pagare ogni anno 90 miliardi di interessi ai banchieri e aiutare gli sfruttatori italiani a competere con gli sfruttatori cinesi. Una truffa per lavoratori e pensionati.!
Non è vero che l’ Italia spende troppo per le pensioni
E’ vero il contrario: dal 1992 ormai si vara una riforma ogni 14 mesi con la solita scusa del rischio crollo del sistema pensionistico, eppure dal 1998 ad oggi il saldo tra versamenti contributivi e pensioni erogate dal sistema è positivo, con un più 142 milioni di euro di attivo registrato nel 2010. Altro che rischio crollo: da anni l’ INPS finanzia a suon di miliardi il bilancio dello Stato. Un es: tra il 2007 e il 2010 i vari governi si sono appropriati di 15,82 miliardi di euro versati all’ Inps dai lavoratori occupati in imprese con almeno 50 dipendenti e li hanno usati per le spese correnti della Pubblica Amministrazione, mentre erano destinati ai loro TFR (fonte Corte dei Conti - 10 Marzo 2010). Come se non bastasse, non si è previsto nessun percorso per il rientro di quei 15,82 mld nelle casse dell’ Inps e poichè questo sistema andrà avanti fino al 2016 , allora il furto ammonterà a 30 miliardi. E’ evidente che usando i soldi dei TFR che dovranno essere versati ai lavoratori , senza prevedere le modalità del loro rientro nelle casse dell’ Inps, comporterà in futuro nuovi tagli alla spesa o nuove tasse. Alla fine, quindi, a farne le spese saranno ancora i lavoratori.!
Si taglia ai vecchi e non si dà nulla ai giovani Secondo il Rapporto 2011 sullo Stato sociale un lavoratore parasubordinato che va in pensione a 65 anni, con 40 anni di lavoro alle spalle nel 2035, avrà una pensione pari al 48,4 per cento dell’ ultima retribuzione. Il problema è che i versamenti dei lavoratori precari sono molto bassi, intorno al 28 per cento, ma prima lo erano ancora di più: chi ha iniziato alla fine degli anni ’90 versava solo il 10 per cento. Ci vorrebbero quindi contributi più alti per i lavoratori precari e contributi a carico dello Stato per i periodi di non lavoro dei precari. Nei dati dell’ INPS, per es., tra i 50 e i 65 anni di età, ci sono stati 1,3 milioni di lavoratori che nel 2010 non hanno più versato contributi a causa della perdita del lavoro.
I fondi pensione vanno in rosso Con l’ istituzione dei Fondi Pensione si è trasformato un reddito certo in una pensione integrativa molto lontana nel tempo ed incerta. Previsti già dalla Riforma Dini del ‘95, ma mai decollati, sono stati rilanciati dal governo Prodi nel 2007 col sistema del silenzio-assenso. Mediante scorrettezze e manipolazioni, con una campagna pubblicitaria pagata dallo Stato ben 17 milioni di soldi pubblici, si è arrivati ad un trasferimento ai Fondi Pensione di 8 miliardi all’ anno dei circa 20 totali dei TFR. Secondo i dati del Covip, la Commissione di vigilanza sui Fondi Pensione, nel 2010 e nel 2011 i fondi pensione hanno registrato perdite medie tra il 2 e il 5 per cento. E nel 2008 andò anche peggio, con perdite comprese tra il 6 e il 24 per cento.
Quale rimedio Solo una grande rivolta sociale può spazzare via tutto questo e aprire la via di una nuova società, in cui a comandare siano i lavoratori e non i banchieri. In cui l'economia sia organizzata in funzione delle necessità sociali e non del profitto dei capitalisti.
Il PCL si batte e si batterà in ogni lotta per questa soluzione rivoluzionaria e socialista: l'unica alternativa alla catastrofe.
LATO RETRO:
NUOVO PIANO NELLA FORMA,VECCHIO PIANO NELLA SOSTANZA
L' accordo firmato martedì 21 dicembre tra Azienda e sindacati gialli Fim-Uilm-Ugl-Fails, con la complicità del Ministero del Lavoro, nella sostanza, è molto simile a quello già presentato a Maggio scorso e successivamente ritirato a Giugno grazie alla mobilitazione dei lavoratori.
L' accordo prevede 1243 licenziamenti su 8500 lavoratori complessivi e un periodo di cassa integrazione straordinaria a rotazione, dal 1^ Gennaio 2012 per un totale di due anni.
In particolare, per i cantieri di Sestri e Castellammare si prevede il disimpegno dal settore cruise, che in pratica significa chiusura quasi certa visto che si parla per entrambi di “interventi strutturali” e di cassa integrazione senza prospettive di rientro.
Tra i lavoratori dichiarati in esubero, sol
o in 200 circa potranno contare su forme di prepensionamento a causa delle nuove normative varate dal Governo Monti. I lavoratori delle ditte esterne saranno i primi a restare a casa e senza un briciolo di cassa integrazione, perchè, salvo eccezioni, le loro ditte tante volte non sono in regola con i pagamenti allo Stato.
E' chiaro che l'Azienda sta riprovando, a scaricare sulle spalle dei lavoratori del Gruppo e dell' Indotto le conseguenze della crisi del settore, invece di puntare a diversificare la produzione e di ridurre le spese veramente inutili (vedi consulenze e stipendi milionari dei manager).
L' Azienda cerca, con la complicità dei sindacati gialli, di dividere i lavoratori cantiere per cantiere, in una guerra tra poveri. Occorre rispondere uniti e lottare perchè ci sia la spartizione solidale del lavoro esistente in tutti i cantieri, perchè nessun lavoratore debba restare a casa.
FINCANTIERI ANCONA
Si prospettano per il futuro altrettante belle parole da parte dei sindaci che daranno la loro più alta solidarietà, la conferma delle vane parole del Vaticano non mantenute, ci saranno presidenti della regione e presidenti di provincia che faranno ulteriori interpellanze parlamentari anche in vista delle politiche, vescovi in processione…ma al momento tutte le unità sono in cassa integrazione, di fatto alla Fincantieri di Ancona non c’è nessuna operatività. A settembre l’azienda aveva parlato di una nuova commessa, dall’altra la commessa non è mai arrivata. E TUTTO RIMANE COME PRIMA, PERCHE’ QUESTA è LA REALTA’.
Abbiamo visto che se non si creano azioni di forza o di ordine pubblico, per essere concreti e realistici, non si ottiene niente e si finisce con il credere solo in ciò che si spera.
Sciopero ad oltranza di tutti i lavoratori della Fincantieri che abbia come obbiettivo quello di ripartire il lavoro su tutti i cantieri e che nessuno venga lasciato senza lavoro, magari usufruendo della progressiva riduzione dell’orario, a parità di salario.
GLI OPERAI FINCANTIERI CHIEDONO CONTO A MONTI
A fronte dell' annuncio di una nuova valanga di licenziamenti, il movimento operaio può rispondere solo con l' unificazione del fronte di resistenza.
Peraltro solamente l' esplosione di un conflitto sociale radicale può mettere in discussione il governo dei banchieri, scompaginare la politica italiana e aprire dal basso uno scenario nuovo.
(Situazione completamente rovesciata a due giorni dal volantinaggio del bollettino!!!)
COMUNICATO STAMPA: a tutti gli organi di stampa
La lotta degli operai Fincantieri serva da esempio a tutti i lavoratori marchigiani
La guerra sarà ancora lunga, ma la battaglia alla Fincantieri di Ancona è stata vinta dagli operai al grido di “unità di tutti i lavoratori” nelle lotte comuni.
Un grande lavoro dei delegati di fabbrica Fiom che sono riusciti a tenere uniti i lavoratori e lottare affinché nessuno fosse licenziato “nemmeno uno”. La rivendicazione della “divisione del lavoro fra tutti” e di “o tutti o nessuno” ha portato oggi, dopo mesi di fermo, alla riapertura dei cancelli, alla ripresa immediata dell’attività ed all’arrivo delle prime lamiere all’arsenale. L’azienda ha affidato al cantiere di Ancona la costruzione di due navi mini-cruise Silver Sea. Solo sessanta lavoratori verranno accompagnati alla pensione tramite “mobilità volontaria”, con uno stipendio netto che sarà comunque intorno ai 1400€ mensili.
Dove hanno fallito le tante promesse non mantenute di politici di vari schieramenti e dei massimi rappresentanti del clero (per far smobilitare la protesta si era scomodato persino il Papa) sono riusciti i lavoratori: la loro forza e determinazione è stata in grado di piegare i vertici dell’azienda e strappare risultati.
Il Partito Comunista dei Lavoratori si augura che questa vicenda sproni i tanti lavoratori marchigiani che rischiano il posto ha ricercare l’unificazione delle vertenze delle diverse aziende: tramite un reale coordinamento formato dai rappresentanti delle diverse realtà e la creazione di una cassa di resistenza.
Quando i padroni attaccano bisogna dire basta alla concertazione al ribasso o alla negoziazione delle perdite e respingere qualsiasi tentativo di metterci gli uni contro gli altri.
Tutto il resto sono solo parole che non rispecchiano in alcun modo la realtà!
PCL-ANCONA