Dalle sezioni del PCL
Vertenza Alcoa. Sicurezza, allarme rosso (La Nuova Sardegna 12 gennaio 2012)
19 Gennaio 2012
Vertenza Alcoa. Sicurezza, allarme rosso (La Nuova Sardegna 12 gennaio 2012)
Riunione delle forze dell'ordine in Questura No allo sbarco in massa degli operai a Roma
CAGLIARI.
La vertenza Alcoa non è solo un caso economico e sociale, ma ha forti valenze di ordine pubblico, diretto e indiretto. La fabbrica è una polveriera, controllare le sue dinamiche può aiutare a prevenire episodi pericolosi. Il Viminale ha subito inserito questa vicenda tra quelle ad alto impatto, che necessitano di una attenzione straordinaria da parte delle forze di polizia. Per queste e altre ragioni ieri mattina in Questura si è svolta una riservata riunione, governata dal questore Savina, alla quale hanno partecipato anche esponenti delle altre forze di Polizia, dedicata ad Alcoa. Tra gli apparati adibiti al controllo dell'ordine pubblico c'è preoccupazione per ciò che può accadere. E dando per scontato un momento di rumorosa apertura all'esterno, che ci dovrà pur essere, le forze dell'ordine hanno due esigenze: la prima è che le manifestazioni avvengano senza infrangere quel patto di reciproco rispetto che i sindacati hanno siglato con la Prefettura nei mesi scorsi e che riguarda le modalità delle proteste; la seconda è che all'interno del calderone Alcoa non tornino ad annidarsi personaggi esterni ed estranei alla fabbrica interessati a soffiare sul fuoco. Ambienti investigativi confermano che due anni fa ci furono interessi lontani da quelli dei lavoratori attenti alla vertenza Alcoa, ma il muro d'acciaio del sindacato impedì allora qualsiasi infiltrazione. Oggi, con un tessuto sociale molto più sfilacciato (dagli artigiani ai commercianti, dalla protesta antiEquitalia alle fabbriche in crisi) il rischio è più elevato. Per questo l'attenzione sarà massima, come netta sarà la decisione di impedire qualsiasi sbarco in massa a Roma non concordato. Il Viminale non esclude di riproporre la stessa strategia usata con i pastori, bloccati nel molo di Civitavecchia appena scesi dalla nave. In ogni caso i blitz romani di due anni fa non saranno tollerati. Che poi non vengano comunque tentati è un altro discorso. Molto dipenderà dal governo. (g.cen.)