Dalle sezioni del PCL

LA CLASSE OPERAIA

Valutazione di carattere personale di un Compagno sulle involuzioni della Classe

14 Gennaio 2012

A tutti i Compagni esprimo il mio pensiero sulla involuzione della Classe cosiddetta "operaia" negli ultimi anni.
Non vi è dubbio sul fatto che un tempo vi fosse una Classe dei lavoratori ben distinta politicamente e che oggi questa sia distinta solo e sempre nella sostanza, ma non nelle aspettative politiche.
La Classe a cui assistiamo è si una Classe di lotta e di protesta nelle varie realtà di crisi, ma è una Classe che, se prima si sentiva rappresentata dalla Sinistra, oggi auspica spesso e spesso si identifica in modo politico molto disgiunto dalla Sinistra.
Sono stato operaio nella AGC di Cuneo e sono stato sui tetti e in mezzo alla protesta attivamente insieme a molti miei colleghi di lavoro uniti nella lotta contro la chiusura del reparto Laminato Auto della AGC di Cuneo. Tutto questo non è significaato nulla da un punto di vista politico. Molti dei miei colleghi di lavoro erano schierati politicamente a destra o addirittura Leghisti e onestamente non credo ci fosse nemmeno uno dei miei colleghi schierato politicamente o che si sentisse ideologicamente rappresentato dalla Sinistra.
Dobbiamo fare una analisi sconcertante ma dobbiamo farla come Compagni.
Oggi la Classe è politicamente non più di Sinistra !
Non si sente minimamente rappresentata dalla Sinistra (se no i risultati elettorali sarebbero profondamente diversi, soprattutto i nostri che hanno fatto dei lavoratori un Nome di partito).
Molto conta la visibilità pressochè nulla che viene offerta mediaticamente ai partiti di Sinistra, vero, ma se ci limitassimo alla sola visibilità, non faremmo una attenta analisi.
Dobbiamo entrare nella psicologia dell'uomo e degli eventi di ogni famiglia e di ogni operaio per fare una analisi vera, altrimenti rischiamo di continuare in slogan e propaganda inascoltata.
Il lavoro di analisi da fare è quasi antropologico e necessita guardare agli eventi individuali di ogni famiglia negli ultimi decenni.
Da quando la Classe è stata protetta dalle lotte operaie vincenti allora a capo del PCI e della CGIL negli anni 60/70 e daal Suo progressivo benessere che Le è stato concesso dalla classe capitalista.
Tutte le famiglie e spesso se non tutte molte, hanno potuto sollevare le proprie sorti individualmente, possedere cose, possedere case, dare l'opportunità ai propri figli di accedere alle università con ingenti sacrifici dei genitori. Tutto ciò è assolutamente stato un bene legittimo che nell'occidente si siano verificate condizioni di benessere alla Classe, ma questo ha influito con le rappresentanze politiche ?
Quanto ha inciso con l'aspetto ideologico del breve stato di pseudo benessere concesso come briciole cadute dalla tavola alla Classe Operaia che si è conquistata con dure lotte quella condizione ?
Ci sarebbe moltissimo da dire e forse io non sono il Compagno adatto per fare questa analisi, anche perchè marginalmente ne colgo l'aspetto che andrebbe approfondito sicuramente da filosofi e politici più preparati di me.
Una certezza è evidente :
La Classe Operaia, nonostante lo schiacciante abuso recente del capitalismo sulla Sua condizione, oggi non si sente rappresentata dalla Sinistra, ma spesso, purtroppo, addirittura si sente rappresentata dal Berlusconismo che abita ogni uomo, dal razzismo leghista insito in un dna non scomparso e che con un ventennio ha aperto scenari imbarazzanti di ignoranza comune, da un riformismo inconcludente e spesso solo raccolto per benefici individuali e non collettivi.
Una parte davvero esigua e molto marginale se non ininfluente si sente rappresentata dai partiti di Sinstra, quella vera e di lotta.
Se non partiamo da una analisi di ciò che è accaduto ad una Classe ideologicamente imborghesita, non certo nella sostanza imborghesita.
Se non partiamo da una riflessione sul Berlusconismo dilagante nella Classe che identifica in se individualmente le opportunità e non collettivamente, allora mi sa che saremo destinati a non comprendere il processo di cambiamento avvenuto e che il Virus di tale cambiamento è partito da molto lontano e non sta solo nella visibilità dei partiti minori di Sinistra (questa incide ovviamente) e non sta solo nella mancanza di comprensione e di risultato elettorale insignificante nonostante le lunghe lotte e gli sforzi dei compagni.
Qualcosa deve cambiare e forse dobbiamo renderci conto che la Classe intesa come la si intendeva negli anni '70 oggi non c'è più politicamente. C'è solo nello sfruttamento del potere che la coalizza in modo disunito nelle aspettative politiche e unito nelle aspettative individuali.
Forse merita ricomniciare a riformare la Classe in senso politico più alto del termine e al posto degli slogan che un tempo attecchivano meriterebbe addestrare con i contenuti la Classe smarrita e scomparsa dopo una generazione di Berlusconismo insito nella stratificazione sociale.

Elia Massimo - Compagno di Borgo San Dalmazzo - Sezione PCL di Torino

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