Dalle sezioni del PCL
GENOVA:1°BOLLETTINO DEL MESE ALLA FINCANTIERI-S.PONENTE
“ PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI !! "" (K.Marx)
9 Gennaio 2012
LATO FRONTE:Editoriale
LOTTA DI CLASSE
UN FUTURO PEGGIORE DEL PRESENTE AL SERVIZIO DEL PROFITTO DI POCHI
Il programma di Monti e Confindustria per le generazioni future è molto semplice: dal 2012, sistema contributivo per tutti , età minima per pensionamento di anzianità-vecchiaia a 63 anni, eliminazione delle finestre, penalizzazioni per chi si pensiona tra i 63 e i 65 anni e “incentivi” per chi lo farà tra i 65 e i 70 anni. Un autentico disegno criminale che nella pratica vuol dire lavorare sino a 70 anni per prendere una pensione più miserabile di quella attuale, dopo essere stato licenziabile senza giusta causa e privato del diritto di scegliere il proprio sindacato in fabbrica. Il tutto per pagare ogni anno 90 miliardi di interessi ai banchieri e aiutare gli sfruttatori italiani a competere con gli sfruttatori cinesi. Una truffa per lavoratori e pensionati.!
NON E' VERO CHE L'ITALIA SPENDE TROPPO PER LE PENSIONI
E’ vero il contrario: dal 1992 ormai si vara una riforma ogni 14 mesi con la solita scusa del rischio crollo del sistema pensionistico, eppure dal 1998 ad oggi il saldo tra versamenti contributivi e pensioni erogate dal sistema è positivo, con un più 142 milioni di euro di attivo registrato nel 2010.
Altro che rischio crollo: da anni l’ INPS finanzia a suon di miliardi il bilancio dello Stato. Un es: tra il 2007 e il 2010 i vari governi si sono appropriati di 15,82 miliardi di euro versati all’ Inps dai lavoratori occupati in imprese con almeno 50 dipendenti e li hanno usati per le spese correnti della Pubblica Amministrazione, mentre erano destinati ai loro TFR (fonte Corte dei Conti - 10 Marzo 2010).
Come se non bastasse, non si è previsto nessun percorso per il rientro di quei 15,82 mld nelle casse dell’ Inps e poichè questo sistema andrà avanti fino al 2016 , allora il furto ammonterà a 30 miliardi.
E’ evidente che usando i soldi dei TFR che dovranno essere versati ai lavoratori , senza prevedere le modalità del loro rientro nelle casse dell’ Inps, comporterà in futuro nuovi tagli alla spesa o nuove tasse.
Alla fine, quindi, a farne le spese saranno ancora i lavoratori.!
SI TAGLIA AI VECCHI E NON SI DA' NULLA AI GIOVANI
Secondo il Rapporto 2011 sullo Stato sociale un lavoratore parasubordinato che va in pensione a 65 anni, con 40 anni di lavoro alle spalle nel 2035, avrà una pensione pari al 48,4 per cento dell’ ultima retribuzione.
Il problema è che i versamenti dei lavoratori precari sono molto bassi, intorno al 28 per cento, ma prima lo erano ancora di più: chi ha iniziato alla fine degli anni ’90 versava solo il 10 per cento.
Ci vorrebbero quindi contributi più alti per i lavoratori precari e contributi a carico dello Stato per i periodi di non lavoro dei precari. Nei dati dell’ INPS, per es., tra i 50 e i 65 anni di età, ci sono stati 1,3 milioni di lavoratori che nel 2010 non hanno più versato contributi a causa della perdita del lavoro.
I FONDI PENSIONE VANNO IN ROSSO
Con l’ istituzione dei Fondi Pensione si è trasformato un reddito certo in una pensione integrativa molto lontana nel tempo ed incerta. Previsti già dalla Riforma Dini del ‘95, ma mai decollati, sono stati rilanciati dal governo Prodi nel 2007 col sistema del silenzio-assenso. Mediante scorrettezze e manipolazioni, con una campagna pubblicitaria pagata dallo Stato ben 17 milioni di soldi pubblici, si è arrivati ad un trasferimento ai Fondi Pensione di 8 miliardi all’ anno dei circa 20 totali dei TFR.
Secondo i dati del Covip, la Commissione di vigilanza sui Fondi Pensione, nel 2010 e nel 2011 i fondi pensione hanno registrato perdite medie tra il 2 e il 5 per cento. E nel 2008 andò anche peggio, con perdite comprese tra il 6 e il 24 per cento.
QUALE RIMEDIO
Solo una grande rivolta sociale può spazzare via tutto questo e aprire la via di una nuova società, in cui a comandare siano i lavoratori e non i banchieri. In cui l'economia sia organizzata in funzione delle necessità sociali e non del profitto dei capitalisti.
Il PCL si batte e si batterà in ogni lotta per questa soluzione rivoluzionaria e socialista: l'unica alternativa alla catastrofe.
LATO RETRO:Echi
NUOVO PIANO NELLA FORMA,VECCHIO PIANO NELLA SOSTANZA
L' accordo firmato martedì 21 dicembre tra Azienda e sindacati gialli Fim-Uilm-Ugl-Fails, con la complicità del Ministero del Lavoro, nella sostanza, è molto simile a quello già presentato a Maggio scorso e successivamente ritirato a Giugno grazie alla mobilitazione dei lavoratori.
L' accordo prevede 1243 licenziamenti su 8500 lavoratori complessivi e un periodo di cassa integrazione straordinaria a rotazione, dal 1^ Gennaio 2012 per un totale di due anni.
In particolare, per i cantieri di Sestri e Castellammare si prevede il disimpegno dal settore cruise, che in pratica significa chiusura quasi certa visto che si parla per entrambi di “interventi strutturali” e di cassa integrazione senza prospettive di rientro.
Tra i lavoratori dichiarati in esubero, solo in 200 circa potranno contare su forme di prepensionamento a causa delle nuove normative varate dal Governo Monti. I lavoratori delle ditte esterne saranno i primi a restare a casa e senza un briciolo di cassa integrazione, perchè, salvo eccezioni, le loro ditte tante volte non sono in regola con i pagamenti allo Stato.
E' chiaro che l'Azienda sta riprovando, a scaricare sulle spalle dei lavoratori del Gruppo e dell' Indotto le conseguenze della crisi del settore, invece di puntare a diversificare la produzione e di ridurre le spese veramente inutili (vedi consulenze e stipendi milionari dei manager).
L' Azienda cerca, con la complicità dei sindacati gialli, di dividere i lavoratori cantiere per cantiere, in una guerra tra poveri. Occorre rispondere uniti e lottare perchè ci sia la spartizione solidale del lavoro esistente in tutti i cantieri, perchè nessun lavoratore debba restare a casa.
Come già fatto a Maggio e Giugno scorso, è necessario ricostruire una serie di lotte che puntino ad unire i lavoratori di tutti i cantieri allo scopo di costringere l'azienda a cambiare il piano industriale.
FINCANTIERI: LOTTE OPERAIE A PALERMO E GENOVA/SESTRI
All' indomani dell'accordo separato, i lavoratori del cantiere di Palermo hanno avviato una serie di scioperi contro il piano dell' Azienda che prevede la cassa integrazione straordinaria per 470 tra operai e impiegati e 140 esuberi nel prossimo biennio.
Il 22 Dicembre sciopero di 8 ore, il 27 blocco degli straordinari ; il 2 Gennaio nuovo sciopero di 8 ore con manifestazione fino in Prefettura e occupazione di due ore dei binari della stazione centrale. E il 4 sciopero con manifestazione e blocco del traffico.
Dal 22 Dicembre i lavoratori del cantiere di Genova-Sestri hanno avviato un presidio davanti ai cancelli dello stabilimento, che a più riprese è proseguito fino al 3 Gennaio, per protestare contro l'accordo separato, che prevede la cassa integrazione per 741 lavoratori, tutti quelli del cantiere, senza prospettive certe di rientro.
Inoltre, con grande determinazione, i lavoratori hanno minacciato più volte di non permettere il varo dell' ultima nave attualmente in produzione, l'Oceania.
E il 4 Gennaio in 300 hanno occupato l’aeroporto cittadino.
Sono tutte iniziative di lotta pienamente condivisibili che hanno lo scopo di costringere l' Azienda e il Governo a garantire un futuro occupazionale a questi lavoratori.
GLI OPERAI FINCANTIERI CHIEDONO CONTO A MONTI
Scioperi ad oltranza e presidi degli stabilimenti costituiscono un riferimento esemplare per centinaia di vertenze in corso a difesa del lavoro.
I lavoratori di Sestri e Palermo stanno dando l'esempio.
A fronte dell' annuncio di una nuova valanga di licenziamenti, il movimento operaio può rispondere solo con l' unificazione del fronte di resistenza.
Peraltro solamente l' esplosione di un conflitto sociale radicale può mettere in discussione il governo dei banchieri, scompaginare la politica italiana e aprire dal basso uno scenario nuovo.
La lotta degli operai di Sestri e Palermo è una buona inaugurazione del nuovo anno da poco iniziato.
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