Dalle sezioni del PCL
Dallo sciopero dei lavoratori dell’Alstom allo sviluppo di una mobilitazione cittadina in difesa del posto di lavoro
12 Dicembre 2006
Ancora una volta i lavoratori sono scesi in piazza per difendere il diritto al loro posto di lavoro, ma, ancora una volta , come negli ultimi 20 anni di declino industriale, i sindacati confederali rinunciano a proclamare iniziative di lotta incisive per poter portare a casa un risultato concreto.
Oggi, e non domani-quando le lavorazioni verranno portate via- occorre che si apra un fronte di lotta ampio e prolungato.
Non si può aspettare che oggi l’azienda non confermi al lavoro i lavoratori a tempo determinato, che domani si mettano altri lavoratori in cassa integrazione e che alla fine si portino via le produzioni tecnologicamente più avanzate, come il Pendolino.
Purtroppo, quando questi avvenimenti si espliciteranno, e le produzioni saranno scomparse, i lavoratori saranno divisi tra cassintegrati, licenziati ed occupati. Occorre fermare ora, e non domani, questo declino. Non vorremmo che i sindacati solo in quel momento cercassero la drammatizzazione della lotta per giustificare la loro precedente capitolazione ( un film già visto molte volte) dalla Fiat alla Viberti, alla Waj Assalto ecc…
Occorre che oggi , che siamo tutti in fabbrica, e che le nostre produzioni sono ancora in azienda, i sindacati per prima cosa cerchino di radicalizzare lo scontro partendo dall’esperienza vincente dei lavoratori della Fiat di Melfi, ma occorre anche che qui a Savigliano avvenga ciò che è avvenuto a Melfi, dove la lotta di quei lavoratori fu la lotta di tutta la città.
Chiediamo quindi che si pronuncino sia il Comune di Savigliano sia la Provincia di Cuneo sia la Regione Piemonte.
Bisogna costruire intorno all’Alstom comitati di lotta che siano in grado di ottenere risposte precise non solo dalla direzione aziendale , ma anche da CGIL-CISL-UIL.
Non si possono sacrificare i lavoratori sull’altare del cosiddetto governo “amico”, che oggi cerca di accreditarsi di fronte a banchieri e industriali come un rappresentante affidabile dei loro interessi, per mezzo della concertazione o della moderazione salariale.
Occorre affermare con forza a Sindacati e Governo che una soluzione per uscire dalla crisi dell’Alstom c’è: sciopero generale di tutti i lavoratori in lotta per avanzare finalmente la parola d’ordine della nazionalizzazione senza indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori.
Occorre avere consapevolezza che la lotta dei lavoratori dell’Alstom è la lotta di tutti noi: essa deve trovarci insieme con quanti lottano contro la precarietà, la flessibilità, le privatizzazioni e contro lo smantellamento dei servizi pubblici, che colpisce duramente la scuola, i trasporti, la sanità, per non parlare del famigerato ticket di ospedalizzazione. Contro tutto ciò i lavoratori debbono dire no a questo piano padronale.
Le realtà produttive non si smantellano
Nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori
Apertura di una vertenza generale che unifichi “ i tavoli di crisi” e compatti in un unico fronte i lavoratori contro l’offensiva padronale








