Teoria

Pornografia del dolore. Racconto

16 Novembre 2011

Mi diletto a scrivere "storielle" sul mondo del lavoro. Questo brano è tratto dal mio primo libro - Precario: fine pena mai - ancora non pubblicato perchè non sono disposto a versare soldi agli editori perchè me lo pubblichino

All’ingiusto provvedimento di licenziamento, adottato nei miei confronti dalla direzione del cantiere navale, seguirono quasi quattro anni d'inattività forzata; in giro correva voce che non riuscissi a distinguere tra una nave e una fiat cinquecento e le aziende si guardavano bene dall’assumermi. Pensai che, forse, un'opportunità di lavoro mi potesse derivare dal praticare qualcosa di creativo; all’età di vent’otto anni mi diedi così alla pittura: quella che viene chiamata pittura di genere e che rappresenta aspetti della vita di tutti i giorni. Oh sì, decisamente è una pittura di un qualità minore non solo rispetto, per valore, alla pittura storica-religiosa, ma nemmeno pari a quella della ritrattistica. Ero affascinato specialmente dalle morti bianche, quelle che avvengono sul lavoro e che comunemente vengono definite: eventi accidentali. Mi specializzai assumendo un mio particolare stile anche se m’ero ispirato sicuramente a Rorschach i cui test, in psichiatria, facevano impazzire i pazzi: bastava mischiare più colori scelti a casaccio, spargerli con le mani o anche con i piedi ben bene sulla superficie (tavola, tela, cartoncino, e così via) e alla fine, dopo averli fatti asciugare alla finestra della cucina di casa mia, davo il titolo a quelle macchie in funzione di tutto ciò cui secondo me la tavola somigliasse.
Guadagnavo, finalmente, abbastanza bene ma tale pacchia (durata quasi cinque anni) finì quando il titolare della galleria d’arte s'accorse che i miei quadri non fossero altro che tele insudiciate; evitai una denuncia solo risarcendo la ditta dai danni d’immagine subiti. Dovetti smettere di “dipingere” e ritornare alla sala biliardo che nel mio periodo d’oro avevo frequentato solo sporadicamente; vale però la pena raccontare lo svolgimento di una serata durante la quale il collezionista esponeva e vendeva le mie “opere d’arte” e il mio “talento” veniva osannato.


- Pornografia del dolore –


Ambientazione

Salone d'una villa d’epoca. La galleria d’arte ha organizzato una serata riservata a imprenditori, critici d’arte e collezionisti per la presentazione e vendita di quadri di grande suggestione e poesia, raffiguranti morti bianche: opere d’arte belle da morire.

Personaggi

Pittore Vincenzo De Biase: precario ab aeterno
Imprenditore alquanto alto di statura
Imprenditore alquanto basso di statura
Prima signora attempata molto distinta
Seconda signora attempata molto distinta
Primo signore dall’aria molto importante
Secondo signore dall’aria molto importante
Prima signora dall’aria molto importante
Seconda signora dall’aria molto importante
Donna giovanile
Uomo giovanile
Critico d’arte un po’ stempiato
Critico d’arte
Primo uomo
Secondo uomo
Terzo uomo
Quarto uomo
Signor A.
Signor B.
Signor C.

L’ultimo quadro, anch’esso così straordinario e peculiare nel suo genere, era stato appena assegnato e venduto. Il pubblico, tutto in piedi, reclama a gran voce di conoscere il nome del pittore che aveva così magistralmente dipinto quelle decine di capolavori: vere e proprie pagine di storia. Il presentatore della galleria d’arte, sul palco, ringrazia inchinandosi, ma fa cenni di diniego, non può assolutamente rivelare l’autore di quelle opere straordinarie, nemmeno ai numerosi acquirenti. Una gentile e carina signorina, dipendente della galleria d’arte, al microfono invita gli ospiti a raggiungere la sala adiacente per il buffet organizzato per l’occasione.

PITTORE (tra me e me) Qui sono in incognito e sarà meglio avviarmi prima di tutti gli altri alla sala indicata. Tengo alle opinioni e ai commenti dei miei clienti ma sono interessato anche alle impressioni dei critici d’arte e sono ansioso di raccoglierne i giudizi. Mi metterò lì nei pressi del tavolo su cui sono state disposte tartine, sandwich, cocktail e altro… (opto per un bel panino abbondante) Ecco qui due belli e altezzosi clienti che arrivano, sentiamo…

Arrivano quasi subito due imprenditori: l’uno alquanto basso di statura, l’altro alquanto alto di statura, sulla cinquantina.

IMPRENDITORE ALQUANTO BASSO DI STATURA (inebriandosi) Una meraviglia! La vera autentica opera d’arte è immortale!
IMPRENDITORE ALQUANTO ALTO DI STATURA (rivolgendosi convinto al collega) Già-già... l’opera d’arte una volta realizzata viaggia nel tempo; un sorriso artistico senza tempo.
IMPRENDITORE ALQUANTO BASSO DI STATURA Hai visto nel quadro “IL PRECIPITATO”, quello in cui è raffigurato quel lavoratore che mentre opera su quel ponteggio cade da un’altezza considerevole…?
IMPRENDITORE ALQUANTO ALTO DI STATURA Sì-sì certo che l’ho notato… e allora?
IMPRENDITORE ALQUANTO BASSO DI STATURA A mio avviso in quel quadro l’autore supera il mero piano della rappresentatività secondo la quale la visione è apparente.
IMPRENDITORE ALQUANTO ALTO DI STATURA Sì ma ritengo che un oggetto, l’operaio in questo caso, non vada dipinto come lo si vede, bensì come lo si pensi.
IMPRENDITORE ALQUANTO BASSO DI STATURA (incuriosendosi) Spiegati meglio…
IMPRENDITORE ALQUANTO ALTO DI STATURA Sì-sì, secondo me l’opera non deve cogliere il momento della caduta ma l’espressione di terrore sul volto dell’uomo nella fase di discesa; solo così il momento culminante può essere atteso e compreso da chi poi osserva il dipinto.
IMPRENDITORE ALQUANTO BASSO DI STATURA (girandosi verso l’ingresso) Uh… quanta gente viene da questa parte; mettiamoci più in là, detesto la calca. (S'allontanano entrambi)

Tre signore attempate molto distinte raggiungono il tavolo del buffet.

PRIMA SIGNORA ATTEMPATA Roba da matti, ma come si fa, dico io, ad entrare in un ascensore dell’ospedale con un carrello portavivande di quelle dimensioni! Era ma-te-ma-ti-co che morisse.
SECONDA SIGNORA ATTEMPATA Ah, ritengo tu ti stia riferendo all’ ”ASFISSIATA”, o sbaglio?
PRIMA SIGNORA ATTEMPATA Certo e a cosa se no? Il minimo che le potesse capitare era che il carrello finisse, nel corso della discesa, contro una sporgenza del muro e la schiacciasse.
TERZA SIGNORA ATTEMPATA (intervenendo come se stesse seguendo un proprio pensiero già da qualche minuto incurante delle chiacchiere delle amiche) L’autore del dipinto ottiene con la pittura ad olio un risultato che su tela non avrebbe mai potuto raggiungere.
PRIMA SIGNORA ATTEMPATA Trovi?
TERZA SIGNORA ATTEMPATA Ma sicuro! Si vede che chi lo ha dipinto non è un ragazzino. Provate a ricordare la fisionomia di quella lavoratrice: il pittore riesce a fare emergere alcuni tratti che testimoniano chiaramente il tipo e la natura di vita che quella sguattera aveva condotto fino ad allora.
SECONDA SIGNORA ATTEMPATA (portandosi il dito indice piegato della mano destra alla bocca) Adesso che me lo fai notare ricordo chiaramente le sue lunghe e carnose borse sotto gli occhi minuti; la sua espressione eternamente impudente, così come ce l’hanno tutti gli operai.
PRIMA SIGNORA ATTEMPATA (annuendo decisa) Ma certo, ma certo, la loro solita espressione sospettosa e beffarda! Avete notato la miriade di profonde rughe che le solcavano quel viso grosso sotto il mento aguzzo?
TERZA SIGNORA ATTEMPATA (scrollando le spalle) Bah! Cosa pretendete da gente così insulsa? Piuttosto... io sono rimasta anche colpita da quel grosso pomo d’Adamo, carnoso e allungato come alcuni portamonete, che le conferiva un’aria profondamente lasciva.
PRIMA SIGNORA ATTEMPATA M'è venuta fame, forza assaggiamo qualcosa… ecco lì all’estremità del tavolo vedo dei tramezzini. (Si riempie il piatto e dopo averne assaggiato uno al tonno e maionese si lecca le dita della mano sinistra)
PITTORE (tra me e me) La sala è affollata (m’aggiro tra gli ospiti, mi fermo sorseggiando un drink) Vado in quel angolo, s’è formato un gruppetto di quattro persone: due signore e due signori dall’aria importante. (Mi tengo a distanza di cortesia)
PRIMO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE (continuando un discorso) Certo-certo, sono opere inedite, ma i prezzi ragazzi, i prezzi! A me paiono esagerati…
PRIMA SIGNORA DALL’ARIA IMPORTANTE (infastidendosi) Ma sono opere pubblicate! E poi sapete benissimo che, per esempio, se un quadro da listino costa quattrocentomila lire, in realtà poi viene venduto al venti, trenta e molte volte anche al quaranta percento di sconto.
PRIMO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE (obiettando) Ma signori, signore, permettetemi; avranno i depositi pieni! Sicuramente stanno liberando il magazzino e lo sconto potrebbe anche essere più grosso.
SECONDO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE (intervenendo deciso) A maggior ragione! Anche se hanno centinaia di quadri ciò non toglie che questi vengano praticamente svenduti pur trattandosi di inediti.
SECONDA SIGNORA DALL’ARIA IMPORTANTE (invitando alla calma) Vi prego Signori! Calma! Voi sapete bene che ogni azienda si comporta in questo modo; sono null’altro che strategie commerciali! Pari pari quelle che mettiamo in atto anche noi ogni giorno, o quasi.
SECONDO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE Forse state dimenticando che qui si sta parlando di pagine di storia dell’arte! Io... lo avete visto, ho acquistato il “TRAVOLTO”...
PRIMO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE (sorridendo beffardamente) Sì, abbiamo notato, anche se…
SECONDO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE Anche se… continua.
PRIMO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE Non vedo cosa ci sia di speciale in un quadro che raffiguri un operaio che nell’aprire la sponda del suo camion sia stato investito da circa trenta lastre di ferro...
SECONDA SIGNORA DALL’ARIA IMPORTANTE Anch'io ho trovato l’acquisto un po’ avventato… per così dire.
SECONDO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE (innervosendosi alquanto) Prima d'ogni cosa, questo è un quadro già pubblicato a colori sul catalogo generale e poi ho ricevuto lo stesso catalogo in omaggio all’acquisto del quadro; il prezzo da me pagato è stato di vero affare!
PRIMO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE (sorridendo ironicamente) Peccato che non vi fossero altre richieste oltre la tua.
SECONDO SIGNORE DALL’ARIA IMPORTANTE È un quarantotto per trentaquattro del mille novecento ottantasei, olio su tela… olio su tela.
PRIMA SIGNORA DALL’ARIA IMPORTANTE (intervenendo a difesa del secondo signore dall’aria importante) In effetti è un quadro che sprigiona un’energia…
SECONDA SIGNORA DALL’ARIA IMPORTANTE Sì... ma a quel prezzo si poteva trovare di meglio, molto meglio… (Aprono la vetrata che dà sul terrazzo, escono)
PITTORE (incuriosendomi a una coppia giovanile seduta su un divano in fondo alla sala; con molta discrezione m'avvicino) Sentiamo cosa avranno da dirsi; da come s’agitano sembrano stiano litigando.
DONNA GIOVANILE (rimproverando l’uomo giovanile) Non avresti dovuto acquistarlo. È stata una follia!
UOMO GIOVANILE (sprofondando comodamente nel divano) Cara, è un’opera degli anni ’90 e io so che quando si trovano quadri di questo decennio non bisogna mai lasciarseli sfuggire.
DONNA GIOVANILE (rivolgendosi con molta foga a quello che forse è suo marito) Sì ma a me fa molta impressione, non lo vorrai mica mettere in camera da letto?
UOMO GIOVANILE (non potendo credere alle sue orecchie) Ma è il “FOLGORATO”! Il famoso “FOLGORATO”! Te ne rendi conto o no? Tutte le tue amiche vorrebbero questo quadro in testa al letto della propria camera coniugale.
DONNA GIOVANILE (convincendosi lentamente) Sì ma è ripugnante! Quell’uomo con quell’asta metallica che utilizza per allineare le tegole sul tetto con la linea elettrica a ridosso della casa… è un’immagine così dura!
UOMO GIOVANILE Cara, tu credi che io sia stato uno sciocco per averlo acquistato? Hai notato gli splendidi colori opacizzati? La gestualità della vittima nell’attimo decisivo? Il segno? L’operaio pare non preoccuparsi affatto di comporre una forma, uno schema nel momento della tragedia e anche se non agevola le esigenze del pittore, quest’ultimo è bravo a immaginarlo proprio nell’attimo folgorante. (Si alzano dal divano e si recano in terrazza)
PITTORE (sedendomi sul divano; tra me e me) Ecco due uomini che vengono dalla mia parte, sono curioso di sentire la loro opinione. Sembrano discutere con interesse.

A circa mezzo metro dal divano s’intrattengono due critici d’arte: uno dei due è un po’ stempiato. Entrambi conversano sorseggiando un cocktail.

CRITICO D’ARTE UN PO’ STEMPIATO L’espressione poetica dei volti! C’è da rimanerne rapiti, è celestiale! E poi i chiarori, quella debole luminosità, la luce fievole. Chi ha dipinto quel quadro è un grande! Non è certo un’artista emergente ma è uno che il successo se lo è già guadagnato.
CRITICO D’ARTE Capisco... so a quale quadro ti riferisci: agli “SFRACELLATI”, a quei quattro lavoratori che durante la costruzione di una galleria sono andati a schiantarsi contro il blocco di fine corsa della stazione di partenza…
CRITICO D’ARTE UN PO’ STEMPIATO Si, certo... certo, ma quello che voglio dire è che mi piace, mi piace questa pittura gestuale, una pittura del dolore, dove il pittore si esprime con una certa voluttà, con un istinto generato da una soddisfazione interiore, collegata a momenti tragici della vita del proletario, sublime... sublime!
CRITICO D’ARTE Capisco... capisco, immagini forti in netta antitesi al taglio delle altre operazioni di presentazione e vendita di questa galleria d’arte.
CRITICO D’ARTE UN PO’ STEMPIATO L’arte che si sposa perfettamente con un momento di vita.
CRITICO D’ARTE Direi piuttosto… momenti di morte. (Ride forte)
CRITICO D’ARTE UN PO’ STEMPIATO (prendendolo sottobraccio) Andiamo al tavolo, questo drink si deve accompagnare a una tartina al salmone… (S'allontanano)
PITTORE (dirigendomi in fondo alla sala; tra me e me) Ecco un gruppetto di soli uomini che conversa animatamente dandosi di continuo pacche sulle spalle.
PRIMO UOMO Vi dico che fissava me, proprio me, e che bella signora! Eccola lì (Indica una signora molto graziosa sulla quarantina intenta a discutere con due baldi giovanotti)
SECONDO UOMO Non ti smentisci mai… sei sempre alla ricerca di avventure.
PITTORE (allontanandomi; tra me e me) A questi signori dei miei quadri non importa nulla. (raggiungendo quasi al centro della sala una coppia di donne: l’una giovane, l’altra meno). La giovane donna sembra un po’ imbronciata… sentiamo.
GIOVANE DONNA UN PO’ IMBRONCIATA Hai fatto una sciocchezza mamma, non avresti dovuto comprare quel quadretto: appena venticinque per trenta. Ma chi vuoi che lo veda appeso al muro della direzione nella nostra azienda?
DONNA MENO GIOVANE (mostrando il quadretto acquistato) Ricordati che i dipinti non si comprano a metri e poi questo per me è il più bello in assoluto tra quelli che ho visto.
GIOVANE DONNA UN PO’ IMBRONCIATA (indicando il quadro tascabile) E poi, proprio “L’USTIONATO” dovevi comprare? Con tanti altre tipologie di morti sul lavoro che c’erano!
DONNA MENO GIOVANE Prima di tutto il quadro raffigura una scena tipica della vita normale che si svolge nel corso di lavori stradali e poi si tratta di un genere di pittura “LIVE PAINTING”, cioè una pittura che si fa dal vivo… e anche il bitume raffigurato è parte della scena.
GIOVANE DONNA UN PO’ IMBRONCIATA Ma mamma, sai bene che sono un’appassionata di “LIVE PAINTING” delle morti bianche, ma è proprio per questo che ti sto dicendo che avresti potuto scegliere di meglio; v'erano tanti altri quadri ancora più inquietanti. E... per quanto riguarda le dimensioni di questo (lo indica di nuovo) non mi stanno bene perché vorrei che nella nostra azienda la morte degli operai la si ostentasse, la si toccasse, la si vivesse e che anche tutto lo staff manageriale potesse goderne appieno.
DONNA MENO GIOVANE Sto cominciando a capirti cara e forse anche il tuo povero padre quando era ancora a capo della sua azienda avrebbe ragionato così; la prossima volta ne acquisteremo uno più grande e più sconvolgente, te lo prometto.
GIOVANE DONNA UN PO’ MENO IMBRONCIATA Grazie mamma, sapevo che alla fine avresti capito il mio punto di vista; resta il fatto, per consolarti, che anche in questo quadretto trapela netto il bisogno fisico del pittore di abbinare l’istante drammatico dell’ustione al volto dell’operaio… (S'allontanano verso un angolo della sala)
PITTORE (portandomi sulla terrazza; tra me e me) Alcuni uomini discutono animatamente; a prima vista sembrerebbe non essere d’accordo su qualcosa.
PRIMO UOMO (gesticolando platealmente) Il pittore non produce per fare soldi ma per creare più arte possibile, per essere amato, ricordato, i soldi verranno, o saranno venuti certo come conseguenza.
SECONDO UOMO (un po’ stizzito) Allora perché l'artista rimane in incognito? Forse perchè non vuole che i critici, conoscendolo personalmente, possano essere condizionati nei loro giudizi?
TERZO UOMO (con un'espressione beffarda) Sciocchezze, solo sciocchezze! Il vero è che il pittore è come tutti gli altri, anzi peggio. Ma non vedete che anche se l’autore di questi capolavori è blindato e in incognito, l’azienda che lo rappresenta pubblica libri, coinvolge critici, collezionisti, gallerie d’arte. L’intermediario che vende i suoi quadri fa notevoli profitti solo perché questi sono dipinti di un certo filone… direi quasi della pornografia del dolore, sì-sì, proprio pornografia, di questo si tratta.
PRIMO UOMO (sconvolto) Stai dicendo che se a dipingere questi quadri fosse stato chiunque altro, avrebbe avuto lo stesso successo? Ma no che non è così! Morandi dipingeva bottiglie e secondo la teoria appena espressa, qualsiasi imbianchino avesse dipinto, bottiglie o lattine di coca cola, avrebbe avuto successo? Ah-ah-ah... (Ride volgarmente)
SECONDO UOMO Non nego che alcuni quadri siano molto belli, poetici, da vedere, da esserne rapiti, sono qualcosa che prendono il cuore.
QUARTO UOMO (inserendosi nella conversazione e rivolgendosi al secondo uomo) Ma allora sei d’accordo con lui? (Indica il primo uomo)
SECONDO UOMO (tranquillizzando un po’ tutti) Io non nego che siano sublimi, sono opere magistrali certo, sto però affermando anche che buona parte del successo di questi dipinti sia dovuto al filone … (rientrano lentamente nella sala)
PITTORE (intrattenendomi sulla terrazza, tra me e me) Lì, in fondo, quel gruppetto di persone che conversa a voce alta e ride volgarmente, m’incuriosisce. (M’avvicino ma sempre con molta discrezione)
SIGNOR A. (continuando la conversazione) V’è da dire che sono quadri che si vedono e ci si sente svanire, tutto qui! Come a svanire sono i soldi necessari all’acquisto.

Ilarità del gruppetto di persone che conversa a voce alta e ride sguaiatamente.

SIGNOR B. (di seguito) Certo, i limiti possono diventare una forza; il limite è la forza di questo pittore sconosciuto! (Esclama con fervore)
SIGNOR C. (rigirando un opuscoletto tra le mani) Sapete che più d'un critico lo paragona ai Picasso e ai De Chirico?
SIGNOR A. (rivolgendosi al signor C) Ma che sciocchezze dici? I Picasso, i De Chirico decontestualizzavano, questo invece fa del contesto quasi la scena di primo piano.
SIGNOR B. Io sono rimasto molto colpito da questi dipinti. È un’esperienza incredibile; ho avvertito la fibrillazione, la voglia di fare qualcosa del pittore al di fuori di quello che comunemente si dipinge e, probabilmente, al termine delle opere sarà riuscito a rimanere anche se stesso.
SIGNOR A. Certo, solo più ricco però.

Ilarità del gruppetto di persone che conversa a voce alta e ride sguaiatamente.

SIGNOR C. (di seguito e rapito) Anch’io penso che siano quadri senza tempo; saranno sempre moderni ma allo stesso tempo conserveranno intatto il loro passato; non si può rimanere insensibile a quello che ti passa accanto.
SIGNOR B. Voi sapete che ho comprato “LO SCHIACCIATO”, a mio avviso il più espressivo.
SIGNOR A. Diciamo pure il meno caro.

Ilarità del gruppetto di persone che conversa a voce alta e ride sguaiatamente.

SIGNOR B. (di seguito) Il pittore ha dipinto il volto dell’operaio morto con un cappuccio; sta proprio qui l’opera d’arte. Questa è l’opera, questo è il quadro! (Conclude estasiato)
SIGNOR A. Anche il prezzo pare sia stato da te condiviso, trecentomila lire in sessanta rate.

Ilarità del gruppetto di persone che conversa a voce alta e ride sguaiatamente.

SIGNOR B. (di seguito e non curandosi delle battutine maliziose del signor A.) La galleria d’arte mi ha assicurato che “LO SCHIACCIATO” è stato già esposto alla biennale di Venezia e alla quadriennale di Roma; è un quadro bello da morire, da rimanerne travolto! È un dipinto che mi dà una grande carica emotiva, e poi è certificato, ha il certificato di garanzia. (Rientrano nel salone)
PITTORE (affacciandomi; tra me e me) La vista è magnifica. Che splendida serata! Ecco due belle signore... saranno sulla quarantina: l’una con un nastro sul cappello, l’altra senza nastro e senza cappello. Discutono appassionatamente. (ascolto)
BELLA SIGNORA CON UN NASTRO SUL CAPPELLO È del ’75 ti dico, un olio su tela e gli stessi operai sono realizzati in maniera veloce ma accurata.
BELLA SIGNORA (innervosendosi) Tu sei pazza! Ottocentomila lire per “I SEPPELLITI”! E che si vede poi? Una frana e dei volti terrorizzati! Tutto qui! Otto-cen-to--mila-li-re... hai capito sciocca?
BELLA SIGNORA CON UN NASTRO SUL CAPPELLO Conosco bene il valore dei soldi, mia cara, ma questa è una pittura performativa che coinvolge il corpo e mette in mostra il bisogno fisico del pittore di abbinare la gestualità disperata delle vittime all’istante estremo. Sbalorditivo! (Esclama affascinata)
BELLA SIGNORA Questo sì, questo lo condivido, il cantiere, le attrezzature di lavoro, gli ambienti tutti sono materici, sono cioè avvertibili al tatto.
BELLA SIGNORA CON UN NASTRO SUL CAPPELLO (risentendosi) So cosa voglia dire “materici”, non sono mica una sprovveduta.
BELLA SIGNORA Io però avrei comprato, se avessi avuto la disponibilità economica, quell’olio su tela applicata a masonite; sai, quel dipinto, una volta trattato, avrebbe rivelato tutti i toni che il pittore ha usato. Peccato il prezzo: un milione di lire, troppo caro per me! Ma li vale, eccome se li vale!
BELLA SIGNORA CON UN NASTRO SUL CAPPELLO (prendendola affettuosamente in giro) Sì però se l’avessi comprato avresti portato a casa non un cadavere di operaio ma sei asfissiati nella cisterna, ed erano tutti soggetti giovani e per questo, direi, accattivanti. (Strizza l’occhio all’amica)
BELLA SIGNORA (ridendo) Già-già, nessuna linea prospettica di uomini forti e giovani è sbagliata (Lasciano la terrazza e fanno rientro in sala)
PITTORE (tra me e me) È tardi! Gli ospiti stanno andando via; sarà meglio che m’avvii anch’io all’uscita. (sulla porta mi scontro con un uomo abbastanza giovane che di corsa sta raggiungendo un uomo abbastanza anziano). Sono curioso, mi tratterrò ancora per qualche minuto, sentiamo cosa hanno da dirsi... (Mi fermo all’ingresso cincischiando con una sigaretta spenta)
UOMO ABBASTANZA ANZIANO (irritandosi) Ma dov’eri finito? È un po’ che la presentazione è terminata.
UOMO ABBASTANZA GIOVANE (eccitandosi e mostrandogli un quadro) Guarda, guarda qui cosa sono riuscito a comprare fuori tempo massimo.
UOMO ABBASTANZA ANZIANO (accalorandosi) Ma… ma… è il “PUGNO DELL’OPERAIO!” Il famoso e introvabile “PUGNO DELL’OPERAIO!” incredibile-incredibile, come sei riuscito ad averlo? Non era nella collezione di stasera. Superbo-superbo. Da' qua, fammelo osservare da vicino. (Strappa quasi di forza il quadro dalle mani dell’uomo abbastanza giovane)
UOMO ABBASTANZA GIOVANE (sorridendo) Anche con una splendida cornice bulinata tutta foglie d’oro zecchino, scalfita a mano con falce e martello; fatta apposta per essere messa su questo favoloso dipinto.
UOMO ABBASTANZA ANZIANO (rapito, ammaliato, affascinato) Non credo ai miei occhi! Il “PUGNO DELL’OPERAIO”. La mano (mozzata) è l’organo più difficile da raffigurare, sì-sì, le luci, le ombre (mette il quadro controluce e ne osserva i dettagli); il classico “PUGNO DELL’OPERAIO”! Ed è proprio quello del braccio sinistro, quello del cuore. Ragazzo mio hai comprato il capolavoro dei capolavori! (Fiero esclama)
UOMO ABBASTANZA GIOVANE Olio su tela applicata a un cartoncino; questo è un dipinto che va visto da vicino, da molto vicino. Guarda i particolari, la profondità delle vene, le dita scarne e schiacciate, il palmo carnoso e devastato, la mano di questo cadavere è davvero dipinta in maniera eccelsa.
UOMO ABBASTANZA ANZIANO Una particolarità nella particolarità! Questo pittore sconosciuto non ha nulla da invidiare agli Antonello da Messina, ai Warren, è davvero un artista meraviglioso, geniale. Benedetto il cielo, non riesco a distogliere gli occhi da questo quadro! (Si commuove)
UOMO ABBASTANZA ANZIANO (girando il quadro) Guarda, ci sono tracce di firme … (Si portano sulla terrazza)
PITTORE (lasciando la sala della villa d’epoca e incamminandomi tra la folla di passanti) Ho osservato, ascoltato tutto quello che m’interessava. Questi uomini amano il male; tutti dicono di disprezzarlo, di odiarlo ma dentro di sé lo amano, lo auspicano. Decine, centinaia, migliaia di operai morti sul lavoro e non un parola, non una parola di commiserazione ho sentito sulla loro tragica fine. Più o meno tutti hanno elogiato la mia tecnica, la mia capacità, la mia bravura, la mia ispirazione artistica ma nessuno di loro mi ha disprezzato. Ma è giusto che non mi disprezzino? Io dipingo per portare alla luce il male perché la gente rifletta; dipingo perché scene crudeli e terrificanti vengano immortalate; volti devastati e corpi: stritolati, asfissiati, inceneriti, fulminati, tranciati, perforati, schiacciati, avvelenati, consumati.
A questa gente invece piace osservare e godere delle mie opere a lungo una volta acquistate per gustarle, amarle, stuprarle. A costoro piace stare ore e ore a contemplarle; bevono e le osservano, gustano un gelato e le osservano, mangiano, vegliano, e le osservano. Rivivono estasiati tante volte le stesse scene che ho raffigurato: l’orrore, la tragedia di quegli uomini e di quelle donne morti sul lavoro. Sentono, sotto il pennello dell’artista, il sangue di questi morti sprizzare e di quello s’inebriano e brindano... brindano con il loro sangue. La sofferenza... la sofferenza degli altri è vita; l’uomo malvagio non rinuncerà mai alla sofferenza altrui perché è di quella che si nutre. Oh sì, abbiamo perso da tempo la pietà e la coscienza. Ci siamo annientati come essere umani e sulla terra non c’è niente di peggio che perdere pietà e coscienza. A chi vuoi che interessi la vita di un uomo... d'un lavoratore? Un morto sul lavoro muore una-due-mille volte per come è stato trattato da vivo e soprattutto per come verrà trattato dopo morto; saranno in molti dei padroni a gridargli finanche improperi; lo cacceranno nell’angolo più buio della loro coscienza, nonostante siano responsabili della sua fine. (Inizia a piovere, apro l’ombrello, tiro su il bavero del cappotto; un luccicone spunta e scivola sul mio viso umido... )


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Vincenzo De Biase

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