Dalle sezioni del PCL

Intervento del PCL Sezione Rosa Luxemburg di Rieti al Congresso del Partito dei Comunisti Italiani della Federazione di Rieti – Rieti 23/10/2011

24 Ottobre 2011

Compagne e compagni,
innanzi tutto a nome del Partito Comunista dei Lavoratori vi ringrazio per l’invito al vostro Congresso. Riteniamo sia l’occasione, senza nessuna polemica, per due Partiti che si dichiarano entrambi Comunisti e che hanno radici comuni, di confrontarsi sulla politica italiana e non di cui hanno peraltro una visione molto divergente.
Dal vostro documento congressuale rileviamo, ad esempio, che quando parlate di Unione Sovietica dite che “La sconfitta dell’esperienza sovietica e del campo socialista in Europa ci obbliga ad analizzare le cause, a tentare un bilancio complessivo, ecc. ecc”. e continuate “Di questa storia noi
dobbiamo rimuovere limiti errori e pagine buie, ma non possiamo condividere atteggiamenti liquidatori”. Siamo d’accordo, era ora, diciamo. Però poi non vediamo nessuna reale critica né vengono spiegate quali siano queste pagine buie. Non una parola sullo Stalinismo. Come ai tempi del PCI nessuna autocritica sul periodo dalla morte di Lenin in poi.
Sulla politica interna dite ”I comunisti vogliono concorrere all’alleanza delle forze democratiche per sconfiggere Berlusconi. E’ questa una scelta che sta pienamente dentro la cultura politica e la storia dei comunisti italiani. La cifra dei comunisti in Italia è stata sempre quella di una politica delle alleanze per offrire risposte”.
Ma alleanze con chi? Con quel centro-sinistra i cui leader guardano all’UDC, alla Chiesa, alla Confindustria, all’Europa della finanza e delle banche? Alleanza con chi ha rinnegato, senza un minimo di autocritica e senza remore morali, la bandiera con la falce e martello e che evita persino di pronunciare la parola COMUNISMO?
Siamo d’accordo alla lotta al Berlusconismo ma non crediamo che sostituirlo con un Bersani o un Vendola risolva i problemi se ci si muove poi dentro le stesse logiche. Questa ultima crisi mondiale dimostra tutti i limiti del capitalismo. Il capitalismo ha fallito e non sono le persone che vanno sostituite ma il sistema stesso. L’unica alternativa è il socialismo, quindi un ritorno alle origini. Ripartire cioè dal marxismo-Leninismo.
Il 15 ottobre abbiamo tutti manifestato sotto lo slogan: “IL DEBITO NOI NON LO PAGHIAMO”.
Ma come sapete il fronte borghese composto dal PD e i suoi alleati non è di certo di questo avviso. Non si schiereranno mai contro il Capitale che anzi sostengono con tutte le loro forze e tantomeno avranno il coraggio di nazionalizzare le banche responsabili, in primis, dell’attuale catastrofica situazione economica. Ci appare quindi una contraddizione l’accordo elettorale che, con tutti i distinguo che si vuole, state cercando di fare con queste forze cosiddette riformiste.
La sinistra radicale ha già appoggiato in un recente passato coalizioni riformiste votando missioni militari, finanziarie antipopolari, incentivi ai banchieri, alla chiesa, ecc. E abbiamo visto a cosa questo atteggiamento ha portato.
L’appoggio a qualsiasi governo che sia di alternanza e non di alternativa a questo sistema non va assolutamente appoggiato. Un governo che non abbia un programma e un progetto che porti fuori dalla dinamica del capitalismo non costruisce nessuna alternativa ma solo un cambio ai vertici, entrambi, comunque, al servizio dello stesso padrone.
Per noi, essere comunisti significa avere un programma rivoluzionario, autonomo e di alternativa che porti, anche attraverso lotte di Fronte Unico ad un governo dei
Lavoratori, fuori dalla dinamica e dalla logica capitalista. Basta fare da stampella a governi borghesi che altro compito non hanno se non lo sfruttamento delle classi subalterne per il mantenimento dei privilegi di pochi.
Ai Comunisti spetta il compito di creare alternative e non alternanze, di cambiare la società capitalista in una società socialista più giusta, equa uscendo dalla logica di mercato per una redistribuzione della ricchezza in senso socialista.
Concludiamo chiedendovi di rompere con le logiche governiste e parlamentariste e rafforzare, invece, un fronte unito di lotta anticapitalista su basi programmatiche e principi marxisti per far cadere il governo dal versante degli interessi dei lavoratori e non dalla parte dei banchieri e degli industriali cosiddetti illuminati.
La nostra prospettiva non può essere un “capitalismo buono” che non esiste. La nostra prospettiva deve essere il socialismo.
Il pcl ringrazia di nuovo per l’invito e vi augura buon lavoro.

Gianfranco Lunardo

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