Dalle sezioni del PCL

Genova:1°BOLLETTINO FINCANTIERI-S.PONENTE di Ottobre

8 Ottobre 2011

“ PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI !!! “ (K.Marx)

LOTTA DI CLASSE

LATO FRONTE:Editoriale

PER LA DIFESA DEL CANTIERE DI SESTRI

C’era da aspettarselo. La Dirigenza di Fincantieri, dopo che il 3 Giugno scorso, a seguito delle numerose lotte dei lavoratori che si erano protratte per 10 giorni, era stata costretta al ritiro dello sciagurato piano industriale che prevedeva la chiusura di Sestri, Riva Trigoso e Castellamare, ha ora deciso di tornare alla carica con la solita complicità dei sindacati complici. E lo ha fatto, in maniera più subdola, utilizzando il metodo degli accordi cantiere per cantiere per dividere i lavoratori e per trascinarli in una guerra tra poveri. Infatti, pochi giorni fa l’a.d. Bono ha concluso un accordo con Fim e Uilm per i cantieri di Riva Trigoso e Muggiano, che prevede il loro accorpamento in un unico ‘cantiere integrato’ e il licenziamento per 260 operai (su 1600) e senza alcuna garanzia reale per il futuro di Riva, ad eccezione delle sole officine meccaniche.
Un tale accordo esclude di fatto Sestri Ponente dove , ad oggi, mancano ancora nuove commesse.
Così, vi è il rischio concreto che a Marzo 2012 , una volta terminata l’ultima nave attualmente in costruzione, il cantiere si fermi o peggio venga chiuso definitivamente.
I lavoratori del cantiere di Sestri hanno prontamente reagito con numerose mobilitazioni : vari blocchi stradali a Sestri, all’imbocco dell’autostrada di Sampierdarena e sulla Sopraelevata, e con l’occupazione del cantiere, dal 3 al 5 Ottobre. E se martedì 11 all’incontro nazionale tra Sindacati e Governo non saranno trovate soluzioni favorevoli per i lavoratori del cantiere, non mancheranno nuove azioni di lotta. Serve al più presto un nuovo piano industriale a carattere nazionale che salvaguardi il lavoro in tutti i siti del gruppo, mantenendo l’attuale livello occupazionale, che preveda finanziamenti e commesse pubbliche e una diversificazione produttiva, laddove necessario.
NO a qualsiasi ipotesi di privatizzazione ! NO agli accordi cantiere per cantiere !
Per la costruzione di una vertenza generale sulla base di una piattaforma unificante che metta in campo anche l’occupazione degli stabilimenti e la nazionalizzazione sotto controllo operaio.!!

CONTRO IL PAGAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO

Sabato 1^ Ottobre al Teatro Jovinelli di Roma si è tenuta una grande assemblea nazionale di oltre mille attivisti sindacali, politici, di movimento che ha lanciato un movimento di lotta contro il pagamento del debito alle banche e per la loro nazionalizzazione. Sono le rivendicazioni che il PCL avanzò controcorrente tre anni fa e che oggi finalmente raccolgono attorno a sé un fronte unico ampio.
Il PCL, tra i soggetti promotori dell’assemblea, si batterà per sviluppare il fronte di lotta sul debito e per ricondurlo a un programma di rivoluzione, per un governo anticapitalista dei lavoratori.
Ciò che è nato il 1 ^ Ottobre non è e non può essere un nuovo soggetto politico o un futuro blocco elettorale ( per le tante differenze che esistono tra i partecipanti all’assemblea) ma qualcosa di più importante: lo sviluppo di una campagna di massa, tra i lavoratori, contro il programma bipartisan di centrosinistra e centrodestra.
Il prossimo importante appuntamento sarà la manifestazione del 15 Ottobre a Roma, nel quadro di una giornata di mobilitazione europea promossa dagli “Indignados” spagnoli contro le politiche dominanti. Tutti i soggetti promotori, incluso il PCL, sono dunque impegnati a garantire il massimo successo di partecipazione popolare all’iniziativa e il suo massimo impatto politico.
Uniamoci alle grandi masse popolari che in tutta Europa stanno manifestando contro i palazzi del potere borghese: ad Atene, a Madrid , a Londra, a Lisbona, …per dire no alle politiche antipopolari, di destra come di sinistra, dirette espressioni dei diktat di BCE e FMI.
Partecipate numerosi !!

LATO RETRO:Echi

UNA POSSIBILE SOLUZIONE PER FINCANTIERI

Da tempo si fa un gran parlare di “autostrade del mare”, allo scopo di ridurre il trasporto merci su gomma e su ferro. Se tali “autostrade del mare” venissero attivate, per es. la Palermo-Marsiglia o la Lisbona-Genova, quand’anche gradualmente, gli impianti di Fincantieri avrebbero lavoro assicurato
per almeno i prossimi 20 anni e oltre. Infatti, ci sarebbero da costruire le navi “ro-ro” (roll in roll out), che sono grandi navi che possono attraccare senza l’uso del rimorchiatore, caricando e scaricando in poco tempo le merci. In un Paese come l’ Italia, dove i tracciati ci sono già (i mari) invece di costruire nuovi tracciati stradali o ferroviari che sono sempre molto costosi e dannosi per l’ambiente e per le popolazioni interessate dai lavori(leggi Tav Torino-Lione o il Ponte sullo Stretto), una simile soluzione potrebbe essere la migliore.

DRAGHI, BCE E GOVERNO ITALIANO

Il “Corriere della sera” ha recentemente pubblicato il testo della lettera segreta inviata, il 5 Agosto, dalla BCE al Governo italiano. Draghi e Trichet rivolgono al governo Berlusconi le seguenti pretese (in sintesi): privatizzazioni dei servizi pubblici locali
(e chissenefrega dell’esito del referendum di Giugno), contratti aziendali più rilevanti di quelli nazionali, abolizione dell’articolo 18, ulteriori peggioramenti del sistema pensionistico, pesanti tagli al Pubblico Impiego (licenziamenti drastici e tagli agli stipendi ) e pareggio di bilancio da inserire nella Costituzione (come prova di affidabilità).
Il tutto, ovviamente, col solito ricatto del debito pubblico e col benestare delle “opposizioni” che, a partire dal PD, fanno a gara per presentarsi agli occhi della BCE come più fedeli esecutori pratici delle politiche antipopolari che tali diktat ispirano.

SIRIA: CRESCONO LE MOBILITAZIONI CONTRO LA DITTATURA

Le proteste contro la dittatura di Bashar al Assad sono iniziate a Marzo e sono ancora in atto, nonostante la repressione del regime che ad oggi ha causato oltre 2700 morti e migliaia di dispersi .
Ad oggi si calcolano almeno 15 mila prigionieri detenuti nelle carceri siriane. Decine di migliaia sono, inoltre, i siriani che a causa della repressione stanno scappando in Libano o in Turchia.Il regime degli Assad in Siria rappresenta una dinastia: oltre 40 anni di dittatura.
L’attuale presidente ha ereditato dal padre Hafez il potere 10 anni fa, che aveva governato dal 1971.La famiglia Assad controlla tutte le istituzioni, l’esercito e la guardia presidenziale; questo mentre la popolazione vive nella miseria. Oltre il 30 per cento ha un reddito al di sotto della soglia di povertà e con alti indici di disoccupazione. Contro questa situazione la popolazione si è sollevata.
Il passaggio di ampi settori dell’esercito dalla parte dei manifestanti potrebbe modificare rapidamente lo scenario, a vantaggio degli insorti.
Le mobilitazioni in Siria, combinate con gli sviluppi delle lotte ancora in corso in altri paesi della Regione (Yemen,Bahrein) possono dare nuovo alimento alla crescita delle lotte in Medio-Oriente, in Europa e nel Mondo. Questi elementi combinati con l’aggravarsi della crisi capitalistica possono determinare uno scenario di alta conflittualità tra le classi.
La solidarietà verso questi movimenti di lotta è più che mai un dovere per ogni lavoratore che combatte nel proprio paese le politiche antioperaie dei governi filo capitalisti.

PCL GENOVA

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