Dalle sezioni del PCL
Salviamo la scuola, non le banche!
comunicato stampa locale del Partito Comunista dei Lavoratori sezione di Empoli
7 Ottobre 2011
Il PCL sostiene e partecipa attivamente alle mobilitazioni studentesche di oggi 7 Ottobre.
Il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene, nell'Empolese val d'Elsa e in tutto il territorio nazionale, la giusta protesta degli studenti, partecipando ai cortei con i propri giovani militanti. Nel momento del massimo attacco alla scuola pubblica, attraverso miliardi e miliardi di euro di tagli, della distruzione dello stato sociale e della cancellazione dei diritti elementari dei lavoratori in nome dei sacrifici imposti dalla BCE e dalla dittatura delle banche, la lotta dei giovani precari e degli studenti deve necessariamente saldarsi a quella dei lavoratori.
Solo una lotta generalizzata, prolungata e radicale, che metta realmente in discussione l'attuale dittatura finanziaria delle banche in favore di un governo dei lavoratori e che miri direttamente all'assedio di massa dei luoghi del potere può aprire una nuova fase di conquiste sociali.
Per queste ragioni rivendichiamo in questa giornata di lotta:
Una scuola e un università pubbliche, laiche e gratuite.
Un grande piano di ristrutturazione degli edifici scolastici.
L'azzeramento dei finanziamenti pubblici per le scuole private e confessionali.
La cancellazione unilaterale del debito pubblico. Non più un euro agli usurai.
La nazionalizzazione delle banche , senza indennizzo e sotto il controllo pubblico dei lavoratori.
Una vertenza generale e unificante del mondo del lavoro, degli studenti e dei disoccupati, per la costruzione di uno sciopero generale prolungato.
L'occupazione ad oltranza delle fabbriche, degli uffici, delle scuole e delle università.
Su queste basi, il movimento studentesco si deve sviluppare in piena autonomia dal centro sinistra e da quei partiti, che in passato hanno dato inizio allo smantellamento della scuola pubblica, e che oggi si candidano al governo del paese, assumendo come programma le manovre antipopolari dettate dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea.