Dalle sezioni del PCL

2°BOLLETTINO FINCANTIERI-S.PONENTE di SETT. 2011

“ PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI !! “ (K.Marx)

27 Settembre 2011

LATO FRONTE:Editoriale

LOTTA DI CLASSE

CONTRO IL CAPPIO DEL DEBITO PUBBLICO

L' Italia sta affondando per pagare gli interessi alle banche, interne ed estere, grandi acquirenti dei titoli di stato. Il costo del debito pubblico è il cappio al collo degli stipendi, dei servizi sociali, del lavoro: tutto viene sacrificato sull'altare delle banche. Le quali, mai soddisfatte, continuano ad imporre rendimenti sui titoli sempre più alti come condizione del loro acquisto. E' una pratica di usura che invece di essere condannata diventa il riferimento centrale dei programmi di governo e “opposizione”, entrambi dediti a “rassicurare i mercati”, cioè i banchieri, col taglio e la svendita dei beni comuni. Lungo un piano inclinato senza fine. In tutto il mondo il debito pubblico è stato alimentato dalle banche e dalle imprese: prima con la detassazione dei loro profitti e patrimoni (anni '80-'90 ), poi col gigantesco soccorso pubblico da parte degli stati nel momento della crisi.
In Italia la crisi finanziaria si intreccia sempre più con la crisi politica e morale delle classi dirigenti.
Lo stesso governo che impone la più pesante macelleria sociale del dopoguerra, al servizio degli industriali (art.8), dei banchieri (costituzionalizzazione del pareggio di bilancio), del Vaticano (e dei suoi scandalosi privilegi) è un comitato d'affari di impresentabili faccendieri : che scambiano donne con appalti, evadono il fisco, lucrano soldi pubblici per fare affari privati.
Dentro una vorticosa guerra per bande che attraversa lo stesso governo e l'intero apparato dello Stato (Polizia, Guardia di Finanza, Magistratura, vertici di aziende pubbliche).
La seconda Repubblica è in frantumi.
Ma ora, gli stessi industriali, banchieri, vescovi che hanno riscosso i servigi di Berlusconi, si rendono conto che quella barca affonda, e lavorano a cambiare cavallo. Perchè solo cambiando cavallo possono puntare ad intensificare la propria rapina ai danni dei lavoratori e del popolo. Questo è lo snodo politico del momento. Non sappiamo, e nessuno può sapere i tempi della svolta.
Non sappiamo se prenderà la forma di un governo antioperaio di responsabilità nazionale a guida Monti, o di un governo di “larghe intese” come chiede Casini, o di un ricomposto centrosinistra confindustriale dopo una prova elettorale. Sappiamo con certezza che il suo programma, in ogni caso, è e sarà il programma della BCE e dei padroni: nuove centinaia di miliardi da destinare al pagamento degli interessi alle banche, nuova flessibilità in uscita per i lavoratori (licenziamenti), nuova ondata di privatizzazioni, ulteriore colpo alle pensioni (elevamento età pensionabile, cancellazione delle pensioni di anzianità, colpo alla reversibilità). Così come sappiamo che il PD è e sarà, in ogni caso, parte decisiva dell'operazione trasformista e filopadronale.
Come in occasione della crisi della Prima Repubblica, le classi dominanti cercano di risolvere a proprio vantaggio l'attuale crisi politica e istituzionale. Bisogna impedirlo.!
Ma può essere impedito solo dall' irruzione sulla scena di una sollevazione operaia e popolare che precipiti la crisi di Berlusconi dal versante delle ragioni del lavoro e spiani la via ad un' alternativa dei lavoratori.
Solo la classe operaia e le più larghe masse possono fare piazza pulita di sfruttamento e malaffare e costruire un ordine nuovo di società: che tagli il cappio del debito pubblico, espropri le banche (con garanzia per il piccolo risparmio), blocchi i licenziamenti, ripartisca il lavoro, realizzi il controllo dei lavoratori sulla produzione, promuova un grande piano di piccole opere al servizio del lavoro, dell'ambiente, dei beni comuni.

Un ordine nuovo in cui a comandare siano i lavoratori e non i banchieri.
Questo è il progetto che porteremo in tutte le mobilitazioni nazionali previste in calendario per l' Autunno e in tutte le lotte territoriali, nelle fabbriche, nelle scuole, nei vari movimenti.

Con un' unica prospettiva generale: l' unità degli sfruttati per un programma anticapitalista.!

LATO RETRO:Echi

FINCANTIERI : E ADESSO ?

Le rappresentanze sindacali dei cantieri hanno indetto per il 1 Ottobre uno sciopero nazionale di 8 ore con prevista manifestazione a Roma sotto Palazzo Chigi, allo scopo di protestare contro il mancato impegno del Governo nell'assegnazione di commesse pubbliche e per chiedere la richiesta di un piano organico di rilancio e sviluppo del settore per superare l'attuale crisi.
Come è noto, le lotte dei lavoratori dei mesi scorsi erano riuscite a costringere Fincantieri a ritirare l'ultimo piano industriale che prevedeva la chiusura dei cantieri di Sestri, Castellamare e il drastico ridimensionamento di Riva Trigoso. Ad oggi manca ancora un piano industriale alternativo che punti al rilancio del settore.
E in molti cantieri migliaia di lavoratori, diretti e delle ditte d'appalto, sono in cassa integrazione da mesi.
E' quindi importante che vi sia la maggior partecipazione possibile dei lavoratori del settore allo sciopero del 1^ Ottobre.

PER UN FRONTE UNICO DI LOTTA

L' appello “Dobbiamo fermarli”, (appello.dobbiamofermarli@gmail.com) firmato da più di mille militanti sindacali, della Fiom e di altre categorie della Cgil, del sindacalismo di base, di tutte le principali aziende del paese, dalla Fiat alla Fincantieri, assieme a numerosi militanti politici, antirazzisti, ambientalisti, intellettuali progressisti, ha come scopo la creazione di un progetto sociale e politico alternativo a quello dei governi borghesi europei, servi fedeli di banchieri e padroni.
Per questo motivo anche noi del Partito Comunista dei Lavoratori vi abbiamo aderito, seppur criticamente.
I 5 punti del programma, in sintesi, sono:
1) il rifiuto di pagare il debito pubblico e la nazionalizzazione delle principali banche, imposizione di tasse sui grandi patrimoni e sulle transazioni finanziarie;
2) drastico taglio alle spese militari e cessazione di ogni missione di guerra;
3) giustizia e diritti per tutto il mondo del lavoro: abolizione di tutte le leggi sul precariato, salvaguardia del contratto nazionale, parità di diritti per i lavoratori migranti, blocco delle delocalizzazioni e dei licenziamenti, riduzione generalizzata dell'orario di lavoro, ecc.;
4) salvaguardia dei beni comuni e loro totale ripubblicizzazione: infrastrutture, acqua, energia, servizi pubblici, trasporti, scuola, sanità, ecc.;
5)lotta contro la corruzione, la mafia e abolizione di tutti i privilegi della casta politica.
Vi sono limiti e carenze: per es. si rivendicano le varie nazionalizzazioni di banche, energia, ecc. senza porre il problema dell'abbattimento del capitalismo e della costruzione di un sistema sociale alternativo, si parla di una generica “rivoluzione per la democrazia”, non di rivoluzione per il socialismo. Esiste poi il problema della direzione del movimento, cioè della classe che deve farne da guida : per noi comunisti non può che essere il proletariato, la classe più rivoluzionaria della società.
Malgrado tutto ciò, riteniamo che questi 5 punti possano costituire una base minima da sviluppare in maniera propositiva per la realizzazione di un fronte unico di lotta.
Dunque un fattore per proseguire e sviluppare la mobilitazione generale che si è avviata con lo sciopero del 6 Settembre, allo scopo di far cadere il governo Berlusconi in nome delle ragioni e degli interessi dei lavoratori e non di quelli dei padroni.

L' Assemblea Nazionale promossa dai firmatari dell' Appello si terrà Sabato 1 Ottobre dalle ore 10.00 presso il Teatro Amba Iovinelli di Roma (v. Giolitti, a due passi dalla Stazione Termini).

Partecipate e diffondete !!

E' NATO DI FATTO IL GOVERNO BERLUSCONI/NAPOLITANO

Mentre lo sciopero generale del 6 e le altre iniziative di lotta intraprese nei giorni successivi in diverse città, come a Genova dove giovedì 8 i lavoratori delle riparazioni navali delle ditte Mariotti, S.Giorgio e De Gennaro hanno bloccato per tutta la mattinata p.zza Cavour e l' accesso alla Sopraelevata, hanno sfiduciato il governo Berlusconi e la sua manovra finanziaria, il presidente G. Napolitano si è fatto garante dei banchieri e dello stesso governo: sino al punto di chiedere e ottenere un' ulteriore appesantimento antipopolare della manovra e il suo varo immediato.
Il Presidente della Repubblica è di fatto il presidente dei banchieri.
Il governo Berlusconi è oggi di fatto il governo Berlusconi/Napolitano. !!

PCLGENOVA

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