Dalle sezioni del PCL

Manifestazione di Sabato 17 Settembre 2011 a Venezia contro il governo Berlusconi-Bossi e la prevista manifestazione della Lega Nord in Laguna.

22 Settembre 2011

Il Partito Comunista dei Lavoratori ha partecipato con un proprio spezzone alla manifestazione di Sabato 17 settembre 2011 a Venezia contro il governo Berlusconi-Bossi e la Lega Nord.
Nel corso della manifestazione che il ministro dell'Interno Maroni con un atto d'imperio ha avuto limitare, il PCL ha distribuito il seguente volantino e alla fine della manifestazione A. Marceca (PCL) è intervenuto, assieme ad altri organizzatori, nell'assemblea che si è svolta di fronte lo spiazzale della Stazione Centrale "Santa Lucia" di Venezia.

LEGA LADRONA DI SALARI, PENSIONI E DIRITTI !
DALLA TRUFFA DEL FEDERALISMO ALLA MACELLERIA SOCIALE

L'inesistente “nazione padana” e la mitologia del federalismo hanno lo scopo di costruire un riferimento identitario che copra e nasconda la politica antioperaia della Lega e le consenta di subordinare un vasto settore di masse popolari del Nord all'egemonia dei suoi veri referenti sociali: le corporazioni del commercio e della piccola e media industria, le fondazioni bancarie, il mondo dei costruttori. Basta leggere i decreti attuativi del federalismo fiscale perché questa verità squarciasse il velo della propaganda.

Alla vigilia del rito della secessione, il varo della terza manovra finanziaria ha messo fine alla commedia populista della Lega Nord.

La natura di questo partito della destra reazionaria, espressione di una borghesia truffaldina, banditesca, xenofoba e razzista, è sempre più evidente ai lavoratori e alle larghe masse popolari, sopratutto dopo lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali e distrutto i diritti e le tutele dei lavoratori, nativi ed immigrati.

La Lega Nord, mentre è stata sempre pronta a richiedere la tolleranza zero per gli immigrati, l'affondamento e/o il respingimento delle barche piene di migranti in fuga dalla fame, dalle dittature e dalle guerre, l'arresto per gli immigrati privi di permesso di soggiorno, resi clandestini dalla infame legge Bossi-Fini, invece invoca la libertà di coscienza davanti alle truffe della casta di governo e sottogoverno come dimostra il caso di Marco Milanese, il deputato del Pdl e braccio destro del ministro Giulio Tremonti.

La recente manovra approvata, senza una reale opposizione parlamentare da parte del centro liberale e cattolico (Pd, Idv, Udc) e con il sosteno manifesto del Presidente della Repubblica, toglie ogni velo alla propaganda leghista. Una manovra feroce a profitto delle banche e delle imprese: drastica riduzione del potere d'acquisto dei salari attraverso l'aumento dell'Iva; aumento dell'età pensionabile per le donne nel settore privato (dopo averlo aumentato nel settore pubblico); blocco dei contratti nel settore pubblico; tagli e privatizzazioni dei servizi scolastici, sanitari, sociali, dei trasporti pubblici locali, del ciclo dei rifiuti e dell'energia, degli asilo nido comunali. Una legge che con il famigerato art. 8 divarica la breccia aperta con l'accordo del 28 giugno e il patto sociale del 4 agosto, firmati anche dalla CGIL, e smantella quel che rimaneva del diritto del lavoro (Contratto Collettivo Nazionale e Statuto dei Lavoratori) facendo riemergere il ricatto e i licenziamenti politici, come negli anni '50 del secolo scorso.

Mentre a Roma la Lega Nord vota lo smantellamento dei servizi e dei beni comuni, in Veneto il governatore leghista Zaia, nel tentativo di conservare il consenso elettorale, propone un pacchetto di leggi che riservano ai veneti quel poco che rimane di questi servizi. Si tratta di un'operazione di corto respiro, senza nessuna credibilità, alla Lega non rimane che l'ampolla piena d'acqua da versare in Laguna.

Le fascine accumulate ogni giorno dalla crisi capitalistica e dalle leggi di questo governo annunciano una rivolta sociale esplosiva. Non potrà essere un governo tecnico o di centrosinistra, come dimostrano le politiche di questi governi in tutta l'Unione europea, a rappresentare una vera alternativa per i lavoratori e le giovani generazioni precarie e disoccupate.

Il Partito Comunista dei Lavoratori ritiene che di fronte alla durezza dell'attacco si pone la necessità di un'azione di forza: la costruzione di una vertenza generale ed unificante, lo sciopero prolungato fino al ritiro della legge d'agosto. Solo l'annullamento del debito pubblico verso le banche può liberare la società italiana e le giovani generazioni. Al governo Bossi-Berlusconi e alle “opposizioni” liberali che vogliono rassicurare le banche, il PCL contrappone l'annullamento del debito pubblico verso i banchieri e la nazionalizzare delle banche senza indennizzo per i grandi azionisti. Lo può fare solo un governo dei lavoratori, su un programma di rottura col capitalismo.

Questa è la posizione che il PCL porta oggi in piazza e porterà anche all'assemblea nazionale del 1 Ottobre a Roma.

Partito Comunista dei Lavoratori, sezione Pietro Tresso Venezia

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