Dalle sezioni del PCL
La Finanza chiede il sequestro di beni di Soru per 10 milioni
20 Settembre 2011
La Finanza chiede il sequestro di beni di Soru per 10 milioni
La Finanza chiede alla Procura il sequestro di beni intestati a Renato Soru per un valore pari all’importo che è accusato di aver evaso nei suoi rendiconti fiscali tra il 2005 e il 2010: dieci milioni di euro
CAGLIARI. La Guardia di Finanza chiede alla Procura il sequestro di beni personali intestati a Renato Soru per un valore pari all'importo che l'ex governatore è accusato di aver evaso nei suoi rendiconti fiscali tra il 2005 e il 2010: dieci milioni di euro. La richiesta è contenuta nell'informativa depositata nei giorni scorsi dai vertici della polizia tributaria agli uffici del procuratore capo Mauro Mura e del sostituto Andrea Massidda.
Si tratterebbe di un provvedimento pesante, una misura cautelare che il pubblico ministero può chiedere al gip perchè il creditore abbia la garanzia di recuperare una somma sottratta illegalmente. In questo caso a rivendicare il pagamento è l'ufficio delle Entrate. Fino a ieri la richiesta della Tributaria è rimasta in sospeso: Mura è in ferie, ma soprattutto Soru con i suoi consulenti ha aperto una trattativa coi funzionari dell'agenzia cagliaritana delle Entrate che potrebbe portare a una risoluzione concordata del contenzioso. Tecnicamente è un'ipotesi di adesione all'accertamento, la stessa procedura che nel caso di una contravvenzione stradale si chiamerebbe conciliazione: stabilita qual è la differenza tra quanto versato e quanto dovuto, si cerca un accordo su un importo che sia sufficiente a estinguere il debito tributario. In genere una percentuale vicina al cinquanta-sessanta per cento, più una parte delle sanzioni. Gli avvocati Franco Picciaredda e Giuseppe Macciotta non hanno voluto confermare le voci ricorrenti, ma la differenza da saldare sarebbe di molto inferiore ai dieci milioni:si parla di un milione, che Soru verserebbe in un'unica soluzione oppure secondo un piano concordato coi funzionari ministeriali.
Risolto il contenzioso fiscale salterebbe la necessità da parte del giudice di disporre il sequestro dei beni personali del patron di Tiscali, ammesso che la Procura decida di chiederla. L'inchiesta giudiziaria invece andrà avanti comunque e su un piano diverso, per quando l'eventuale conciliazione col Fisco assicurerebbe a Soru - nel caso di un giudizio - uno sconto della pena fino a un terzo. Concluso il lavoro di ricostruzione condotto dalla Finanza e firmato l'accordo con le Entrate, il procedimento penale sarebbe praticamente concluso: se il reato c'è è nei documenti, l'eventuale adesione all'accertamento - che non è una transazione come quelle a suo tempo firmate dal tenore Luciano Pavarotti e dal motociclista Valentino Rossi - rappresenterebbe una sostanziale ammissione dell'errore commesso.
Ma a proposito di inchieste giudiziarie: la Procura valuterà nei prossimi giorni se mantenere la relazione della Guardia di Finanza all'interno del fascicolo per aggiotaggio aperto alla fine del 2010 sulla posizione di Soru e di altri diciassette amministratori di Tiscali. I due filoni convergono solo sul nome dell'ex presidente della Regione ma hanno origine e sviluppi investigativi del tutto differenti e lontani.
L'indagine per evasione fiscale è partita dall'affermazione fatta da un consulente fiscale internazionale ad Annozero. L'altra è legata a un'attività investigativa autonoma e in questa fase ruota attorno alla consulenza disposta dal pm Massidda e attesa per ottobre: a firmarla sarà il commercialista torinese Luciano Quattrocchio. Tiscali coi suoi dirigenti compare nel fascicolo per aggiotaggio, la presunta evasione fiscale riguarderebbe invece soltanto Soru e la società inglese Andalas ltd. ( Fonte La Nuova Sardegna 20 settembre 2011)