Dalle sezioni del PCL
SULLA SITUAZIONE DELLA ANSALDOBREDA A PISTOIA.
8 Agosto 2011
Tutto il centrosinistra toscano, con in testa il presidente della Regione Enrico Rossi, Renzo Berti e Federica Fratoni, rispettivamente sindaco e presidente della provincia di Pistoia, in compagnia ai sempre più omologati e asserviti vertici sindacali, si è mobilitato contro l’annuncio, da parte dell’ Amministratore Delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, della imminente vendita di AnsaldoBreda, da lui ritenuta non più strategica e funzionale agli interessi societari.
A prescindere dalla insensatezza di questa valutazione, che dimostra ancora una volta come a tutti i livelli l’opportunismo molte volte nasconda la stupidità, salta agli occhi l’ipocrisia e la falsità di tutta la classe politica italiana a livello centrale e periferico. Infatti, dal momento che è il capitalismo a imporre le sue regole del gioco alla politica e non il contrario, tutte le dichiarazioni di questi amministratori pubblici, legati e funzionali al centrosinistra e soprattutto al PD, del tipo: «Dovranno passare sopra di noi se intendono smantellare la Breda e il sistema ferroviario della Toscana.» (Rossi), oppure: «Mobiliteremo tutte le energie e le proteste per scongiurare lo smantellamento di un'azienda che è un patrimonio di questa città, della Toscana e dell'Italia intera.» (Berti), rappresentano solo il vuoto di retoriche dichiarazioni di circostanza, che non sono sicuramente supportate da una effettiva e reale capacità o volontà di realizzazione pratica.
Questa nostra valutazione è la conseguenza del ricordo di scelte politiche, più o meno recenti, in materia di privatizzazioni, fatte dai partiti di centrosinistra nella loro totalità e che comunque, a partire dal primo Governo Prodi, hanno sempre visto protagonista assoluto il PD o i suoi antesignani. Vogliamo ricordare a titolo di esempio la cessione, che in molti casi è più appropriato definire svendita, totale o di quote significative di aziende come Enel, Autostrade, Telecom, Eni, ecc. E, a dimostrazione della strategicità di queste scelte, citiamo la dichiarazione congiunta di Berti e Fratoni: «Non c'è pregiudizio verso la possibilità di un passaggio di Ansaldobreda dal pubblico al privato.», o, più autorevolmente e in maniera più significativa, quella del vicepresidente del PD Enrico Letta, in una recente intervista: «è arrivato il momento di cominciare a parlare di privatizzazioni. Penso a Poste, Ferrovie, Eni, Enel, Finmeccanica e alle 20 mila aziende partecipate degli enti locali.». Ma è bene ricordare anche il comportamento ipocrita dello stesso PD in occasione del recente Referendum sull’acqua, dove il suo segretario Bersani ha superato se stesso in termini di opportunismo politico. Ci preme ricordare che una Spa, a prescindere dal suo azionista di maggioranza, risponde ad una logica tutta interna alle regole del capitalismo e non certo a quelle finalizzate alla tutela dei diritti dei lavoratori e, più in generale, dei cittadini. Tutto si tiene.
E anche i cittadini pistoiesi hanno toccato con mano e ancora subiscono gli effetti nefasti di queste politiche sostanzialmente neoliberiste. La già gravissima crisi occupazionale nel territorio, potrebbe subire un colpo mortale dalle conseguenze della preannunciata cessione della AnsaldoBreda e del suo storico stabilimento di Pistoia. Al migliaio circa di lavoratori direttamente coinvolti, andrebbero aggiunti tutti gli altri che lavorano nell’indotto. Significherebbe mettere sul lastrico migliaia di nuclei familiari. Questa terribile situazione non può essere gestita, ma neanche e tantomeno risolta positivamente, da quella classe politica così pesantemente coinvolta e largamente responsabile di tutto questo. Non le loro parole stancamente e goffamente ripetute potranno modificare questo quadro di fondo sempre più buio e funesto, ma solamente una massiccia mobilitazione di massa potrà farlo, invertendo la direzione di marcia e cominciando a realizzare risultati reali e concreti.
Una mobilitazione da inserire in quella più ampia e straordinaria, che il Partito Comunista dei Lavoratori da tempo sollecita e invita a portare avanti e ad estendere su tutto il territorio nazionale, da parte di tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento, che costruisca e costituisca il più ampio fronte unico di lotta contro tutti i governi, a livello centrale e periferico, e contro l'intero fronte confindustriale, puntando apertamente alla sollevazione popolare.
Nella attuale situazione di gravità assoluta determinata dalla crisi totale e completa del capitalismo, non è certamente con il classico buonismo politico riformista che il movimento operaio potrà scongiurare quell’autentica regressione storica della propria condizione che si sta materializzando ogni giorno di più.