Rassegna stampa

In corteo contro la festa di Israele

Gruppi filopalestinesi sfilano nel centro. Slogan verso Palazzo Marino (dal Corriere della Sera)

18 Giugno 2011

Il passaggio più delicato è sotto al balcone del sindaco, quando il corteo sbuca da via Verdi e costeggia palazzo Marino. Si arriva con la musica dalle casse del camioncino in testa, si rallenta, il microfono passa di mano, si indugia. Gli striscioni rivolti ai passanti, ai turisti, ai poliziotti che affollano piazza della Scala nel caldo umido di metà pomeriggio: «Italia e Israele, un' amicizia di bombe e genocidio». Sfilano le bandiere del Partito comunista dei lavoratori e Marco Ferrando, il portavoce (già Rifondazione), scandisce con gli altri gli slogan: «Giuliano Pisapia nessun equilibrismo», «Giuliano Pisapia così non va, fuori i sionisti dalla città». «Il nuovo sindaco ha sbagliato a partecipare alla presentazione della kermesse - dice Piero Maestri di Sinistra critica - ci saremmo aspettati una presa di distanza...». L' obiettivo, ieri - come da una settimana di presidi, blitz e provocazioni - è l' evento «Unexpected Israel»: dieci giorni di «Israele che non ti aspetti», dagli affari alla cultura, visibile in piazza del Duomo con l' installazione di 15 pilastri multimediali. Contro l' iniziativa è nato il «Comitato no all' occupazione israeliana di Milano», con un tam tam soprattutto online che ha coinvolto i gruppi filopalestinesi anche di altre regioni. In parte arrivati qui, ieri pomeriggio: un migliaio di persone in tutto, dal Piemonte, dal Veneto, dall' Emilia, qualcuno dal Sud, la gran parte dalla Lombardia. La sinistra più radicale, i centri sociali (Vittoria, soprattutto), le comunità arabe, i pacifisti, i compagni di Vittorio Arrigoni, l' attivista ucciso a Gaza, che compare nelle foto e negli slogan: «Restiamo Umani». Le sorelle di origine marocchina Kawtar e Hafida Hanin sono arrivate dalla provincia di Varese, la più piccola, 18 anni, liceale, la maggiore studentessa di Economia all' Università: «Facciamo parte di un comitato, ci interessa quello che succede in Palestina». Hanno avuto in consegna il cartello con la scritta «Rai, Mediaset, fate vedere i veri terroristi agli italiani». E lo reggono, diligentemente, da largo Cairoli, poi su via dell' Orso, e più avanti, quasi fino alla fine, in piazza San Babila. Bandiere, adesivi, spillette. Qualche candelotto, velocemente spento. Un po' di confusione, a corteo già finito, in San Babila, al passaggio ripetuto di un ragazzo con una T-shirt della X Mas. «Bella maglietta...», gli dice ironico uno dei manifestanti. Lui torna indietro, «Perché? Non ti piace?», afferra una bandiera, qualche spintone. Niente di più. Gli organizzatori danno il via alla sfilata invitando alla calma, la polizia è schierata in massa, la protesta procede tranquilla e blindata. La kermesse contestata, intanto, va avanti come da programma fino al 23 giugno. Ieri sera al Teatro Nuovo la musica dell' Idan Raichel Project, oggi allo spazio Oberdan l' inaugurazione della rassegna del «Nuovo cinema israeliano». Alessandra Coppola RIPRODUZIONE RISERVATA **** La scheda L' evento «Unexpected Israel», Israele che non ti aspetti, è una kermesse organizzata a Milano dall' ambasciata dello Stato ebraico (insieme al governo e alle amministrazioni locali), tra il 13 e il 23 giugno: dieci giorni per scoprire Israele, a partire dal Forum economico di martedì scorso, passando per mostre, concerti e l' installazione di 15 strutture multimediali in piazza del Duomo Le proteste Contro l' evento da qualche mese è nato il Comitato «No all' occupazione israeliana di Milano», che raccoglie i gruppi filopalestinesi della città (e oltre). L' iniziativa dello Stato ebraico è contestata come propaganda, che copre, sostengono, la realtà di oppressione della popolazione palestinese

Coppola Alessandra

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