Dalle sezioni del PCL

GENOVA:BOLLETTINO FINCANTIERI-S.PONENTE GIUGNO 2011

“ PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI !! “ (K.Marx) LOTTA DI CLASSE

9 Giugno 2011

Bollettino distribuito questa mattina davanti ai cancelli dell'Azienda,a tre giorni dal Referendum.


LATO FRONTE: Editoriale

LIBERARE L’ ITALIA DA BERLUSCONI E COSTRUIRE L’ ALTERNATIVA DEI LAVORATORI

E’ impossibile prevedere le forme e le tappe del ricambio politico in atto. Ma in compenso il programma generale della prossima alternanza di governo è già scritto. L’ha dettato la grande finanza di Bruxelles e l’ha ripetuto il governatore uscente di Bankitalia (Draghi): l’abbattimento del debito pubblico al 60% del PIL in 5 anni. Si tratta di un taglio annuo di bilancio di 46 miliardi a partire dal 2014. E ciò dopo un taglio di 40 miliardi da qui al 2013 già in preparazione dall’attuale governo, e in aggiunta alla macelleria sociale delle finanziarie di Tremonti di questi anni. E’ l’annuncio di una nuova impressionante offensiva dominante contro scuola, sanità, servizi, al solo scopo di tranquillizzare le banche italiane e straniere, grandi acquirenti dei titoli di Stato: versando nelle loro tasche un’altra enorme mole di risorse pubbliche rapinate dalle tasche dei lavoratori. Questo nel medesimo tempo in cui Confindustria rivendica l’ennesima detassazione dei profitti d’impresa e la distruzione del contratto nazionale di lavoro da sostituire col contratto aziendale. Il PD si è affrettato a salutare la relazione Draghi come il programma del futuro governo. Enrico Letta è stato brutale : “Il programma c’è già, l’ha dettato Draghi”(Unità-1/06).
E i gruppi dirigenti delle sinistre? Invece di far leva sulla domanda popolare di svolta per battersi per una vera alternativa, la loro principale preoccupazione è restare sul carro del PD e dell’alternanza filo-padronale.
L’apparentamento elettorale col PD nelle elezioni amministrative ha permesso a SEL e FDS, in misura diversa, di beneficiare della spinta bipolare antiberlusconiana. Ora si fanno forti entrambe per spiegare al PD che non può fare a meno di loro. Nichi Vendola con l’ambizione di guidare il centrosinistra (sino a ipotizzare una fusione col PD), Paolo Ferrero con quella più modesta di essere imbarcato o di non essere scaricato.
Il PCL promuove una politica esattamente opposta. Che unisca la massima determinazione nella cacciata di Berlusconi con la massima autonomia dall’alternanza liberale e la massima opposizione al suo programma confindustriale e antioperaio. Perché sulle rovine del berlusconismo si costruisca un’alternativa dei lavoratori per i lavoratori.
E’ indubbio che l’esserci presentati in autonomia dal centrosinistra nel momento della massima spinta unitaria antiberlusconiana ci ha “danneggiato” elettoralmente. Ma le scelte politiche dei comunisti non poggiano su “convenienze” elettorali, ma su un principio di classe e di verità. E la verità è che l’alternanza di governo di centrosinistra, sul piano nazionale come sul terreno locale, non solo ignora le ragioni e le speranze dei lavoratori, ma si prepara a colpirle su mandato dei loro avversari, i padroni.
Travasare nella mobilitazione di strada e di piazza la domanda di svolta che si è espressa nelle urne: questa è la necessità del momento. A partire dall’esigenza di unificare le lotte degli operai della Fiat, dei lavoratori di Fincantieri, delle centinaia di aziende in crisi ; come dei giovani precari, del popolo della scuola e delle università. La miseria sociale e l’assenza di un futuro cui il capitalismo condanna le giovani generazioni fa crescere l’insoddisfazione e la rabbia, al di là di ogni confine, in Africa come in Europa (es. Spagna, Grecia, Portogallo). Il compito del movimento operaio è quello di prendere la testa dell’indignazione per condurla su un programma di rivoluzione sociale. Il compito dei comunisti è quello di costruire nelle lotte dei lavoratori e dei giovani il partito della rivoluzione: senza il quale, come insegna la storia, anche le proteste o le rivoluzioni più “indignate” finiscono col battere la testa contro il muro.

LATO RETRO:Echi

FINCANTIERI: UNA PRIMA VITTORIA PER I LAVORATORI

La manifestazione a Roma del 3 Giugno ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori provenienti da tutti gli stabilimenti del Gruppo: da Castellammare, Riva, Sestri, Monfalcone, ecc. c'erano proprio tutte le delegazioni di operai, insieme nella lotta, insieme incazzati per la difesa del posto di lavoro. E questo dopo le forti mobilitazioni di protesta che si erano già svolte nei giorni precedenti in tutti i siti del Gruppo e che avevano visto anche la partecipazione solidale delle popolazioni locali. A Roma erano ben visibili striscioni di protesta e un lungo nastro con su riportate le date di tutte le navi costruite negli stabilimenti del Gruppo. Alla fine, ha vinto la determinazione dei lavoratori: infatti, nel corso della giornata è arrivata la notizia che l'Azienda ha deciso di ritirare il piano industriale, che prevedeva la chiusura di tre stabilimenti (Sestri,Castellammare e Riva), l'esubero di 2551 lavoratori diretti, il trasferimento per oltre 1100 operai negli altri siti produttivi (Monfalcone e Marghera in particolare) e il conseguente licenziamento per migliaia di lavoratori delle ditte d' appalto in tutto il Paese. Inoltre prevedeva un drastico ridimensionamento dei diritti ed un aumento dello sfruttamento dei lavoratori, attraverso una riorganizzazione del lavoro produttivo in linea con quanto applicato da Marchionne alla Fiat. Questo piano sciagurato, per il momento, è stato fermato e, si vocifera, di possibili dimissioni da parte dell' a.d. Bono. Forti di questo importante risultato, i lavoratori possono ora fare maggiori pressione sul Governo affinchè decida di investire in innovazione e ricerca o in opere come il ribaltamento a mare di Sestri (70 milioni di euro) per il rilancio del settore nella totale salvaguardia dei posti di lavoro. Nessuno stabilimento dev'essere chiuso, nessun lavoratore deve essere licenziato, il lavoro deve essere ridistribuito tra tutti i lavoratori, anche attraverso la riduzione, a parità di salario, dell'orario di lavoro.

4 SI AI REFERENDUM

La maggioranza delle forze politiche in parlamento ha tentato ogni espediente per far fallire le iniziative referendarie: dal mancato accorpamento con le elezioni amministrative (che avrebbe fatto risparmiare centinaia di milioni di euro), alla truffa della moratoria sul nucleare realizzata dal Governo con il decreto Omnibus, fino alla scarsa informazione di tv e giornali. Per questo non possiamo farci troppe illusioni e non possiamo mitizzare l'istituto referendario, che è un prodotto accessorio della democrazia borghese e ne porta perciò gli stessi limiti. In generale, solo con la lotta di massa si possono ottenere risultati duraturi.
SI perchè l'acqua è un bene di tutti e non un affare per pochi
La privatizzazione di un bene primario è un abominio che smaschera la logica perversa ed incorreggibile del sistema capitalistico.
Due SI per opporre la resistenza popolare a questa legge borghese, due SI per lottare e difendere un bene che miriamo a porre sotto il controllo popolare.
SI perchè il nucleare è una truffa molto pericolosa
E' una tecnologia azzardata, dispendiosa, che non crea occupazione, dannosa per gli uomini e per l'ambiente, che produce scorie pericolose ed ingestibili e necessita di combustibili rari e costosi.Il grande capitale, allettato dalla speculazione miliardaria nella costruzione delle centrali, spingerà i propri partiti di destra , centro o sinistra, a riproporre ciclicamente la questione, indipendentemente dall'esito del referendum (già 20 anni fa ci fu un referendum sull'argomento).
Con la vittoria del SI, bloccheremo, ma solo temporaneamente, questo progetto.
Si per una legge a favore di giustizia ed eguaglianza, non al servizio dei potenti
Il referendum sul legittimo impedimento mira a colpire una delle tante leggi ad personam votate da Ministri e Parlamentari corrotti al soldo di Berlusconi. Una legge odiosa, discriminatoria nei confronti del popolo. La bocciatura referendaria potrebbe accelerare, ma senza illuderci, l'obiettivo immediato dei lavoratori: la caduta di questo Governo.

PCL GENOVA

CONDIVIDI

FONTE