Dalle sezioni del PCL
Con gli acquedotti noi ci beviamo, loro ci mangiano!
5 Giugno 2011
Decine di guerre si muovono per l’acqua. Per il controllo delle sorgenti e l’approvvigionamento delle città. Guerre combattute non solo con armi e fucili, ma anche con leggi e colpi di finanza.
Persino un bene primario come l’acqua viene sfruttato, strappato e scambiato come merce. Le sorgenti calabresi non sono immuni dall’essere un terreno di contesa per grandi o piccoli speculatori.. Anzi: sulla gestione della nostra acqua, infatti, si consolidano i profitti della Veolià. Questa multinazionale sta prendendo il controllo totale dei nostri acquedotti e di fatto ha già dimostrato le sue naturali intenzioni:
- non ha portato nessun investimento agli impianti esistenti, senza programmare miglioramenti e trascurandone la manutenzione;
- dei malfunzionamenti degli impianti che controlla ha incolpato i comuni che spesso sono ridotti alla bancarotta;
- nonostante questo, si sono registrati dappertutto grandi aumenti delle tariffe
- e in caso di non pagamento non ha esitato a erogare acqua non potabile o a lasciare senza acqua centinaia di famiglie.
Tutto questo con la benedizione di clientele politico-mafiose che da sempre si inseriscono nella gestione pubblica. Basti pensare alla delibera del governatore Scopelliti che, promuovendo l’operato della Veolià, obbliga i comuni morosi per l’acqua indebitarsi presso le banche amiche.
Coloro che ci governano, questa classe politico-istituzionale, non si fa scrupoli a porre i loro interessi e i loro profitti al di sopra dei nostri bisogni. Ci sfruttano e ci tartassano e senza sosta cercano di aumentare i loro guadagni. E dopo il lavoro, l’istruzione, il cemento, l’energia e i rifiuti, anche su l’acqua si vogliono arricchire.
Per questo, dobbiamo fargli capire che il referendum è solo l’inizio!
Oggi già ci indebitiamo per la casa, l’auto, l’università, dobbiamo mobilitarci per fermarli prima che ci facciano accendere un mutuo anche per avere a disposizione l’acqua!