Dalle sezioni del PCL

PCL GENOVA:BOLLETTINO FINCANTIERI MAGGIO 2011

Bollettino distribuito questo mese alla Fincantieri di Ge-S.Ponente

16 Maggio 2011

“ PROLETARI DI TUTTI I PAESI UNIAMOCI !!" (K.Marx)
LOTTA DI CLASSE

Lato fronte:Editoriale

DOPO LO SCIOPERO DEL 6 PER UNA VERA AZIONE DI FORZA CONTRO PADRONATO E BERLUSCONI

I lavoratori stanno subendo l'attacco più pesante di tutto il secondo dopoguerra: sul terreno sociale, per mano della Fiat e del padronato; sul terreno politico, per mano di un governo reazionario che domina un Parlamento di nominati e di corrotti. Eppure le “opposizioni” liberali (a partire dal PD) si limitano al chiacchiericcio. Volendo rimpiazzare Berlusconi con un governo gradito a Marchionne e Bankitalia, non solo non possono mobilitare le masse, ma finiscono col sostenere la Fiat contro i lavoratori e col salvare il governo in votazioni cruciali (come sulla guerra e sul federalismo antioperaio).
La direzione della Cgil, nel mentre “denuncia” il governo, continua intanto a ricercare una riconciliazione col padronato e con i sindacati asserviti di Cisl e Uil, e si dispone al negoziato sull'alleggerimento del contratto nazionale. Si tratta dell'ennesima sponda utile alle “opposizioni” liberali e alle loro relazioni coi padroni. Un modello sindacale corporativo già operante a Treviso con la firma il 7 Febbraio 2011 del “Patto per lo sviluppo e la competitività” sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil e Unindustria Treviso. Un patto sociale che vede la burocrazia sindacale dirigente fare in azienda gli interessi del padronato e nel sociale occuparsi dei servizi ai cittadini (Enti bilaterali, patronato,ecc.).
Le sinistre politiche (Sel e FDS), dal canto loro, a parole difendono il lavoro, nei fatti si accodano ai liberali: continuando a sognare assessorati, ministeri, premierati.
Il solo risultato è che Berlusconi continua la sua opera reazionaria e anticostituzionale e i padroni proseguono la loro offensiva contro i lavoratori e i loro diritti sindacali.
Per questo diciamo che lo sciopero del 6 Maggio deve essere l'inizio di una vera svolta di lotta che miri a bloccare l' Italia: con mobilitazioni di massa, prolungate, per rivendicare innanzitutto il blocco dei licenziamenti, la piena difesa del contratto nazionale di lavoro, l'abrogazione delle leggi di precarizzazione, un salario dignitoso per i disoccupati.

GRAVE IL SI' DELLA FIOM ALLA EX BERTONE

Il Sì della dirigenza Fiom all'accordo con Fiat nella ex Bertone segna un arretramento grave del principale sindacato dell'industria: ben al di là della specifica vicenda di quella fabbrica.
Dire Sì alla Fiat “per non subire il ricatto” significa contraddire clamorosamente la battaglia di Pomigliano e Mirafiori, e fare un regalo insperato a tutti gli avversari della Fiom: la Confindustria, i sindacati asserviti di Cisl e Uil, la stessa direzione della Cgil. Ma non solo.
La Fiom ha rappresentato nell'ultimo anno una forma di resistenza al padronato e alla concertazione, e questo è stato un fatto di incoraggiamento per milioni di lavoratori: ma senza tradurre questa resistenza in una linea d'azione unificante e in una prospettiva radicale complessiva di carattere alternativo per il movimento operaio. Questa gestione empirica del conflitto paga oggi, nella vicenda ex Bertone, un prezzo salato, anche nel rapporto con l'immaginario dei lavoratori.
Ammainare la bandiera del No a Marchionne non significa solo disarmare la resistenza negli altri stabilimenti Fiat, ma disorientare e indebolire la lotta di classe dell'intero movimento operaio italiano, nel momento di massima difficoltà. La verità di bilancio è che non si può reggere isolatamente fabbrica per fabbrica. Ma questo deve significare generalizzare e radicalizzare il fronte di lotta, come il nostro partito ha sempre rivendicato; non ripiegare al'indietro e in ordine sparso.
La svolta del Sì nella ex Bertone dimostra dunque, una volta di più l'esigenza di una svolta radicale del movimento operaio, oltre la soglia del sindacalismo tradizionale. Il bivio è sempre più netto: o una svolta unitaria e radicale per rompere l'assedio, o il rischio di un' arretramento disastroso.
O si avanza o si arretra: in mezzo al guado non si può restare.!
Il Pcl si batterà fino in fondo per la svolta radicale e complessiva dell'azione di classe, in piena continuità con la propria battaglia sindacale e di massa.

Lato retro: Echi

VERTENZA FINCANTIERI: SALE LA TENSIONE

Il protrarsi della riduzione delle commesse sta determinando la messa in cig per lunghi periodi di centinaia di lavoratori del gruppo, che nel corso del 2011 supereranno le 2 mila unità.
In tutti i siti migliaia di lavoratori delle ditte di appalto stanno perdendo il lavoro, spesso senza il riconoscimento di ammortizzatori sociali. E per il 2012 , a causa delle scarse commesse, c'è il rischio che si vada verso un ridimensionamento industriale.
Il Governo, ad oggi, non si è ancora impegnato per risolvere la crisi della cantieristica navale, caricandosi così di una responsabilità gravissima. La Direzione aziendale, inoltre, con il gioco dei continui annunci e delle successive smentite, sta contribuendo a far crescere tra i lavoratori preoccupazioni e tensioni rispetto al loro futuro occupazionale.
Il continuo peggioramento delle condizioni complessive di lavoro, il degrado della situazione relativa alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, sono il risultato di un modello produttivo che si fonda sulla crescente esternalizzazione di attività, sulla riduzione continua dei costi e sulla sfrenata ricerca del profitto.
Il Pcl è contro ogni ipotesi di chiusura di cantieri e siti, nonché di riduzione strutturale della capacità produttiva del Gruppo. Siamo solidali con i lavoratori in lotta, appoggiamo iniziative come quella avvenuta il 22 Aprile ad Ancona , dove 300 operai dello stabilimento Fincantieri hanno occupato, in segno di protesta, i binari della stazione ferroviaria e il 5 Maggio hanno organizzato una notte rossa davanti al cantiere, per rivendicare la certezza del posto lavorativo.

IL NUMERO INDEGNO DEI DUE BUFFONI

Berlusconi e Sarkozy recitano da settimane una scenetta ripugnante. Secondo le loro grossolane menzogne, immigrati clandestini arriverebbero in massa alle frontiere europee, il che è smentito da tutte le statistiche. Berlusconi ha dato l'avvio concedendo documenti provvisori agli immigrati tunisini, perchè lascino l'Italia per raggiungere altri paesi europei. Sarkozy ha rincarato la dose con la demagogia xenofoba e ha fatto fermare un treno Ventimiglia-Nizza per evitare “l'afflusso di emigrati tunisini in Francia”. Poi, i due compari, hanno annunciato in coro che vogliono rimettere in discussione gli accordi di Schengen che permettono la libera circolazione delle persone in Europa. La Tunisia che ha solo 11 milioni di abitanti, ad oggi ha accolto più di 200mila profughi libici.
Ma la ricca Europa, che ha più di 300 milioni di abitanti, non potrebbe accogliere fraternamente
20 mila rifugiati dalla miseria e dalla guerra?
Mentre alcuni nordafricani sono accolti con retate poliziesche, altri venivano accolti con gli onori, come Ben Alì o Gheddafi e le loro famiglie: i loro beni immobiliari sparsi in Europa basterebbero ad alloggiare gli immigrati appena arrivati.
In tutta Europa negli ultimi mesi, e recentemente anche negli Stati Uniti, lavoratori e immigrati, clandestini o regolari, hanno scioperato e hanno manifestato insieme gridando gli stessi slogan contro i piani d'austerità imposti dalle borghesie occidentali. Quanto agli sfruttati dei paesi arabi, ci mostrano oggi con le loro lotte l'esempio del coraggio rivoluzionario e della solidarietà di classe.
Lavoratori di tutti i paesi, di tutte le culture, uniamoci !

DALLA PARTE DELLE RIVOLTE ARABE

Per approfondire e discutere i temi delle rivolte arabe e dell'intervento imperialista in Libia a partire dai contenuti affermati nei cortei del 2 e 16 Aprile e del 1 maggio (per il sostegno alle popolazioni arabe in rivolta; contro ogni intervento militare; per una vera accoglienza di migranti e profughi)
il Partito Comunista dei Lavoratori-sez. Genova organizza un incontro:
SABATO 28 Maggio h 15.30 c/o Sala-Congressi del circolo C.A.P. di v.Albertazzi 3r
Seguirà dibattito e, al termine, buffet di finanziamento.

PCL GENOVA

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