Dalle sezioni del PCL

L'APPELLO AI SORDI

Proseguo del distinguo nel linguaggio da utilizzare come Partito Comunista

26 Aprile 2011

Inutile proseguire in una campagna di inviti alle sinistre per proporre un programma di mobilitazione congiunta.

Premetto che dal giorno che sentii per la prima volta le ragioni della nascita del Partito Comunista dei Lavoratori ho sempre convintamente sostenuto la peculiarità di questo Partito.
Premetto inoltre che da quando mi sono iscritto al Partito come Militante e soprattutto da quando personalmente ho conosciuto Marco Ferrando (il nostro Segretario Nazionale) ho compreso di trovarmi non solo dinnanzi ad una figura davvero stimabile umanamente e politicamente, ma anche profondamente corretta (valutazione personale).
Detto questo però, invito ulteriormente tutte le sezioni del Partito e tutti i Compagni a fare un'attento esame del lavoro che ci vede impegnati nel rivedere non solo il nostro linguaggio propagandistico, ma anche la nostra direzione politica.
Inutile appellarsi alle forze politiche di pseudo sinistra per un fronte unico con il fine di provocare una marcia nazionale su temi e per motivazioni nobili e necessarie se queste poi sono sorde e non vogliono sentire.
Necessita allargare il consenso e lavorare sulla cotrusione del Partito ancor prima che provocare situazioni che possano essere profondamente deludenti.
Necessita a mio avviso lavorare politicamente per proposte concrete su cui porre le fondamenta graduali del consenso delle masse dei lavoratori e delle lavoratrici di questo paese. Lavorare su slogan che siano termini di sostanza politica e progettuale precisa da sottoporre alle masse per il loro ampio consenso. Occorre lavorare unitamente all'interno del Partito per programmi seri, condivisi dalla popolazione (non da altre forze politiche), proporre progetti graduali di restaurazione dei diritti persi in questo ventennio scellerato.
Non correre il rischio di lasciarsi immediatamente trasportare dalla smania rivoluzionaria o reazionaria, ma essere proposta, essere valore politico capace di confrontarsi in azioni di Governo sia locale che nazionale.
Le masse non devono conoscerci per i nostri slogan rivoluzionari, ma per la nostra capacità di Governare situazioni Globali e locali.
Essere apprezzati per le differenze che sono nel dna del nostro Partito e sono capaci di mostrare un'altra via possibile. Non Vendoliana, non Confindustriale come nel caso del PD, non ambigua come per la Federazione della Sinsitra ed ancor meno per l'inconcludente presenza di Sinsitra Critica.
Il mio uditore deve giungere alla conclusione che se vota PCL vota per un Partito capace di Governare, capace di Cambiare le solite strategie politiche vissute negli ultimi anni, capace di riprendere in mano temi di attualità come la scala mobile dei salari e dell'orario di lavoro nelle fabbriche in un periodo di crisi di occupazione evidente ed allarmante.

Raccogliamo tre, quattro temi specifici da sottoporre al nostro uditorio e proseguiamo in una direzione non rivoluzionaria, ma politica ed all'interno del quadro Costituzionale.
Il consenso per avere Forza, Determinazione e Spessore Politico deve essere ora il nostro unico obiettivo, per non farci cacciare in un angolo da forze di pseudo sinistra ancor prima di aver raccolto i nostri consensi.

Elia Massimo - Sezione di Cuneo

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