Dalle sezioni del PCL

La democrazia rivoluzionaria delle masse contro il parlamentarismo venale e corrotto

15 Aprile 2011

La democrazia rivoluzionaria delle masse contro il parlamentarismo venale e corrotto

Quanto accade nel parlamento italiano dal 14 dicembre 2010 è una piena manifestazione del grado di putrescenza delle istituzioni borghesi in cui si riassume politicamente la decadenza irreversibile del modo di produzione capitalistico . Non si tratta solo della decadenza del parlamentarismo italiano. Il parlamento degli Usa dove in questi giorni si è messo a punto il piano di rientro del deficit, un vero e proprio atto di guerra contro la classe operaia e le masse di quel paese, ha lo stesso grado di trasformismo e di corruzione. Tra repubblicani e democratici l’unica differenza è “che i Repubblicani sono apertamente ostili alle vittime del capitalismo americano, mentre Obama finge simpatia, offrendo a quelli che annegano una corda che è troppo corta”( Patrick Martin, Il liberalismo capitalista e l’austerità, 15 aprile 2010,WSWS.org). Il grado di degenerazione del parlamentarismo borghese, in cui la libertà di discussione e di opinioni serve solo ad ingannare le masse e l’ideologia garantista serve solo a coprire le scorribande delinquenziali dei politicanti borghesi, dei capitalisti e dei banchieri, diventa stridente se lo si mette a confronto col parlamentarismo rivoluzionario della borghesia in ascesa, quando era impegnata nella lotta all’ultimo sangue contro l’aristocrazia decadente e tutte le istituzioni dell’ancien régime. Contrariamente a quanto propone Asor Rosa, che è un prodotto demenziale e sbirresco del cretinismo parlamentare, nei parlamenti della borghesia rivoluzionaria si decretava la leva di massa contro i sovrani assolutisti. I repubblicani dei Paesi Bassi, il 1ottobre del 1577, agli Stati Generali proposero l’armamento generale del popolo e l’alleanza di tutte le città per dar vita ad una confederazione repubblicana, poiché tutti i re sono tiranni. Principio repubblicano che Saint-Just ribadì per mandare Luigi XVI alla ghigliottina “ Gli stessi uomini che giudicheranno Luigi hanno una repubblica da fondare: coloro che danno una qualche importanza al giusto castigo di un re non fonderanno mai una repubblica. Da parte mia non vedo una via di mezzo: quest’uomo deve regnare o morire. Non si può regnare e restare innocenti: è una follia troppo evidente. Tutti i re sono dei ribelli e degli usurpatori”.La Rivoluzione inglese inizia quando, il 12 luglio 1642, la Camera dei Comuni votò la leva di massa in risposta a quella decretata un mese prima da Carlo I Stuart. Da quella leva di massa nacque un capolavoro di politica militare rivoluzionaria, il New Model Army, la cui truppa si organizzò con gli agitators, i delegati dei soldati rivoluzionari. Furono gli agitators a “sequestrare” Carlo I Stuart e imporre al parlamento presbiteriano moderato la fine della monarchia assolutista. Fu la Convenzione a decretare la leva di massa del 23 agosto 1793, su cui fu costruita l’Armata Rivoluzionaria, al cui servizio si posero gli scienziati francesi più prestigiosi del tempo: Hassenfrantz, assistente di Lavoisier, Monge, l’inventore della geometria descrittiva, il matematico Vandermonde.
Asor Rosa non appartiene a questa storia degli intellettuali. L’accademico romano non è nuovo a uscite come l’ultima pubblicata sul Manifesto. Quando iniziò l’aggressione imperialista all’Iraq, si augurò che emergesse in Iraq un Quisling che, secondo lui, avrebbe evitato la resistenza e quindi lo spargimento di sangue. Il delirio di Asor Rosa è stomachevole, ma non più di quel Togliatti che ministro della giustizia emanò l’amnistia per i fascisti in nome della “riconciliazione nazionale”. Giovanni Gentile fu giustiziato proprio perché lanciò la proposta di “riconciliazione nazionale” per confondere e inquinare la lotta contro il fascismo.
Asor Rosa è un prodotto della logica stalinista dei Fronti Popolari. Tutti coloro che lottano sinceramente contro il governo Berlusconi cosa devono imparare dalla storia delle rivoluzioni borghesi? L’assolutismo fu il modo con cui l’aristocrazia dominò quando il capitalismo iniziava a erodere il modo di produzione feudale, ed era un sistema di governo sovversivo in quanto soffocava e umiliava gli organismi rappresentativi di origine medievale. Ma i rivoluzionari borghesi non si batterono contro l’assolutismo per ripristinare la legalità istituzionale feudale, ma per affossarla per sempre con la spada, i fucili, i cannoni e la ghigliottina. I marxisti alla reazione borghese dei primi anni venti risposero con la tattica del Fronte Unico, dove la tattica difensiva è in funzione del rovesciamento del sistema. Trotsky rilanciò quella tattica contro il nazismo e nella guerra civile rivoluzionaria di Spagna. Contro la sua politica si usarono i mezzi più vigliacchi. Trotsky perse e la reazione borghese vinse in Germania ed in Spagna, spianando la strada alla seconda guerra mondiale imperialista.
Riflettano sulla storia quei democratici che lottano contro Berlusconi, invece di perdere tempo ad invocare il soccorso del guerrafondaio Napolitano.

Gian Franco Camboni sezione provinciale di Sassari –Partito Comunista dei Lavoratori per la IV Internazionale

Gian Franco Camboni sezione provinciale di Sassari –Partito Comunista dei Lavoratori per la IV Internazionale

CONDIVIDI

FONTE