Dalle sezioni del PCL
Il guerrafondaio Giorgio Napolitano: un uomo dell’imperialismo italiano
3 Aprile 2011
volantino distribuito al raduno di massa in piazza Castello a Sassari il 2 aprile
Il guerrafondaio Giorgio Napolitano:
un uomo dell’imperialismo italiano
La rivoluzione araba iniziata in Tunisia e poi estesasi a tutto il medio oriente è il prodotto della crisi inarrestabile del capitalismo mondiale ormai entrata nel suo quarto anno. I capitalisti, i loro governi, i loro intellettuali vogliono far pagare a tutta la classe lavoratrice il fallimento del capitalismo con salari e stipendi da fame, cancellando la scuola e la sanità pubblica, con l’inflazione e la disoccupazione. Nella seconda metà del 2008 la speculazione internazionale si era gettata nel settore del petrolio e dei prodotti alimentari aumentando i prezzi con l’effetto di scatenare scioperi e proteste dall’Indonesia al mondo arabo. Alla fine del 2010 per soddisfare la sua avidità di profitti i pescecani del capitalismo hanno ripetuto l’operazione, ma questa volta l’effetto è stato quello innescare l’inizio di una vera e propria rivoluzione in tutto il mondo arabo. Sono stati rovesciati governi, ma i regimi delle borghesie arabe sono ancora in piedi. Approfittando dei limiti propri di questa prima fase della rivoluzione araba e dell’assenza di una direzione autenticamente rivoluzionaria, i governi imperialisti dell’UE e degli USA sono riusciti a strumentalizzare gli insorti libici antigheddafiani utilizzandoli per organizzare la prima iniziativa militare controrivoluzionaria in Libia per dare una lezione alle masse arabe in rivolta: se continuate a marciare nella vostra rivoluzione noi agiremo seminando la morte.
L’imperialismo italiano per difendere i suoi interessi in Libia si è messo in prima fila per organizzare la controrivoluzione armata contro le masse arabe. In questa operazione si è distinto l’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Quand’era nel PCI fu tra i primi a schierarsi con i carri armati della burocrazia stalinista mandati a soffocare la rivoluzione dei consigli operai ungheresi che si ribellavano contro la burocrazia per creare in Ungheria un autentico socialismo rivoluzionario. Giorgio Napolitano, all’interno del Partito Comunista Italiano, ha sempre lavorato per far capitolare questo partito di fronte agli interessi del capitalismo italiano. Giorgio Napolitano di fronte alla classe lavoratrice ha la responsabilità di essere il salvatore del governo più reazionario e più sporco della storia repubblicana: il governo Berlusconi.
Ancora, purtroppo, in molti settori della sinistra e dell’associazionismo democratico si fa fatica a prendere atto del ruolo nefasto dell’attuale presidente della repubblica. Abbiamo constatato che si ha il timore di denunciarne l’operato perché si crede che così si rafforzerebbe Berlusconi. E’ vero il contrario. Il ruolo di Napolitano è proprio quello di narcotizzare la sinistra per tenerla prostrata di fronte a Berlusconi, a Confindustria e ai pescicani della finanza e delle banche. In quest’opera di narcotizzazione della sinistra lo strumento politico di Napolitano è il Partito Democratico. Quotidianamente viene confermata l’ipocrisia delle cosiddette “opposizioni” parlamentari , sia l'illusione di una liquidazione giudiziaria del Cavaliere. Ogni giorno, invece, viene confermata la linea politica che sostiene che solo una rivolta popolare può cacciare via il governo del Culone Flaccido di Arcore.
Facciamo come in Tunisia e in Egitto !
Uniamo le nostre forze per innescare la rivolta !
Basta con il moderatismo esangue e demoralizzante !
Partito Comunista dei Lavoratori per la IV Internazionale- sez. prov. Sassari
Cicl.prop. 2/aprile/2011